La storia, la passione e l’interpretazione di Hrvoje Dumančić
Quando l’Arte ci racconta il cavallo
Hrvoje Dumančić, nato a Zagabria nel 1975, è uno scultore croato che porta nel cuore una grande passione per i cavalli e che riesce ad esprimerne la bellezza più intima attraverso la creazione di opere uniche nel loro genere.
Caratterizzate dalla composizione predominante di materiali naturali, le sue raffigurazioni sono in grado di catturare l’essenza di questi animali nel loro lato più straordinariamente semplice e naturale; espressione di armonia, ritmo, eleganza ed equilibrio, ogni scultura racconta una storia ed è in grado di dar vita ad un’emozione.
Il suo talento artistico unito ad un profondo amore per questi animali lo portano ad essere riconosciuto come uno dei più grandi artisti ed interpreti del mondo equestre del giorno d’oggi. Il team di HorseShowJumping.tv ha voluto conoscerlo più da vicino, per comprendere la storia e la filosofia artistica del suo mondo, Horseland, il grande e ammirevole progetto dedicato internamente al cavallo.
Il percorso artistico e il legame imprescindibile con il mondo equestre
Fin da bambino, all’età di circa 7 anni, inizia a a dimostrare interesse per l’arte, e non solo. L’amore per l’equitazione cresce in parallelo, e il cavallo diventa un compagno protagonista nella sua vita, sia dal punto di vista artistico che sportivo.
Non nasce solo come sculture, ma anche come cavaliere: all’età di 14 anni inizia ad intraprendere un percorso agonistico nel salto ostacoli, che lo porta nel 1992 ad essere vicecampione della Junior Equestrian League della Croazia.
Il suo sogno era inizialmente diventare veterinario o cavaliere professionista, ma il corso della vita lo porta a realizzarsi come grande artista equestre capace, di dare un’interpretazione unica a questo animale: “Da bambino sognavo di diventare veterinario o rider professionista, ma la vita a volte ti porta in una direzione diversa, che scopri non essere poi così male. Ora sono un artista equestre che vuole celebrare l’impatto significativo che i cavalli hanno nelle nostre vite. Spero di contribuire, nel mio piccolo, nella promozione e celebrazione di questo animale nell’arte.”
Il suo percorso artistico si affina con una Laurea presso The School of Applied Art & Design, proseguendo i suoi studi all’Academy of Fine Arts of Zagreb, continuando con la specializzazione in Scultura.
L’anno scorso ha completato il Dottorato, ultimando il progetto “Horse sculpture as a visual representation of a childhood memory”: un viaggio introspettivo simboleggiato dal cavallo a dondolo, figura rappresentante dell’infanzia e del confronto con le emozioni e i ricordi del suo passato, come ci spiega.
“Ho scelto il cavallo a dondolo come simbolo antropologico dell’infanzia per aprire un confronto con le mie emozioni e la memoria collettiva dell’osservatore. Sono ricordi di quando ero bambino che ho costruito insieme ai cavalli con cui sono cresciuto, e legati alle circostanze di vita che mi hanno plasmato durante la crescita. Ritengo che sia fondamentale coltivare i ricordi e le esperienze, perché ci trasformano nelle persone che siamo oggi. L’infanzia è il primo ma significativo periodo che ci portiamo dietro nella vita come un ricordo speciale”
Tra i numerosi riconoscimenti e premi, condivide con noi l’emozione per l’esordio al Salon ArtCheval di Saumur nel 2002, dove vince il primo premio per la scultura Aramis, in onore di un cavallo particolarmente significativo nella sua vita, grande fonte di ispirazione per diversi suoi lavori.
Il rapporto unico con il cavallo come maestro di vita, e le fonti di ispirazione
“Non mi sono mai realmente soffermato sul perché i cavalli sono la mia fonte di ispirazione” ci racconta, “con il tempo ho capito che sento un legame speciale con i cavalli; da ragazzo, ho trascorso più tempo con i cavalli nelle scuderie che con i miei coetanei. Questi animali sono diventati i miei veri insegnanti di vita”.
Ed i loro insegnamenti e le emozioni che hanno costituito i suoi ricordi, e che tutt’oggi caratterizzano il suo presente, si riflettono nelle proprie creazioni.
“Quando montavo, avevo la sensazione di diventare un tutt’uno con il cavallo: le sue gambe diventavano mie, la sua forza e la sua sensibilità diventavano mie; quando poi scendevo, ero di nuovo un bambino”.
Ciò che guida la sua ispirazione, non è solo meramente la figura del cavallo e la sua bellezza, sono le emozioni e le sensazioni che vengono a lui trasmesse che ritrovano forma e vita attraverso le sue opere.
Per lui creare arte significa poter entrare in un altro mondo, “dove il tempo si ferma e ogni momento diventa significativo” continua “quando lavoro ad una scultura, mi sento completamente immerso nel processo creativo, cercando di imprimere le emozioni più profonde attraverso il materiale che plasmo”.
L’ispirazione proviene quindi da varie fonti, strettamente legate al cavallo, ma intrinsecamente guidata dal passato, con i ricordi dell’infanzia, e dal presente delle esperienze attuali, come descrive: “I momenti del passato portano con sé nostalgia ed emozioni che trasmetto attraverso il mio lavoro. Il presente della vita quotidiana, le persone che mi circondano, la natura e le emozioni attuali giocano un ruolo fondamentale”.
Nel corso della sua vita, ogni cavallo che ha incontrato e montato ha contribuito a ricordi ed emozioni che ancora oggi rivivono attraverso le sue sculture. Oggi però, al di fuori del suo studio, dedica tempo e amore alle sue due cavalle: Etoile, con la quale ha gareggiato per 10 anni fino al suo ritiro dovuto ad un infortunio; e la figlia Bisou, una puledra di 6 anni, con cui è tornato a gareggiare.
Non da meno sono per lui importanti le fonti di ispirazione infatti come cavaliere, trovando esempio principalmente in professionisti del settore che curano particolarmente l’aspetto etologico, la psicologia e rispettano la natura del cavallo, citando Pierre Durand e John Whitaker, e Peder Fredricson e Henrik von Eckermann.
Horseland, forme e sensazioni create dalla natura
Questo ammirevole progetto nasce dal desiderio di creare opere d’arte strettamente connesse alla natura e ai cavalli, ma accessibili ad un pubblico più vasto. Prediligendo l’impiego di materiali naturali, come argilla, terracotta, bronzo e legno, il processo di creazione di ogni scultura implica un profondo rispetto per l’ambiente e per i cavalli in quanto rappresentanti della forza della natura stessa.
Per fronteggiare degli standard legati alla produzione artistica post-industriale, dell’alta tecnologia e dei suoi ritmi veloci, l’artista propone solo materiali naturali e seguendo le tradizioni dimenticate di maestri classici, senza tempo. Ogni opera è realizzata a mano nel suo studio Zagabria. L’artista infonde in ogni scultura non solo le proprie emozioni, ma anche l’energia del luogo in cui vive e lavora.
Ogni pezzo rende omaggio al cavallo come creatura iconica che storicamente collega l’uomo alla natura, trattata da Dumančić in modo estremamente personale, intimo. Non concerne quindi questo animale come simbolo di potere, orgoglio e potenza, ma vuole rivelarne piuttosto quella che può essere definita “l’anima infinita” di un cavallo, sensibile e fragile quanto quella di noi umani. Questa è la base filosofica e personale che vive in ogni singolo elemento di Horseland.
Quando gli viene chiesto da altri artisti, ammiratori, amici e osservatori, “Ma perché solo i cavalli?”, lui risponde che non si tratta di una scelta razionale, bensì di un viaggio libero che ha intrapreso spontaneamente, come se, difatti, non avesse dovuto scegliere: “come la vita stessa, quella dei cavalli è una vita che per natura segui e che a sua volta ti segue”.
Altre informazioni e curiosità di questo favoloso mondo creato dall’artista si possono trovare sul sito ufficiale https://www.horseland.online e https://dumancic.hr
R. Guatteo
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