L’ultimo abbraccio di Nietzsche: la storia del cavallo di Torino

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Nietzsche e i cavallo di Torino

Friedrich Nietzsche è considerato uno dei filosofi tedeschi più influenti della storia occidentale. Nato nel 1844 a Röcken, vicino a Lipsia, mostrò fin da giovanissimo un intelletto brillante che lo portò, a soli 24 anni, a ottenere la cattedra di lingua e letteratura greca all’Università di Basilea. Nonostante la precoce carriera accademica, la sua vita prese presto una nuova direzione.

La malattia e l’abbandono dell’insegnamento

Dopo circa dieci anni di insegnamento, Nietzsche iniziò a manifestare i primi sintomi di una malattia debilitante che negli anni successivi si sarebbe aggravata. Questa condizione lo costrinse a lasciare l’università e a dedicarsi completamente all’attività filosofica. In questo periodo viaggiò molto tra Svizzera, Francia e Italia, cercando sollievo e ispirazione.

Nel 1882 incontrò a Roma Lou von Salomé, figura determinante nella sua vita personale. Nietzsche se ne innamorò profondamente e le chiese più volte di sposarlo, ma i suoi rifiuti contribuirono a un crescente stato depressivo. A ciò si aggiunsero i difficili rapporti familiari, in particolare con la madre e la sorella, che alimentarono il suo senso di isolamento.

Il pensiero di Nietzsche: nichilismo, critica alla cultura occidentale e superuomo

Il nucleo del pensiero nietzscheano ruota attorno alla critica radicale della cultura occidentale, del Cristianesimo, della scienza e della morale tradizionale. Secondo Nietzsche, la filosofia occidentale ha favorito il nichilismo, cioè la riduzione della vita a un valore insignificante, generando individui passivi, repressi e incapaci di affermare se stessi.

Per Nietzsche, la verità ultima della vita è che essa non possiede un significato prestabilito: proprio per questo dovrebbe essere vissuta seguendo i propri desideri e istinti, senza lasciarsi condizionare da strutture rigide e normative morali.

La volontà di potenza e l’oltreuomo

In contrapposizione alle “forze passive” che dominano l’Occidente, il filosofo introduce la volontà di potenza, una forza creativa e attiva che permette di decostruire i valori tradizionali e di affermare la propria individualità.

Il protagonista di questa rivoluzione interiore è l’oltreuomo (o superuomo), un individuo capace di superare i limiti umani, abbracciare la sofferenza come esperienza formativa e attribuire da sé un significato alla propria esistenza. La sofferenza, secondo Nietzsche, è infatti ciò che spinge l’essere umano a cercare una comprensione più profonda della vita.

Il crollo mentale e il famoso episodio del cavallo di Torino

La vita personale di Nietzsche fu segnata da dolori fisici, delusioni affettive e un progressivo deterioramento mentale. Il momento decisivo avvenne a Torino, il 3 gennaio 1889, quando il filosofo vide in Piazza San Carlo un cocchiere che colpiva con forza il suo cavallo, stremato e incapace di proseguire. L’animale era ormai allo stremo, incapace di compiere un solo passo. Nonostante l’evidente esaustione, il cocchiere continuava a colpirlo con violenza, nel tentativo di costringerlo ad avanzare. La scena sconvolse profondamente Nietzsche, che accorse verso il cavallo, rimproverò il cocchiere per la sua brutalità e, vinto dall’emozione, si chinò ad abbracciare l’animale riverso a terra, scoppiando in lacrime.

Questo episodio rappresentò l’inizio del suo collasso mentale definitivo. Dopo quel giorno non recuperò più equilibrio psichico e fu ricoverato in diverse cliniche psichiatriche fino alla morte, avvenuta nel 1900 a Weimar.

Sebbene Nietzsche non fosse noto per una particolare sensibilità verso gli animali, quel cavallo divenne simbolicamente il suo ultimo contatto autentico con un altro essere vivente. Molti hanno interpretato le parole sussurrate come una sorta di richiesta di perdono rivolta all’umanità intera, colpevole di infliggere dolore e ingiustizia.

La vita e il pensiero di Friedrich Nietzsche continuano a esercitare una profonda influenza sulla filosofia contemporanea. La sua critica radicale della morale, la riflessione sul nichilismo e la figura dell’oltreuomo rappresentano ancora oggi temi centrali nel dibattito filosofico. La sua tormentata esistenza, culminata nel celebre episodio del cavallo di Torino, testimonia l’intensa sensibilità con cui il filosofo percepiva il dolore del mondo.

Beatrice Anedda

Fonte: Storia della filosofia occidentale, Bertrand Russell.

© Riproduzione riservata.

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