Come prevenire e curare le ragadi nel cavallo
Le ragadi nel cavallo rappresentano una condizione cutanea piuttosto frequente, localizzata prevalentemente nella regione posteriore del pastorale, in particolare sui glomi e, in alcuni casi, nella parte palmare del nodello. Nonostante il termine “ragadi” possa evocare l’immagine di semplici spaccature cutanee, in realtà questa patologia coinvolge un’infezione della pelle causata da una varietà di patogeni opportunisti. Tra questi si annoverano batteri come quelli delle famiglie del Dermatophilus e degli Staphylococchi, oltre a miceti, che proliferano in condizioni di umidità persistente.
Cause delle ragadi: un problema legato all’ambiente
La principale causa di insorgenza delle ragadi è l’esposizione prolungata del cavallo a condizioni ambientali umide. Questo si verifica quando l’animale trascorre molto tempo su terreni fangosi, pascoli bagnati o in prossimità di aree dove si accumula acqua, come attorno agli abbeveratoi o nei punti in cui si accumula fango nei paddock. Anche i cavalli che lavorano spesso su terreni bagnati o fangosi durante le attività quotidiane sono maggiormente a rischio di sviluppare questa condizione.
Sebbene il terreno possa sembrare asciutto in superficie, anche piccole sacche di fango o acqua stagnante possono rappresentare un rischio elevato per i cavalli che vi sono esposti regolarmente; l’umidità costante favorisce infatti la macerazione della pelle nella regione del pastorale e dei glomi, facilitando la penetrazione di agenti patogeni.
Un fattore di rischio spesso sottovalutato è l’intervento umano, come il taglio dei ciuffi di pelo che naturalmente sporgono dalla regione del nodello. Questo pelo svolge una funzione essenziale di drenaggio dell’acqua e del sudore lungo l’arto del cavallo, permettendo al liquido di scivolare direttamente a terra. Tagliare questi ciuffi per ragioni estetiche elimina una delle principali difese naturali dell’animale, consentendo all’acqua di scorrere verso il pastorale e di accumularsi sui glomi, aumentando l’umidità locale e, di conseguenza, la predisposizione alle infezioni. I cavalli con nodelli particolarmente alti sono ulteriormente predisposti a questa patologia, poiché la conformazione fisica favorisce ulteriormente il ristagno di umidità nella zona dei glomi.
Manifestazioni cliniche delle ragadi, come riconoscerle?
Nelle fasi iniziali, le ragadi si manifestano con tumefazione e arrossamento cutaneo nella regione palmare del pastorale e sui glomi. Al tatto, queste aree risultano spesso sensibili e dolorose, un segnale di disagio che può essere osservato anche nel comportamento del cavallo, che tenderà a mostrare segni di irritazione o difficoltà di movimento.
Successivamente, la condizione evolve verso una fase essudativa, durante la quale la pelle inizia a produrre un liquido chiaro o giallastro. Questa secrezione può variare in quantità a seconda della gravità dell’infezione e della durata dell’esposizione all’umidità. Nelle fasi più avanzate, le lesioni diventano più gravi: si osserva un ispessimento cutaneo, la comparsa di aree alopeciche (prive di pelo) e la formazione di piaghe ed escoriazioni che diventano estremamente dolorose per l’animale.
Le ragadi avanzate possono compromettere gravemente la mobilità del cavallo, rendendo difficile la deambulazione e causando dolore costante. Se non trattate in modo tempestivo, le lesioni possono approfondirsi, diventando più difficili da curare e aumentando il rischio di complicanze.
Come curare le ragadi?
Il trattamento delle ragadi deve essere affrontato su più fronti per garantire una guarigione efficace e prevenire ulteriori recidive. Questo approccio include la gestione ambientale, la terapia topica e, se necessario, la somministrazione di antibiotici locali.
1. Trattamento ambientale: eliminare le cause esterne
La prima e più importante azione da intraprendere per trattare le ragadi è quella di rimuovere immediatamente il cavallo dall’ambiente umido o fangoso in cui vive. È essenziale assicurarsi che l’area in cui l’animale trascorre il tempo sia asciutta e priva di fango o ristagni d’acqua; questo può comportare una pulizia regolare della lettiera e una buona gestione del paddock, eliminando zone di accumulo d’acqua intorno ai punti di abbeverata e di alimentazione.
Una volta che il cavallo è stato trasferito in un ambiente asciutto, si deve procedere alla pulizia accurata della parte affetta. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria la tricotomia (rasatura) del pelo intorno alla zona del pastorale e dei glomi, per rimuovere eventuali ciuffi contaminati e permettere una migliore ispezione delle lesioni, una pratica che facilita anche l’applicazione dei farmaci e riduce il rischio di ulteriore infezione.
È consigliabile controllare tutti e quattro gli arti del cavallo, poiché l’umidità e il fango possono causare l’insorgenza di ragadi su più arti contemporaneamente. Identificare le lesioni allo stadio iniziale è fondamentale per intervenire in modo tempestivo e limitare i danni.
2. Terapia farmacologica per curare le lesioni cutanee
Dal punto di vista farmacologico, il trattamento delle ragadi prevede l’uso di pomate a base di ossido di zinco, una sostanza nota per le sue proprietà protettive e cicatrizzanti. Queste pomate formano una barriera sulla pelle, isolando le lesioni dall’ambiente esterno e favorendo la guarigione della cute danneggiata.
Nel caso in cui la secrezione sia particolarmente abbondante o l’infezione risulti grave, è possibile eseguire un esame batteriologico per identificare i patogeni coinvolti. Successivamente, si può eseguire un antibiogramma per determinare quale antibiotico locale sia più efficace per trattare l’infezione. Antibiotici topici specifici possono quindi essere applicati direttamente sulle aree colpite per combattere l’infezione in modo mirato.
Prevenzione delle ragadi nel cavallo
La prevenzione delle ragadi passa in gran parte dalla corretta gestione dell’ambiente in cui vive il cavallo. Garantire una lettiera sempre asciutta e pulita è essenziale per evitare l’accumulo di umidità che favorisce lo sviluppo delle infezioni. È altrettanto importante curare l’organizzazione del paddock, eliminando le aree di fango e i ristagni d’acqua nelle zone maggiormente frequentate dal cavallo.
Anche la scelta di non rimuovere i ciuffi di pelo dal nodello per ragioni estetiche può contribuire a mantenere il cavallo protetto dalle ragadi, per i motivi elencati precedentemente.
Le ragadi, pur essendo una condizione relativamente comune, possono avere un impatto significativo sulla salute e sul benessere dei cavalli se non trattate tempestivamente. La combinazione di una corretta gestione ambientale, un’attenta prevenzione e il trattamento farmacologico mirato è fondamentale per garantire la salute della pelle del cavallo e prevenire le recidive. Proteggere il cavallo dall’umidità e dall’infezione è il primo passo verso una vita sana e attiva.
In collaborazione con il medico veterinario Matteo Villa
Articoli correlati
Previeni il cancro del fettone, “no hoof, no horse”
© Riproduzione riservata.