Veterinaria: avere un puledro è una grande gioia, tuteliamola
Serie complicanze, durante la gravidanza di una cavalla, sono per fortuna abbastanza rare, ma quando si presentano hanno spesso conseguenze devastanti, per il puledro ma anche per la mamma, sia fisiche che psicologiche.
Molti pensano che non si possa fare nulla per prevenire un aborto o irreparabili danni dovuti ad un parto difficile ma, malgrado questo purtroppo sia vero in molti casi, è altrettanto vero che con un’osservazione attenta della fattrice durante la gestazione, molto si può fare perché situazioni potenzialmente pericolose non progrediscano fino a un punto di non ritorno.
Le cavalle negli ultimi mesi di gravidanza vanno monitorate con attenzione
Patologie come la placentite, ad esempio, possono avere un inizio in sordina per poi aggravarsi e arrivare ad un punto in cui può diventare tardi per intervenire farmacologicamente con una certa efficacia.
Prestare attenzione alla cavalla, guardarla tutti i giorni e accorgersi di comportamenti strani, che si allontanano dalla normalità, può rivelarsi un’ottima arma per prevenire problematiche spiacevoli.
Ma bisogna sapere cosa guardare e perché.
Conoscere le caratteristiche e le abitudini di ciascuna cavalla ci può decisamente essere di aiuto.
Tra le alterazioni più frequenti ci sono le modificazioni dell’appetito, cavalle che non vogliono mangiare o che mangiano molto meno rispetto ad altri periodi, che stanno sdraiate a terra più del solito e che magari danno segnali di dolore, diversi in intensità e frequenza da quelli che possono esserci normalmente nelle cavalle a fine gravidanza. I dolori addominali seri, con cavalle che si rotolano, sudano e raspano manifestando i classici segni della colica, non devono essere sottovalutati perché possono essere causati da una colica intestinale che ha bisogno di cure intensive e magari di una chirurgia o anche di una torsione dell’utero. Patologie serie che solo in casi fortunati, gestiti bene e in tempi brevi possono non condurre a morte il puledro o la mamma.
Io non sono una fanatica del continuare a disturbare le cavalle in gravidanza con continue ecografie di controllo, ma l’appuntamento del primo mese, dei 2 e 5 mesi e quello un mese prima del parto non li salto mai. Quattro ecografie di controllo in 11 mesi, che danno importanti indicazioni sull’andamento della gravidanza, che proprio non si possono saltare, insieme naturalmente alla diagnosi di gravidanza a 14 giorni dopo l’ovulazione. Lo spessore del complesso utero-placentare a cinque mesi di gravidanza, ad esempio, ci da una valida indicazione della salute di quello che contiene, il puledro.
E se la cavalla dovesse avere uno scolo dalla vulva o mettesse le mammelle prematuramente?
Un prematuro sviluppo della mammella può essere causato da una placentite
Questi sono i classici segni di una placentite, infezione della placenta che va diagnosticata e monitorata con attenzione, attraverso esami ecografici ripetuti per tutto il corso della terapia, che va impostata con antibiotici, antinfiammatori e promotori della circolazione sanguigna placentare.
Le placentiti sono causate da batteri che in genere riescono a farsi strada dall’esterno attraverso la vulva e la cervice dell’utero (ascendenti), o arrivano direttamente all’utero passando dal sangue (discendenti). Ci sono studi che evidenziano come le placentiti, che si presentano in genere quando la gravidanza è già in stato avanzato, siano la causa di circa il 30% degli aborti negli Stati Uniti e qui da noi la situazione non è molto diversa.
L’ecografia più importante da fare, quando la cavalla sta bene è, a mio avviso, quella che andrebbe fatta nell’ultimo periodo di gravidanza, perché ci aiuta a stabilire se il feto è posizionato correttamente, quindi con la testa rivolta indietro verso la vulva, pronto per uscire. Se così non fosse, saremmo davanti ad una distocia e dunque ad un mal posizionamento del feto. Una “presentazione posteriore” rende il parto molto difficoltoso e può mettere seriamente a rischio la vita di fattrice e puledro.
L’occhio è un elemento importante da distinguere per valutare la posizione della testa
Purtroppo non tutte le distocie sono evidenziabili ecograficamente, ma almeno quelle più frequenti e prevedibili andrebbero diagnosticate prima, così da pianificare un parto controllato, possibilmente in clinica.
Ma i problemi possono essere anche meno gravi ma comunque insidiosi; un attento monitoraggio da parte del veterinario è sempre auspicabile.
Anni fa ho avuto qua a partorire una fattrice purosangue. Mancava poco al termine e spesso al mattino trovavamo sulla paglia del suo box delle macchie di sangue vivo che onestamente mi lasciavano interdetta. La cavalla stava bene, mangiava tutto, se le alzavi la coda non apprezzavi nessuno scolo durante il giorno ed ecograficamente sia la placenta che il puledro non sembravano avere problemi. Insomma, un giallo…
Finché non ho finalmente capito che quello che sanguinava non era l’utero ma la vagina: si trattava di varici.
Le varici o vene varicose, che non sono poi così rare nella vagina delle fattrici gravide, sono vene tortuose e dilatate nelle quali, durante la gravidanza, aumenta la pressione e dunque possono rompersi con una certa facilità e sanguinare, facendo spaventare chiunque, me compresa.
In questo caso, poter verificare ecograficamente che il puledro stesse bene, mi è stato di grande aiuto. Una terapia con antibiotici ed antinfiammatori ha fatto il resto e la cavalla ha partorito senza nessun problema, quando è stato il momento.
L’aborto da Herpesvirus avviene nel III trimestre di gravidanza
Anche se gli aborti di origine infettiva possono essere causati da diversi agenti patogeni, quelli legati a un’infezione da Herpevirus sono i più frequenti e per questa ragione si vaccinano preventivamente le cavalle a cinque, sette e nove mesi di gravidanza. I recenti focolai di Herpesvirus che hanno coinvolto molti cavalli in Europa, hanno portato nuovamente alla ribalta il problema dell’aborto, che negli allevamenti di cavalli non è purtroppo una novità. Sia cavalle che si ammalano presentando la forma classica con evidenti difficoltà a respirare, che cavalle contagiate che invece stanno apparentemente bene, possono abortire se vengono a contatto con il virus.
Si trova il feto abortito nell’ultimo trimestre di gravidanza e tutto finisce lì,
la cavalla in genere se sta bene e può essere ricoperta anche la stessa stagione e rimanere gravida.
La vaccinazione dovrebbe proteggere la cavalla sia dalla forma respiratoria che dall’aborto, anche se purtroppo, quando la carica virale è alta, anche le cavalle vaccinate possono ammalarsi e abortire. Ci sono cavalle regolarmente vaccinate che in questo ultimo periodo, in cui sono aumentati i casi e diversi cavalli hanno febbre e una sintomatologia respiratoria anche leggera, hanno comunque perso il loro puledro.
Le cavalle gravide dovrebbero essere tenute lontano da cavalli potenzialmente netti
Per questa ragione diventa importante, dove è possibile, evitare che le fattrici gravide vengano in contatto con cavalli “nuovi”, provenienti da altri maneggi, o cavalli che escono spesso in gara e abbiano avuto possibili contatti con soggetti positivi. Le linee guida della comunità scientifica sono queste, ma a volte il virus entra anche in posti dove di cavalli provenienti dall’esterno non ce ne sono stati e non ce ne sono.
Nessuno se ne spiega il motivo, anche se probabilmente alcune mutazioni del virus non sono poi così fragili nell’ambiente e possono
essere trasportate con una certa facilità da una scuderia all’altra, anche attraverso il personale e i loro vestiti o varie attrezzature.
Questa è l’idea che personalmente mi sono fatta.
Malgrado la gravidanza sia una fase della vita estremamente naturale e piacevole per le cavalle, nella maggior parte dei casi non hanno bisogno di particolari interventi da parte di noi umani. Ma c’è sempre quella variabile che può portare una normale gravidanza a diventare una gravidanza a rischio che, se non adeguatamente gestita può esitare in un possibile aborto.
Le ragioni per cui una gravidanza non scorre liscia possono essere tante e, a mio avviso, è importante considerare sempre questi 11 mesi un periodo in cui le cavalle hanno bisogno di attenzioni particolari. Un’alimentazione adeguata alle caratteristiche della cavalla e alle esigenze nutrizionali particolari che può avere in questo periodo, occhi attenti da parte di chi se ne deve occupare ad eventuali alterazioni del normale comportamento, segni clinici evidenti da portare all’attenzione del veterinario e periodiche, ma non invadenti, ecografie di controllo, sono da considerarsi la base per scongiurare un riassorbimento ad inizio gravidanza o un eventuale aborto nei mesi successivi.
photo Mari Hongisto
dott.ssa Carlotta Caminiti