La serenità del cavallo: comprendere la natura per costruire un vero rapporto

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una ragazza accarezza il muso di un cavallo grigio

La serenità mentale di un cavallo non è un dettaglio secondario, ma il fondamento stesso di un rapporto equilibrato e produttivo con il suo cavaliere. Perché un cavallo diventi un compagno affidabile, attento e collaborativo, è indispensabile che il suo regime di vita rispecchi il più possibile le sue abitudini naturali. Movimento, socialità, alimentazione adeguata e un addestramento rispettoso non sono optional: sono la base della sua salute fisica ed emotiva.

Un regime di scuderia adeguato

In natura, i cavalli vivono in branco, si muovono per molte ore al giorno e dedicano gran parte del loro tempo al pascolo. Ogni deviazione significativa da queste abitudini può generare stress. Nelle scuderie moderne, pur con spazi e tempi limitati, è fondamentale ricreare un ambiente che permetta al cavallo di esprimere almeno in parte i suoi comportamenti istintivi.

La possibilità di uscire regolarmente, pascolare, osservare ciò che accade intorno e interagire con altri cavalli contribuisce in modo determinante al benessere dell’animale. Al contrario, l’isolamento, la noia e la mancanza di movimento possono provocare tensione, calo del tono muscolare e l’insorgere di comportamenti indesiderati.

Ogni cavallo, però, è un individuo. Alcuni amano la compagnia costante, altri apprezzano momenti di solitudine; alcuni soffrono se non escono ogni giorno, altri trovano sicurezza in uno spazio più contenuto. Il compito del cavaliere è osservare con attenzione e comprendere quali esigenze predominano nel proprio compagno.

Accettare il cavaliere: un legame che nasce dal rispetto

Un cavallo che sta bene con sé stesso è anche un cavallo che accetta volentieri il proprio cavaliere. Quando è trattato come un partner e non come una macchina, sviluppa entusiasmo, partecipazione e fiducia. Chi ha assistito al galoppo giocoso di un gruppo di cavalli o ai piccoli suoni di eccitazione che alcuni emettono prima di un salto conosce bene la gioia che possono provare nel movimento e nell’attività.

I segnali di un cavallo sereno sono chiari: orecchie morbide, sguardo tranquillo, respiro regolare, movimenti fluidi. È un animale che comprende ciò che gli viene richiesto e sceglie di collaborare, non uno che si sottomette per mancanza di alternative. Un cavallo succube, privo di autonomia, non potrà mai esprimere appieno il proprio potenziale.

Il valore dell’addestramento intelligente

L’addestramento svolge un ruolo cruciale nello sviluppo mentale del cavallo. Un buon training non trasforma soltanto le capacità atletiche, ma costruisce fiducia, sicurezza e capacità di problem solving. I cavalli ben addestrati sono attenti, sensibili, concentrati e determinati. Imparano a modulare le loro reazioni in base a ciò che accade intorno a loro e a ciò che il cavaliere chiede.

La responsabilità, però, è dell’uomo. Data la condizione di cattività in cui il cavallo vive, l’addestratore deve essere in grado di comunicare con chiarezza, pazienza e sensibilità. Spesso i cosiddetti “problemi comportamentali” non sono altro che reazioni a incomprensioni, paure o carenze nel metodo. Le risposte impulsive, l’ostinazione apparente o la lentezza nell’apprendimento sono molto simili a quelle di un bambino spaventato. Raramente sono indice di vera “stupidità”.

Pascolo, alimentazione e gestione quotidiana

Un’alimentazione il più possibile vicina al naturale – fieno ed erba di buona qualità, somministrati frequentemente e in piccole quantità – contribuisce fortemente alla serenità del cavallo. Una volta stabilito un buon equilibrio mentale, si possono introdurre cibi più energetici, come avena o frutta secca, in funzione del tipo e della quantità di lavoro svolto.

Le ricerche mostrano chiaramente come il tempo dedicato al pascolo, al movimento e alla socializzazione influisca sul comportamento. Un cavallo allo stato brado passa fino al 60–70% del suo tempo a cercare cibo. Un cavallo in box singolo, se non gestito con attenzione, trascorre gran parte della giornata immobile e senza stimoli: una condizione lontanissima da quella naturale.

Gli animali che vivono in scuderie con box ampi, in cui possono vedersi e toccarsi, e che hanno fieno sempre a disposizione mostrano un comportamento molto più simile a quello dei cavalli liberi e sono, in generale, più sereni.

I vizi di scuderia: campanelli d’allarme da non ignorare

Quando un cavallo vive in condizioni innaturali può sviluppare vizi di scuderia: il “ballo dell’orso”, la rosicatura del legno, il ticchio d’appoggio o i movimenti compulsivi in cerchio. Questi comportamenti, oltre a segnalare disagio, provocano un rilascio di endorfine che crea una sorta di dipendenza: il cavallo entra così in un circolo vizioso dannoso per la salute, come l’usura degli incisivi nel caso della rosicatura.

Alcuni soggetti sono geneticamente predisposti, ma nella maggior parte dei casi la causa è la noia, la frustrazione o la mancanza di movimento. Un regime di scuderia equilibrato – più libertà, più compagnia, più alimentazione naturale – è la misura preventiva più efficace.

Conclusione

La serenità del cavallo non è solo un concetto etico, ma un pilastro imprescindibile per ottenere prestazioni migliori, un rapporto più profondo e una convivenza serena. Conoscere la natura equina, rispettarla e adattare la gestione quotidiana alle esigenze del singolo individuo permette di prevenire problemi comportamentali e favorisce la nascita di un legame autentico.

Un cavallo sereno è un cavallo che lavora meglio, vive meglio e rende migliore anche l’esperienza del suo cavaliere.

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