Preparazione fisica del cavaliere: la catena crociata posteriore e la spirale di apertura del cavaliere
Nel percorso di preparazione fisica del cavaliere, dopo aver esplorato elementi come analisi funzionale, stabilità del bacino e indipendenza di arti inferiori e superiori, si impone un tema centrale: la coordinazione globale tra parti distinte del corpo. La qualità della performance non è determinata solo dalla forza o dalla stabilità isolate di singoli distretti muscolari, ma dalla capacità di integrarli in un sistema unico e coordinato.
In equitazione, la sinergia tra arti inferiori e superiori si esprime soprattutto attraverso le catene cinetiche crociate, in particolare della catena crociata posteriore. Ossia quei collegamenti neuromuscolari che connettono un arto superiore con quello inferiore controlaterale passando per il tronco. Una coordinazione efficiente in queste catene permette di generare movimento fluido, equilibrio dinamico e precisione degli aiuti, senza rigidità o compensi posturali.
In sella, il corpo non lavora mai per compartimenti isolati. Ogni richiesta del cavallo genera forze che attraversano il corpo del cavaliere in modo diagonale, e la capacità di gestirle senza rigidità né dispersione dipende dalla qualità dell’integrazione tra tronco, bacino e arti. Un esempio concreto: durante un salto, se manca questa integrazione, può accadere che il cavaliere perda l’equilibrio in aria, ritrovandosi con una spalla più alta dell’altra e con le gambe che scivolano indietro. Il risultato è una comunicazione meno chiara con il cavallo e una maggiore difficoltà nel gestire l’atterraggio. Al contrario, esercizi specifici che allenano il controllo del tronco – come i lavori a terra con elastici o le transizioni in sella mantenendo la consapevolezza posturale – permettono di ottenere movimenti più coordinati e una maggiore stabilità, migliorando la precisione degli aiuti.
È qui che entra in gioco la catena crociata posteriore: un insieme di muscoli e fasce che collega diagonalmente la spalla e l’anca opposte, favorendo la trasmissione efficiente delle forze durante il movimento. In situazioni asimmetriche, come nelle girate strette, nei cambi di ritmo o durante l’approccio a un ostacolo, l’uso simultaneo di gamba e mano richiede che il tronco non sia un semplice “supporto passivo”, ma un centro attivo di controllo, capace di mediare e armonizzare le richieste degli arti superiori e inferiori. Se questa integrazione manca, si osservano facilmente compensazioni: tensione nelle spalle, perdita di simmetria in sella, movimenti scoordinati e una comunicazione meno efficace con il cavallo.
Cos’è la catena crociata posteriore
La catena crociata posteriore, nota anche come posterior oblique sling, è costituita da un insieme di muscoli e fasce che si estendono diagonalmente attraverso il corpo, mettendo in relazione il gran dorsale di un lato con la fascia toracolombare e il gluteo massimo controlaterale. Questa struttura forma una spirale che collega una spalla all’anca opposta, creando una rete di supporto fondamentale per la stabilità del tronco.
Comprendere la disposizione anatomica è essenziale, ma è proprio nella transizione verso la funzione che questa catena rivela la sua importanza per i cavalieri: la connessione anatomica diventa il meccanismo chiave per il controllo posturale e la trasmissione delle forze durante la pratica equestre.
Dal punto di vista funzionale, la catena crociata posteriore interviene in movimenti come l’extra-rotazione dell’anca, la supinazione del piede, il controllo anti-rotazionale del tronco e la trasmissione efficace delle forze tra arti inferiori e superiori. Queste azioni sono indispensabili quando il cavaliere deve gestire le sollecitazioni diagonali generate dal movimento del cavallo.
Perché è centrale nel gesto equestre
In sella, il cavaliere è costantemente sottoposto a forze torsionali generate dal movimento del cavallo. Pensiamo a situazioni concrete:
- una girata in appoggio
- una transizione verso una maggiore raccolta
- l’atterraggio dopo un salto
- la necessità di mantenere una mano stabile mentre il bacino si adatta
In tutte queste situazioni, il corpo del cavaliere deve ruotare senza collassare, aprirsi senza irrigidirsi e mantenere continuità di assetto. La catena crociata posteriore consente proprio questo:
stabilizzare il tronco mentre il bacino e gli arti si muovono, evitando compensi e perdite di simmetria.
Quando questa catena è inefficiente o affaticata, compaiono segnali molto chiari:
- rigidità del busto
- perdita di fluidità nelle girate
- mano che si irrigidisce quando aumenta la richiesta di gamba
- difficoltà a mantenere una posizione elastica nelle fasi dinamiche
Riconoscere questi segnali durante l’allenamento è fondamentale per intervenire con esercizi mirati, come la serpentina al galoppo o il lavoro con elastici a terra, che rafforzano la coordinazione tra spalla e anca opposta, migliorando la qualità della comunicazione con il cavallo e l’efficacia del gesto equestre.
Allenare la catena crociata posteriore: principio chiave

Allenare questa catena non significa “fare torsioni a caso”.
L’obiettivo è integrare stabilità e rotazione, lavorando su movimenti diagonali controllati che riproducano le richieste reali della sella.
Il cavaliere deve imparare a:
- trasferire carico da un arto all’altro
- controllare le rotazioni del tronco
- mantenere apertura e allineamento senza perdere equilibrio
Esercizio funzionale: affondo diagonale con trazione elastica
Obiettivo
Allenare la catena crociata posteriore e il controllo anti-rotazionale del tronco durante un carico asimmetrico.
Focus muscolare
Gran dorsale, gluteo massimo controlaterale, fascia toracolombare, muscolatura profonda del core.
Esecuzione
In posizione eretta, eseguire un affondo diagonale portando una gamba indietro e leggermente incrociata. Contemporaneamente, effettuare una trazione dell’elastico con il braccio opposto, mantenendo il busto stabile e allineato.
Perché è utile per il cavaliere
Questo esercizio riproduce una condizione tipica della sella: una parte del corpo genera forza mentre l’altra deve stabilizzare. Migliora la capacità di mantenere apertura del tronco, stabilità del bacino e continuità del gesto durante richieste asimmetriche, come girate e cambi di equilibrio.
Consiglio tecnico
La priorità non è l’ampiezza del movimento, ma il controllo. Il bacino deve rimanere stabile, il busto aperto e la trazione fluida, senza rotazioni eccessive.
La catena crociata posteriore rappresenta uno degli anelli più importanti tra stabilità e mobilità nel cavaliere. Allenarla significa rendere il corpo capace di assorbire, trasferire e restituire le forze generate dal cavallo, mantenendo precisione, elasticità e qualità degli aiuti.





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