Un weekend di eccellenza per il volteggio italiano: l’intervista al giudice Rob de Bruin
Il Centro Ippico Monzese di Villasanta ha ospitato un evento di grande rilevanza per il volteggio italiano, organizzato dalla FISE. Protagonisti del weekend sono stati Lorenzo Lupacchini, tecnico federale e atleta di fama internazionale, che ha guidato le sessioni di allenamento per gli atleti di alto livello, e Rob de Bruin, Giudice FEI 4* e formatore d’eccellenza, che ha curato i corsi di longia per tecnici di primo e secondo livello. L’iniziativa ha confermato l’importanza data dalla Federazione alla formazione continua per lo sviluppo di tale disciplina.
Abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Rob de Bruin, figura centrale nel panorama del volteggio internazionale. Attraverso le sue parole, emerge una visione chiara: investire sulla qualità, promuovere il lavoro di squadra e valorizzare il legame tra atleti, tecnici e cavalli sono i pilastri per crescere a livello competitivo nel panorama internazionale.
La formazione come motore di crescita
“La formazione è la chiave per crescere,” ha dichiarato Rob de Bruin, sottolineando quanto sia cruciale investire su programmi educativi per giudici, tecnici e atleti. “Senza una base solida, è difficile progredire. È come costruire una casa senza fondamenta.”
L’Italia sta compiendo passi importanti in questa direzione, come dimostra l’aumento del numero di giudici FEI. “Anche in Italia la FISE investe nell’educazione degli ufficiali di gara. Attualmente ci sono due giudici FEI italiani, ma il prossimo anno penso ce ne saranno cinque. È un risultato che rafforza la credibilità del volteggio italiano nel contesto internazionale e che contribuirà a migliorare il livello tecnico delle competizioni,” ha spiegato.
Secondo Rob de Bruin, questi corsi non solo migliorano le competenze individuali, ma creano anche una rete di confronto e collaborazione. “Allenarsi insieme, condividere esperienze, non restare isolati. È così che si cresce,” ha ribadito, evidenziando quanto sia essenziale il lavoro di squadra, sia tra tecnici che tra atleti.
Il ruolo del cavallo nella competizione
Un aspetto centrale del volteggio è il ruolo del cavallo, non solo come supporto, ma come vero e proprio protagonista della performance. “Il 25% del punteggio totale in gara è riservato al cavallo,” ha spiegato de Bruin. “Puoi essere un eccellente volteggiatore, ma senza un cavallo ben addestrato e di qualità, è quasi impossibile ambire a una medaglia.”
Nei concorsi internazionali, due giudici su otto sono dedicati esclusivamente alla valutazione del cavallo. Questo punteggio, combinato con quelli artistici e tecnici, è determinante per il risultato finale. “I migliori atleti raggiungono spesso punteggi tra 9 e 10 nella tecnica, ma è raro che un cavallo ottenga un punteggio superiore a 8. È qui che si fa la vera differenza,” ha sottolineato.
In Italia, il livello medio dei cavalli è considerato buono, ma c’è margine per migliorare ulteriormente, come sempre e in tutti gli ambiti. “Serve una formazione mirata per addestrare i cavalli a rispondere al meglio alle esigenze del volteggio,” ha aggiunto, auspicando un maggiore impegno in questa direzione.
La carriera di Rob de Bruin: dall’atleta al giudice
Rob de Bruin ha condiviso con noi il suo percorso personale, che lo ha portato a diventare uno dei giudici più rispettati nel panorama internazionale. “Ho iniziato a volteggiare a sedici anni, un’età considerata tarda, soprattutto in Olanda, dove il volteggio era poco sviluppato,” ha raccontato. Nonostante ciò, solo due anni dopo, è diventato campione nazionale olandese.
“La competizione non era molto alta, devo ammetterlo, ma quell’esperienza mi ha insegnato molto. È stato il trampolino di lancio per intraprendere una carriera tecnica e, successivamente, quella di giudice,” ha ricordato.
“Diventare giudice mi ha reso un allenatore migliore. Vivere sulla propria pelle entrambi i lati della medaglia aiuta a cogliere aspetti che spesso sfuggono.”
Il giudizio e il valore del lavoro italiano
Un punto che de Bruin ha voluto evidenziare riguarda la professionalità dei giudici italiani FEI. “Hanno un livello di competenza eccellente e rappresentano un esempio da seguire,” ha commentato. Il loro contributo non solo eleva il livello delle competizioni, ma rafforza anche la fiducia nelle valutazioni da parte degli atleti.
Il sorriso degli atleti è l’obiettivo
L’aspetto umano è al centro della visione di Rob de Bruin. Nonostante l’importanza dei risultati, ciò che lo motiva davvero è vedere la felicità negli occhi degli atleti. “Per me, un giorno è speciale quando vedo volteggiatori o bambini con un grande sorriso sul volto. Per quanto si possa puntare alle medaglie, ciò che conta davvero è che le persone si divertano con i loro cavalli. Se riesci a farli felici, hai avuto una buona giornata.”
Questa riflessione racchiude l’essenza del volteggio: una disciplina in cui tecnica, passione e collaborazione si fondono per creare un trinomio unico: atleta/i, cavallo, longueur. L’evento al Centro Ippico Monzese è stato un esempio tangibile di come, attraverso la formazione e il lavoro di squadra, si possa costruire un futuro più brillante per il volteggio italiano, mettendo in luce l’importanza di un approccio integrato alla disciplina, con tecnici, atleti e cavalli che lavorano in sintonia per raggiungere nuovi traguardi.
La strada è tracciata: investire nella formazione e coltivare il legame speciale tra cavallo e atleti sono gli ingredienti per il successo. E, come ci ricorda Rob de Bruin, nulla è più gratificante del sorriso di chi vive a pieno la magia di questo sport.
Testo e foto di HSJ.tv (c) Alessandra Ceserani
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