PASSIONE CAITPR: Agricolo Italiano, di nome e di fatto!
Sui sentieri di montagna, sui campi di battaglia, nelle miniere come lungo gli argini dei fiumi, i Cavalli Agricoli hanno reso servizi inestimabili, accompagnando il cammino dell’uomo per migliaia di anni e condividendone gli alti e bassi della storia.
Il cavallo è da sempre compagno dell’uomo.
Già ventimila anni fa nelle grotte di Lascaux troviamo testimonianze importantissime che ci riconducono ad una visione ancestrale che ne attesta ed accerta l’altissimo valore.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2010 come l’anno della “biodiversità“. Da quel momento storico si è avviato a livello internazionale la revisione degli strumenti che concorreranno ad arrestare la perdita di biodiversità attraverso servizi eco-sistemici ad essa connessi. La Strategia europea, con la visione della cosiddetta “Agenda 2030“ prevede il raggiungimento degli step prioritari incentrati sulle principali cause responsabili della perdita di biodiversità in modo da ridurre la pressione che questi fattori esercitano sulla natura e sui servizi eco-sistemici nell’Unione Europea e a livello globale.
In tale contesto internazionale fortunatamente anche l’Italia si è dotata di uno strumento normativo di fondamentale importanza per garantire una reale integrazione fra gli obiettivi zootecnici di sviluppo del Paese e la tutela del suo inestimabile patrimonio di biodiversità, nel quadro delle direttive comunitarie della disciplina riferibile al Regolamento (Ue) 2016/1012 del Parlamento Europeo relativo alle condizioni zootecniche e genealogiche applicabili alla riproduzione animale e del D. Lgs n.52/2018.
La realizzazione di un Progetto di caratura nazionale come quello insito in PASSIONECAITPR M.G.P.S. si fonda per vision su una serie di parametri innovativi, mai prima d’ora considerati in altre realtà, che attraverso gli scopi statutari mirano al miglioramento genetico della razza CAITPR (acronimo di Cavallo Agricolo Italiano da Tiro Pesante Rapido) senza tralasciare aspetti sostanziali fortemente interconnessi tra loro quali la sostenibilità ambientale, l’integrazione sociale, il benessere animale, la cultura ambientale, la bio-sostenibilità e di biodinamica dei processi produttivi; alla sua conservazione ed inevitabilmente alla sua valorizzazione etica.
L’Italia vanta in assoluto il patrimonio di biodiversità più variegato al mondo.
Il cavallo occupa fin dalle origini della civiltà un posto unico – ed insostituibile – nella storia dell’uomo. Nel XII sec. a.C. si trovano diverse tracce della presenza di carri trainati da cavalli utilizzati per il trasporto di persone oltre quelli impiegato nelle attività militari, da parte del popolo degli Ittiti.
Il cavallo, in seguito alla meccanizzazione dell’agricoltura, ha subito un processo abbastanza rapido di “dismissione“ a favore di un impiego nelle attività sportive e ludico-amatoriali.
Negli ultimi 10 anni, sulla scia dei trend dettati dai nostri cugini europei, il Cavallo inteso come animale da Zootecnia finalizzato alla selezione ed all’Allevamento ha subito un processo di riqualificazione anche nelle moderne aziende agricole, veicolando in maniera calzante i concetti di eco-sostenibilità e basso impatto ambientale.
Inserito fin dagli anni 90 nelle misure dei Piani di Sviluppo Rurale dapprima nelle Fattorie Didattiche, poi in quelle Sociali, attualmente molto richiesto in progetti élitari per la riscoperta e conservazione di antiche semenze autoctone nelle lavorazioni dei vigneti a produzione biologica, il CAVALLO vanta a tutt’oggi una sentita e partecipata scia di appassionati che non perdono occasione per valorizzarlo nelle sue “modalità originarie“: il cavallo da lavoro che per secoli ha affiancato l’uomo nella vita quotidiana e da sempre ne ha costituito il “valore aggiunto“, nonché elaborato un concetto di “binomio“ ante-litteram, inteso come feeling e collaborazione.
Dal trasporto alla ranghinatura ed aratura in spazi difficilmente “gestibili” con mezzi meccanici; nel delicato lavoro della gestione delle mandrie; nella gestione degli usi civici in zone non accessibili ai mezzi meccanici, il cavallo, così come l’asino ed il mulo restano ancora una preziosa ancora di salvezza.
La naturale predisposizione verso l’uomo, la velocità nei movimenti, la capacità di manovra in spazi assolutamente ristretti, ne fanno una risorsa notevole ed assolutamente competitiva a dimostrazione e testimonianza che nel 2021 l’unica resistenza “nell’impiegare cavalli nel lavoro” è quella mentale, oltre che un’esigenza reale di re-impossessarsi del proprio tempo e forse ancor più del proprio spazio emotivo.
Lavoro in senso molto ampio del termine giacché proprio per la particolare predisposizione dovuta ad una genetica che tramanda la componente di “collaborazione ed interazione“ con l’uomo, vedono i propri cavalli impiegati nelle attività particolarmente delicate di riabilitazione equestre.
L’Italia vanta ad oggi una varietà territoriale che permette a molti allevatori di portare avanti progetti di selezione molto apprezzati anche all’estero e al contempo di lavorare quotidianamente affinché la genetica con tutti i miglioramenti ad essa legati non tralasci né dimentichi mai le tradizioni che hanno reso grandi le nostre eccellenze nel corso del tempo.
NOTA: La foto rappresenta un momento di lavoro “a trazione caitpr“ nell’Azienda Torre dei Mastro di Castellana Grotte.
L’Agricoltore è Francesco Mastroleo, la cavalla attaccata al ranghinatore e all’erpice a maglie Deianira B.
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