Come una semplice frase può cambiare una gara: un caso reale di mental coaching
Un nuovo appuntamento con la Rubrica del Mental Coach di Horseshowjumping.tv
Molti cavalieri e amazzoni lavorano instancabilmente sulla tecnica, sull’assetto, sul ritmo, ma quando arriva il momento di entrare in campo qualcosa si inceppa. Il corpo sa cosa fare, la mente no. Ed è proprio lì che nasce l’ansia, quella sensazione improvvisa che blocca, confonde e ostacola la connessione con il cavallo.
In questo nuovo appuntamento con la Rubrica del Mental Coach di Horseshowjumping.tv raccontiamo un caso reale che mostra quanto una sola frase ripetuta nella propria testa possa trasformarsi in un freno potente… o in un alleato decisivo.
L’esperienza della mental coach Eva Rosenthal
Qualche settimana fa è arrivata da me una giovane amazzone che mi ha detto:
“Eva, sono in crisi. In allenamento vado bene… poi in gara mi perdo, vado completamente in ansia, mi blocco, sbaglio e non capisco perché.”
È una frase che sento molto spesso.
Questo accade perché molti atleti si concentrano esclusivamente sulla tecnica, ignorando che esiste anche una parte mentale: meno visibile, ma altrettanto decisiva.
Per poter aiutare davvero un atleta, ho bisogno prima di tutto di capire cosa accade nella sua mente in quei momenti critici.
L’ansia, infatti, non compare mai dal nulla: è sempre legata a un pensiero, a una frase, a un’immagine che l’atleta crea senza accorgersene.
Per questo ho chiesto alla giovane amazzone di raccontarmi esattamente cosa passava nella sua testa durante il riscaldamento. Ed è lì che è emersa la chiave di tutto.
Mi ha detto: “Durante il warm-up mi ripeto: sbaglierò come l’altra volta.”
A quel punto è stato subito chiaro perché la sua ansia esplodesse proprio in gara.
Quella frase – “sbaglierò come l’altra volta” – è un tipico esempio di interferenza mentale: un pensiero che proietta la mente nel futuro, verso un errore immaginato, carico di paura e tensione. Un pensiero così porta l’atleta a visualizzare l’errore, e di conseguenza l’ansia aumenta, il corpo si irrigidisce, il respiro si blocca, il focus si sposta sulla preoccupazione… e il cavallo percepisce tutto.
E come può reagire un cavallo quando sente il proprio cavaliere ansioso, confuso e fisicamente rigido?
Molto probabilmente sarà meno connesso e rischierà di commettere errori.
In quei momenti la mente dell’atleta si confonde, perché l’ansia impedisce di ragionare: la mente si annebbia e il corpo diventa poco ricettivo.
Non sorprende quindi che questa giovane amazzone entrasse in campo gara in preda al panico, con la sensazione di non sapere cosa fare.
Durante la sessione di coaching abbiamo esplorato insieme quel pensiero.
Lei non si era mai resa conto di quanto quella frase la stesse sabotando: credeva fosse “solo preoccupazione”, invece era un vero e proprio segnale di allarme mentale.
Abbiamo quindi lavorato per sostituirla con qualcosa di utile, funzionale, concreto e radicato nel presente: una frase che riportasse la sua mente sull’azione e sulla tecnica, invece che sulla paura.
La frase scelta è stata: “Mi concentro sul ritmo del galoppo.”
Semplice. Chiara. Tecnica. Ancorata al presente.
Questa nuova frase ha avuto due effetti fondamentali:
1. Ha riportato la mente nel “qui e ora”
Non più nel passato (“come l’altra volta”) né nel futuro (“sbaglierò”), ma nell’unico momento davvero utile: adesso.
2. L’ha collegata immediatamente alla tecnica
Focalizzarsi sul ritmo del galoppo ha dato alla mente un compito preciso.
E quando la mente sa cosa deve fare, non lascia spazio all’ansia.
Alla gara successiva mi ha scritto subito dopo, raggiante. Mi ha detto:
“Eva, per la prima volta sono entrata in campo tranquilla. Ripetevo nella mia testa ‘mi concentro sul ritmo del galoppo’ e la mia mente era chiara. Sapevo esattamente cosa dovevo fare.”
In quella gara era lucida, presente e concentrata, perché aveva imparato a dirigere la mente.
Ed è proprio questo il cuore del coaching mentale negli sport equestri: allenare la mente a selezionare i pensieri, scegliere quelli utili ed eliminare quelli che non servono.
Così la mente diventa un alleato nella creazione di connessione e presenza.
Perché quando la mente è chiara, il cavallo lo sente.
Quando la mente è calma e sicura, il cavallo si affida a te, e nasce quella connessione che permette performance straordinarie.
Scrivimi se vuoi qualche suggerimento di allenamento mentale.
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