Veterinaria mollette tendinee: ha senso preoccuparsene?
Quante volte mi sono sentita dire “dottoressa, il mio cavallo ha le mollette, può fare qualcosa per aiutarlo?”. In questi casi il mio grado di frustrazione è altissimo, perché le mollette tendinee si possono rendere più morbide, si possono ridurre, ma i cavalli che ne soffrono in genere se le tengono e per i cavalieri rimangono un problema da dover gestire per tutta la carriera agonistica dell’animale.
Ma cosa sono e da cosa sono causate davvero le mollette?
Ben visibili nella parte posteriore della parte bassa delle gambe a livello del nodello, sono evidenti rigonfiamenti laterali causati da un accumulo di liquido sinoviale nella guaina tendinea, dovuti, in genere, ad infiammazioni croniche ai tendini flessori, superficiale e profondo.
Ci sono però cavalli apparentemente sani, che anche non avendo nessun problema ai tendini hanno le mollette. In questi casi l’origine può addirittura essere idiopatica.
Tradotto: non se ne conosce la causa, anche se si presume che ci sia una certa predisposizione in cavalli con determinati appiombi.
Il liquido sinoviale che viene prodotto in eccesso, che sia o meno di origine infiammatoria, ristagna a livello della guaina sinoviale,
In molti cavalli le mollette non sono indicative di una vera patologia
la guaina che riveste i tendini, creando come uno sfiancamento nella parte più bassa, che non tornerà più normale. Anche se l’infiammazione si risolve e il liquido si riduce, l’anatomia della guaina è stata definitivamente alterata e quindi le mollette rimangono.
La verità è che alcuni cavalli ci convivono molto bene, vengono fasciati tutte le sere e con pochi accorgimenti le mollette si riescono a controllare efficacemente. Il segreto sta nell’evitare che s’induriscano eccessivamente, altrimenti possono fare male e diventare causa di zoppia.
Sarebbe importante comunque stare sempre molto attenti a non scambiare una vera infiammazione tendinea, associata magari ad una lesione e dunque una guaina sinoviale infarcita di liquido infiammatorio, con delle mollette di origine idiopatica.
In altri cavalli le mollette indicano la presenza di un’infiammazione a carico di tendini e legamenti
La forma patologica si manifesta generalmente in forma acuta ed è associata ad una zoppia che può essere anche modesta, ma non è detto.
Il veterinario ortopedico in questo caso dovrà fare un’accurata visita clinica e un’ecografia, per stabilire l’origine del fluido in eccesso che si accumula nella guaina sinoviale.
Rispetto alla presenza di semplici mollette di origine “sconosciuta”, quelle causate da un problema conclamato ai tendini, andranno gestite sicuramente in un modo più incisivo.
Quando si tratta di un accumulo di liquido infiammatorio di origine patologica, una volta risolto il problema originale la quantità di fluido visibile ad occhio nudo dovrebbe ridursi, ma comunque uno strascico rimane sempre a causa delle alterazioni anatomiche che avvengono proprio a livello della guaina sinoviale. Dunque l’esito di queste forme infiammatorie ormai cronicizzate, può davvero essere lo sviluppo delle mollette, che con molta probabilità accompagneranno il cavallo per tutta la sua carriera agonistica e non solo.
Ci sono colleghi veterinari chi si trovano bene a svuotare letteralmente l’area interessata dal fluido, per poi infiltrare con cortisone o acido jaluronico. Questa procedura dovrebbe controllare la quantità di fluido che inevitabilmente si ricreerà, ma la verità è che le mollette si riformano comunque sempre e dunque, dato che non si possono continuare a svuotare, può essere sicuramente più indicato, quando è possibile, imparare a gestirle in modo che non diventino un problema debilitante per il cavallo.
Un ingrossamento del legamento anulare può causare un vero impedimento allo scorrimento dei tendini e del liquido sinoviale
In queste forme in cui c’è un vero e proprio accumulo di liquido sinoviale, un ruolo importante spesso ce l’ha anche il legamento anulare. Questo legamento ad andamento orizzontale, ha il compito di mantenere i tendini flessori adiacenti alla gamba e, quando si infiamma e aumenta di volume, causa una vera e propria costrizione nei confronti dei tendini flessori che passano sotto, con un conseguente rigonfiamento adiacente al legamento stesso. Quando questo problema è causa di dolore e dunque di zoppia, molti veterinari ortopedici hanno la tendenza ad aprire il legamento chirurgicamente, proprio per liberare i tendini che potranno così riprendere a scorrere correttamente. Non bisogna mai dimenticarsi però che questo è un intervento invasivo, che altera definitivamente la normale anatomia del cavallo e che la formazione di aderenze post operatorie è molto probabile.
Bisognerebbe dunque intervenire chirurgicamente solo se non c’è altro modo per controllare infiammazione e dolore. Solitamente, le moderne terapie strumentali come la diatermia, il laser e soprattutto gli ultrasuoni hanno un ottimo effetto terapeutico su queste problematiche; andrebbero sempre provate queste moderne tecniche fisioterapiche prima di fare una scelta radicale come quella della chirurgia.
Se un cavallo a riposo ha solo un leggero rigonfiamento nella zona
Terapie fisioterapiche strumentali possono impedire alle mollette di diventare dure e dolenti
delle mollette che dopo il lavoro peggiora, molto probabilmente l’origine sarà legata al movimento dei tendini durante l’esercizio, in concomitanza probabilmente di appiombi che in qualche modo favoriscono l’insorgere di questo problema. Ci sono molti cavalli che hanno un miglioramento notevole dopo una ferratura che gli modifica l’appiombo, ma vi ricordo che anche questo va valutato con attenzione insieme al veterinario e al maniscalco, prima che per risolvere un problema se ne crei uno nuovo.
Ma come si può gestire correttamente le mollette?
Le fasce da riposo con dei sottofascia terapeutici sono molto utili a controllare l’accumulo di liquido
La cosa più importante secondo me è utilizzare le fasce da riposo alla notte, avvalendosi di moderni sottofascia terapeutici. I sottofascia che intendo io, sono fabbricati con materiali in grado di riflettere il calore del corpo del cavallo: il calore contribuisce a mantenere morbide le mollette e intanto stimola la circolazione sanguigna locale, favorendo la guarigione delle varie strutture in una zona fisiologicamente poco irrorata e dunque maggiormente soggetta a problematiche di natura ortopedica.
Questa semplice accortezza può da sola aiutare a mantenere le mollette in una condizione poco preoccupante.
Per chi invece ritiene di doverle controllare maggiormente ci sono le calze Equicrown: vere e proprie calze contenitive che esercitando una pressione controllata sull’area dove ci sono le mollette, contribuiscono a tenerle vuote e dunque impediscono che cronicizzino diventando un problema sempre peggiore nell’arco del tempo. In questo caso il modello da scegliere è l’Equicrown Active, perché ha un tessuto più adatto a questa necessità. Mi raccomando, per acquistare le calze della misura corretta, prendete le misure della gamba sempre quando è più sgonfia. Generalmente io in clinica faccio le fasce da riposo utilizzando i sottofascia Back On Track durante la notte e, se serve, mi avvalgo delle calze durante il giorno.
Dal punto di vista farmacologico bisognerebbe intervenire solamente se la causa delle mollette è di natura infiammatoria. A parte gli antinfiammatori da somministrare per via generale (da utilizzare comunque per tempi limitati e sotto controllo del veterinario) e il riposo, ci si può avvalere di trattamenti locali con pomate o gel antinfiammatori ad uso umano (come il Voltaren gel ad esempio). In genere si crea un’associazione di questi preparati ad uso topico, con prodotti che avendo un effetto trofico sui vasi sanguigni locali, esercitano un certo controllo sugli edemi, come ad esempio il Fibrase pomata o il Reparil gel.
Io in genere mescolo assieme un tubo di ciascuna di queste pomate e poi massaggio bene il mix sull’area da trattare, 2 o 3 volte al giorno. In alcuni cavalli l’applicazione del mix di pomate può avere un effetto simil-revulsivo, soprattutto se dopo si applicano le fasce da riposo; se si notano arrossamenti e screpolature è meglio sospendere le applicazioni.
Una buona alternativa sono prolungate docce fredde, l’applicazione di arnica in gel ad alta concentrazione, per intendersi non quella ad uso umano perché troppo blanda, le cretate e l’applicazione del ghiaccio dopo il lavoro (stinchiere raffreddanti).
Come vi dicevo si possono avere dei miglioramenti, ma mai una risoluzione completa del problema.
Un giusto mix di pomate da applicare quotidianamente sulle mollette
Le mollette sono un problema molto comune nei cavalli sportivi e dunque è molto facile trovarsi a doverlo affrontare prima o dopo. Una gestione più attenta, con la consapevolezza che un giusto controllo quotidiano può aiutare controllare un problema che non avrà mai una completa risoluzione, è un elemento fondamentale a garantirsi una certa tranquillità per le future condizioni ortopediche di un cavallo sportivo che soffre di mollette tendinee.
dott.ssa Carlotta Carminitifoto Mari Hongisto