Giulia Martinengo Marquet e Parlanti: una storia che attraversa una vita
A Fieracavalli Verona 2025, tra un pubblico che la accoglie con l’ammirazione riservata ai grandi di questo sport, Giulia Martinengo Marquet ripercorre con noi le tappe di una vita segnata dai cavalli fin dall’inizio.

“I cavalli hanno sicuramente sempre fatto parte della mia vita, l’ho detto tante volte, ma non mi stanco di ripeterlo”, racconta. Cresciuta a Palmanova, in una casa con scuderia, immersa nella passione di sua madre e nella compagnia del fratello Riccardo, Giulia sembra destinata all’equitazione da sempre.
Il suo percorso giovanile procede con gradualità, seguendo la filosofia materna del “prima la scuola, poi lo sport”. Una formazione equilibrata che le ha permesso di crescere come atleta senza forzature, ma con consapevolezza.

Il vero salto di qualità arriva con l’incontro con Stefano Cesaretto, oggi suo marito.
“Non ho dubbi sul fatto che la mia vita sarebbe stata comunque questa; diciamo che sono stata fortunata perché unire passione e l’amore sentimentale, la comune passione, è stata la famosa ciliegina sulla torta.”
“Il cambio di passo senza dubbio c’è stato quando ho conosciuto mio marito Stefano”, ricorda. Da quel momento, l’equitazione è diventata ancora di più una scelta di vita, sostenuta nel tempo anche dall’ingresso nell’Aeronautica Militare, che Giulia definisce uno degli elementi decisivi del suo percorso professionale.

Uno sport individuale che è, in realtà, di squadra
Chi guarda da fuori l’equitazione può percepirla come uno sport individuale. Ma Giulia è convinta del contrario: “Credo che sia un grande equivoco vedere questo come uno sport individuale. È uno sport di squadra, forse ancora più di certi altri sport effettivamente di squadra.”
Un cavaliere non entra mai in campo da solo. Attorno al binomio si muove un “villaggio”, come lei stessa lo definisce. Groom, veterinari, maniscalchi, istruttori, tecnici, familiari: tutti contribuiscono a creare un equilibrio che permette al cavaliere di dedicarsi al rapporto più importante, quello con il proprio cavallo.
In questo ecosistema complesso, esistono anche partner tecnici che accompagnano l’atleta per anni. E tra questi, Giulia cita subito Parlanti: “Parlanti è in testa di gran lunga ai miei pensieri perché Daniele mi sostiene da quando sono una ragazzina.”
Il sogno di un paio di stivali: l’inizio del rapporto con Parlanti
La collaborazione tra Giulia e Parlanti non nasce da un contratto o da una scelta strategica: “Il mio unico desiderio da ragazzina era guadagnarmi il fatto che mia madre mi regalasse un paio di stivali Parlanti. Era il mio sogno, la mia ambizione.”

Quando finalmente arriva quel primo paio, non è solo un regalo: è un simbolo, il primo passo di una relazione destinata a durare anni.
Il motivo di questa lunga storia va oltre l’affetto per Daniele Parlanti. È una questione di qualità e comfort: “Mi sento vicina al mio cavallo, mi sento comoda. Indosso gli stivali ore e ore, e potrei continuare a indossarli ore e ore.”
E poi c’è la parte umana: un rapporto cresciuto negli anni e trasformato in una sorta di famiglia professionale. “È una famiglia che è cresciuta insieme”, racconta. “Gli orizzonti sono cambiati, ma noi siamo sempre gli stessi. È una cosa che mi piace tanto.”
Per Giulia, le collaborazioni di lunga durata hanno un valore speciale. Raccontano stabilità, fiducia reciproca e una visione comune che va oltre lo sport.
Famiglia, scuderia e sport: un equilibrio possibile
Amazzone, atleta, madre, professionista: Giulia incarna molte identità. Ma quando le chiediamo come riesca a gestirle tutte, risponde con semplicità: “Non è nessuna magia. Quando c’è amore, passione e un po’ di cervello, le cose si incastrano.”
Il suo segreto è il team. Le persone intorno a lei – dalla famiglia al personale di scuderia – permettono a ogni ruolo di essere svolto senza sacrificare gli altri. Stefano è un punto fermo nella vita familiare, Bianca cresce in un contesto ricco di affetto, e lo stesso vale per le sorelle che fanno parte della loro quotidianità.
“Non sono io a ricoprire mille ruoli”, spiega. “Sono tante persone che ricoprono quei ruoli insieme a me. È un quadro di cui spero tutti siano fieri.”

I cavalli del cuore di Giulia Martinengo: Athletica e Delta Del’Isle
Nella vita di ogni cavaliere esistono cavalli che segnano un prima e un dopo. Per Giulia, il primo nome è Athletica. “È stata la cavalla che mi ha portata a fare le prime gare grosse, il primo Campionato d’Europa, la prima Coppa Roma.” Athletica non era solo un’atleta straordinaria, ma una compagna di vita speciale, di cui tutti si innamoravano.
“Era una cavalla straordinaria… non aveva solo il valore sportivo. Chiunque l’abbia conosciuta se ne è innamorata… era proprio una cavalla che vedevi un’atleta diversa. Quando dici un crack, lei lo era.”
Guardando al presente, il cavallo che occupa un posto privilegiato nel cuore di Giulia è Delta Del’Isle. Con lui ha ottenuto risultati emozionanti, come il secondo posto nel Gran Premio di Ginevra e la vittoria nella prima giornata di Verona dello scorso anno. “È un cavallo con una personalità incredibile, che dà sempre tutto se stesso”, racconta.
“È un cavallo nel quale riconosco proprio delle doti straordinarie, un cavallo con una personalità incredibile”
Ogni cavallo porta qualcosa di diverso, e Giulia riconosce la fortuna di averne montati molti di grande qualità. Ma Athletica e Delta Del’Isle, dice con sincerità, restano “quelli che escono dal coro”.

La connessione con il cavallo: l’essenza di questo sport
Se c’è un concetto che Giulia difende con forza, è quello dell’importanza del rapporto con il cavallo. “Non puoi neanche dire quanto sia importante. È l’essenza dello sport. Senza quello dai solo una prestazione, dai un episodio, un risultato… ma quando vedi quella magia di risultati che si concatenano e si susseguono è perché c’è binomio e connessione.”
“Io lo dico sempre: l’80% di questo sport lo fa il cavallo e sono fiera di poterlo dire perché devono essere messi in testa a tutto.”
La vera magia nasce dalla relazione, dal tempo passato insieme, dal rispetto reciproco. Non esistono scorciatoie: un binomio autentico richiede mesi, spesso anni, per diventare tale. Ed è proprio questa profondità che rende l’equitazione, secondo Giulia, più uno stile di vita che uno sport.

Un messaggio ai giovani: ricordate perché avete iniziato
Alla fine della nostra conversazione, Giulia lascia un pensiero ai giovani cavalieri che sognano di seguire le sue orme. “Tutte le volte che si è in difficoltà, non bisogna mai dimenticare perché abbiamo cominciato. Tutti i cavalieri hanno iniziato per amore del cavallo. È quello che ci rimette dritti in carreggiata.” Un consiglio semplice, ma potentissimo, che riassume l’essenza del suo percorso.
Segui il Podcast Spotify di Horseshowjumping.tv Kiss & Cry e attiva le notifiche per non perderti la pubblicazione dell’intervista integrale.
Ph Stefano Secchi – ImageSS
Articoli correlati
Leggi “Stefano Cesaretto è il nuovo Selezionatore della nazionale italiana di salto ostacoli“
© Riproduzione riservata.
Contenuto sponsorizzato.





.png)
