Veterinaria: Cosa significa allenare un cavallo e cos’è la Sindrome generale di adattamento

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foto iStock c Rberryphoto

Questo è il primo di una serie di articoli sulla fisiologia dell’esercizio nel cavallo sportivo che ha l’obiettivo di far comprendere meglio cosa accade al vostro animale durante l’allenamento ed il lavoro quotidiano.
L’equilibrio è alla base della performance sportiva: è importante che il cavallo trovi a livello metabolico un equilibrio, ma anche che il rapporto tra cavaliere e cavallo sia equilibrato.
Quando viene raggiunta questa situazione, il nostro atleta lavora nel modo corretto.
Ma cosa si intende per allenamento?
E’ un processo di adattamento ad una situazione nuova, generalmente imposta, e comprende:
– L’adattamento metabolico: il cavallo per svolgere il lavoro deve riuscire a “trasformare in energia meccanica“ tutto ciò di cui si alimenta.
– L’adattamento coordinativo-neurologico: riguarda in particolar modo i cavalli in fase di sviluppo, ma non solo, e comprende tutte quegli aspetti legati al miglioramento della coordinazione dei movimenti che è molto importante in tutte le discipline, ma nel salto ostacoli in particolar modo.
– L’adattamento cognitivo: si intende la capacità di ricevere e comprendere stimoli.
LA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO
In ogni disciplina esistono dei “fondamentali“, per spiegare meglio cosa si intende con questo termine si può utilizzare una similitudine: così come nel basket, prima di schiacciare, è essenziale imparare prima “i fondamentali“, quali ad esempio il palleggio, il tiro ed il passaggio, allo stesso modo, per poter allenare un cavallo, vi sono degli aspetti “fondamentali“ da conoscere affinchè l’animale possa lavorare nel modo migliore possibile.
Essenziale per allenare correttamente il nostro cavallo è la conoscenza della cosiddetta “Sindrome generale di adattamento“.
Essa riguarda non solo l’esercizio fisico, ma tutti gli aspetti della vita del nostro compagno ed è caratterizzata da tre fasi: l’allarme, la resistenza e l’esaurimento.
L’ALLARME
E’ una reazione alla ricezione di un segnale di stress acuto che mobilita tutte le difese dell’organismo ed, in particolare, attiva l’asse endocrino ipotalamo-ipofisi-corticosurrene, di cui si è parlato molto nei precedenti articoli di questa rubrica.
(Si ricorda l’articolo: “Il cortisolo: l’ormone dello stress nel cavallo“)
LA RESISTENZA
Comprende quelle azioni che compie l’organismo per fronteggiare l’agente stressante, definito anche “stressor“, e che induce alla continua produzione di cortisolo, il famoso “ormone dello stress“.
L’ESAURIMENTO
E’ una fase che si spera e si cerca di non raggiungere mai con i nostri atleti e che si verifica quando l’esposizione allo stress si protrae per un periodo di tempo troppo prolungato. La corteccia surrenale è continuamente sollecitata, va incontro ad un esaurimento funzionale e si possono così sviluppare nell’organismo delle patologie che sono difficilmente reversibili e che portano, nei casi estremi, alla morte.
ADATTIAMO LA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO ALL’ALLENAMENTO
Durante l’esercizio fisico di un cavallo si individuano due fasi: la prima è quella in cui si lavora il cavallo, si applica uno “stress“ e si attiva una serie di processi CATABOLICI che portano alla seconda fase, quella del recupero, in cui invece si attivano dei fenomeni ANABOLICI.
Più semplicemente: la risposta allo stimolo stressante dell’allenamento, produce una serie di modifiche fisiologiche del cavallo che stanno alla base del processo di adattamento e quindi alla base del miglioramento della nostra performance.
Quando una di queste fasi non viene affrontata nel modo corretto, quindi nel caso in cui i carichi di lavoro siano eccessivi oppure la fase di recupero sia troppo breve, si ha un fenomeno noto come OVERTRAINING.
Uno stato di questo genere protratto nel tempo va ad inficiare le prestazioni degli atleti, siano essi umani o animali.
CARATTERISTICHE METABOLICHE DEL CAVALLO
Il cavallo potrebbe essere definito un animale “eccezionalmente aerobico“. Per metabolismo aerobico si intende l’insieme dei processi fisiologici e biochimici che avvengono nell’organismo per produrre energia utilizzando ossigeno.
Mettendo a confronto uomo e cavallo, infatti, possiamo vedere che se il primo utilizza circa 90 ml di ossigeno ogni Kg di muscolo in un minuto, il secondo è in grado di utilizzare il doppio dell’ossigeno.
Si dice quindi che il cavallo abbia una elevata capacità ed una ottima potenza aerobica.
Questi aspetti dipendono dalla biomeccanica dell’organismo, dalle fibre muscolari e dal metabolismo energetico.
E’ molto importante precisare, però, che il cavallo recupera lentamente gli sforzi anaerobici, ma ci soffermeremo su questo argomento nel prossimo articolo.
Medico Veterinario Marco Salvadoriper HSJfoto iStock (c) Rberryphoto

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