Rubrica-testi: La zoppia del cavallo

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Diamo spazio ora alla nostra personalissima rubrica veterinaria che
tratta la zoppia del cavallo, dalla guida redatta dal dott.Vittorio
Meschia dal titolo: la zoppia del cavallo, conoscere per capire.
Nella prima pubblicazione abbiamo presentato il libro, il suo autore e
l’introduzione, oggi ci inoltreremo in modo più approfondito
nell’analisi della zoppia.
“La zoppia è evenienza molto variabile che può coinvolgere varie
strutture con imperfezioni talvolta evidenti talvolta difficili da
interpretare, che compromette la salute del cavallo, il suo rendimento
nel lavoro e il suo valore venale.
Non è da trascurare l’aspetto giuridico: molte cause sono derivate da
zoppie non curate o occulte. Infatti nei testi di medicina legale
veterinaria esistonointeri capitoli riguardanti proprio le evenienze che
possono portare alla recessione del contratto di vendita.
Si vuole dunque intraprendere un percorso insieme al lettore per capire
cosa sia la zoppia, quali siano le sue manifestazioni, le cause e le
concause e come si possano evidenziare.
Faremo dei paragoni con l’uomo tanto da rendere pi comprensibili certi passaggi e argomentazioni.
– L’uomo ha quattro arti, due superiori, le braccia, e due inferiori, le gambe.
– L’uomo è bipede. Il suo tronco, per mantenere la posizione eretta, è sostenuto dai due arti inferiori.
Le estremità distali degli arti, mani e piedi sono dotate di cinque dita (pentadito).
-Il cavallo è un quadrupede. Per mantenere la posizione orizzontale
rispetto al terreno il suo corpo è sostenuto da quattro arti: due
anteriori corrispondenti alle nostre braccia e due posteriori
corrispondenti alle nostre gambe.
-Il cavallo nella preistoria era pentadattilo. Le estremità degli arti erano dotate di cinque dita.
La forza di sopravvivenza ha portato nel tempo ad una trasformazione con una modifica della struttura anatomica degli arti.
Questi nuovi caratteri nell’evoluzione diverranno caratteri ereditari
dominanti. Delle cinque dita è rimasto un solo dito per ciascun arto
(perissodattilo) mentre le altre quattro dita sono involute.
Oggi le riconosciamo nei metacarpei e nei metatarsei accessori,
denominati in modo semplice ditini, e nelle castagnole, propaggini di
tessuto ungueale presenti nella parte interna degli avambracci e dei
garretti.
I metacarpei e i metatarsei principali e le tre falangi si sono invece
considerevolmente sviluppati, tanto da rendere gli arti delle
formidabili leve capaci imprimere movimenti e spostamenti del corpo del
cavallo rapidi, veloci e prolungati: basta osservare il galoppo sfrenato
di un branco di cavalli allo stato brado, la carica di uno squadrone di
cavalleria o la foulèe dei cavalli purosangue“.(Introduzione Parte 2, Dott. Vittorio Meschia)(MC)

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