Preparazione fisica del cavaliere: la resistenza muscolare locale come base per stabilità e precisione in sella
All’interno del percorso dedicato alla preparazione fisica del cavaliere, dopo aver analizzato funzionalità del core, coordinazione, respirazione e resistenza generale, un ulteriore elemento determinante è la resistenza muscolare locale, ovvero la capacità dei distretti muscolari più sollecitati di mantenere forza, controllo e stabilità per tutta la durata del lavoro in sella.
La resistenza muscolare locale viene spesso confusa con la forza generale, ma rappresenta una capacità completamente diversa. Non riguarda la potenza del muscolo, bensì la sua capacità di mantenere un’attivazione stabile e controllata nel tempo, senza cali di precisione, compensi posturali o cedimenti.
Nel cavaliere e nell’amazzone questa qualità è determinante: permette di sostenere l’assetto, preservare la simmetria durante tutte le fasi del lavoro e mantenere coerenza negli aiuti anche quando l’intensità o la durata della sessione aumentano. Una buona resistenza muscolare garantisce continuità del gesto tecnico e una comunicazione più chiara con il cavallo, riducendo rigidità, perdita di finezza o deterioramento della postura nelle fasi più richieste della performance.
Muscoli maggiormente coinvolti:
Il gesto equestre coinvolge specifiche catene muscolari, non “tutto il corpo” in modo generico. Il core profondo è il primo protagonista: stabilizza bacino e colonna e permette al cavaliere di rimanere centrato nelle tre andature e nelle transizioni. Insieme lavorano i glutei, fondamentali per la stabilità laterale e il controllo nelle girate e nei salti, e gli adduttori, che garantiscono un contatto costante e modulato tra interno coscia e sella.
Nella parte superiore del corpo interviene il cingolo scapolare, che mantiene una mano stabile ma elastica, capace di seguire il movimento senza irrigidire il cavallo. Anche quadricipiti e ischiocrurali contribuiscono al controllo dell’appoggio sulle staffe e all’assorbimento delle forze verticali, soprattutto nel lavoro più intenso.
Quando uno di questi distretti entra in fatica, la postura si altera rapidamente: il bacino tende a retrovertere, gli aiuti si irrigidiscono, la simmetria si perde e aumenta il rischio di compensi nei passaggi tecnici più complessi. Per questo motivo la resistenza muscolare locale va allenata con criteri di specificità. L’obiettivo non è semplicemente “allenare di più”, ma allenare nel modo che rispecchia la durata, l’intensità e le richieste biomeccaniche dell’equitazione.
Circuito tecnico per la resistenza muscolare locale del cavaliere
Il seguente circuito raccoglie esercizi mirati ai distretti più coinvolti nel gesto equestre. Ogni esercizio dura 30–40 secondi, con 10–15 secondi di recupero. Ripetere per 2–3 giri.
1. Side plank:
Obiettivo: stabilità laterale del core e controllo del bacino.
Focus muscolare: obliqui, gluteo medio, muscolatura stabilizzatrice dell’anca.
Perché è utile: riduce asimmetrie, migliora l’allineamento in sella e il controllo nelle girate.
Consiglio tecnico: mantenere bacino e spalle allineati, evitando rotazioni.
2. Wall sit con palla o cerchio da Pilates tra le ginocchia
Obiettivo: resistenza di quadricipiti, adduttori e muscoli stabilizzatori del bacino.
Focus muscolare: quadricipiti, adduttori, glutei.
Perché è utile: riproduce la tenuta delle gambe in sella e migliora il contatto interno coscia-sella senza rigidità.
Consiglio tecnico: mantenere pressione costante sulla palla/cerchio, schiena neutra e ginocchia allineate.
3. Hollow hold dinamico
Obiettivo: attivazione del core profondo e tenuta della colonna in posizione neutra.
Focus muscolare: trasverso, multifidi, retti e obliqui.
Perché è utile: allena la capacità di mantenere stabilità della colonna durante le oscillazioni generate dal movimento del cavallo.
Consiglio tecnico: mantenere la zona lombare stabile e controllare il ritmo del movimento.
Allenare la resistenza muscolare locale significa trasformare la forza in gesto tecnico sostenibile. Un cavaliere che mantiene precisione e controllo anche nelle fasi più intense invia al cavallo segnali più chiari, coerenti e leggibili. Il risultato è un’armonia maggiore, una riduzione dei compensi e una performance più fluida e continua.
Scritto da Sofia Caniato
Equestrian Performance Coach
Laureata Magistrale in Scienze dello Sport e della Preparazione Fisica
Instagram: @sofiacaniato_coach
© Riproduzione riservata.





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