I piedi del cavallo: pareggio e ferratura per correggere difetti di appiombi
I difetti, sia congeniti che acquisiti, di appiombo, di forma e di meccanica possono essere corretti con il pareggio e la ferratura.
Il pareggio è l’arma con la quale si può incidere in modo graduale e non invasivo sulle parti del piede modificate e alterate e può portare anche a una voluta modifica della forma per alterare il tempo di battuta.
Per velocizzare il ritmo dell’andatura si porta il cavallo ad avere punta corta e talloni alti; questa nuova conformazione aumenta l’urto sul piede con le già descritte conseguenze e modifica notevolmente l’asse digitale, con diminuzione dell’attività ammortizzatrice degli elementi elastici.
La ferratura, tenendo conto delle caratteristiche del terreno e adattandosi alla forma del piede, lo può preservare dall’usura e può permettere una più equilibrata distribuzione delle pressioni e dei carichi su tutto l’arto.
ALCUNI PRINCIPI BASILARI
- L’appiombo regola l’intensità delle pressioni sugli elementi ossei ed elastici del dito e del piede. Se la distribuzione sarà equilibrata avremo tempi di diastole e sistole uguali con il risultato di un piede corretto nella forma e nello sviluppo.
- Le pressioni intense creano usura sulla parte più interessata.
- Le pressioni sollecitano la meccanica del piede attraverso l’attività del fettone. Il fettone, sottoposto a intense pressioni e ad usura, induce dapprima un tempo di diastole prolungato, con il risultato di una espansione della superficie de piede e conseguente cambiamento della sua forma. Al contrario il fettone sottoposto a minore pressione ed usura induce un restringimento della forma del piede per una diminuita attività di tutti i suoi componenti.
- Se le pressioni sono uguali su tutte e due le branche del fettone lo sviluppo e la forma sono regolari. Se le branche del fettone sono sottoposte a carichi non uniformi, la parte che lavora ha uno sviluppo regolare, la parte con minore attività non si consuma e appare più ispessita: diminuiscono in larghezza le ali, le mammelle e i talloni; la parte che lavora di più spinge la punta del fettone verso la parte passiva.
Prima di iniziare qualsiasi intervento è importante avviare una panoramica del cavallo a riposo e in movimento, per capire attraverso i suoi atteggiamenti e i suoi gesti quali parti devono essere corrette nel pareggio e sgravate con la ferratura.
Spesso questi interventi sono risolutivi per riordinare la distribuzione di pressioni e carichi e per risolvere problemi connessi, senza l’uso di terapie invasive.
A differenza di eminenti autori ritengo che il pareggio e la ferratura siano delle arti non dovute a una mera improvvisazione ma a una buona cono-scenza, capacità di sintesi ed esperienza. Non a caso i Francesi chiamano il maniscalco con il nome di Marechal, che suona quasi come un titolo nobiliare equestre.
- ferri normali proteggono lo zoccolo dall’usura.
- ferri ortopedici servono per correggere le anomalie di appiombo.
Molti sono i ferri che hanno una specifica applicazione. Le diverse anomalie degli appiombi possono incidere maggiormente sugli elementi ossei o sugli elementi fibro-elastici ( tendini e legamenti).
Due sono i fattori tra loro concatenati che si devono tenere presenti nel pareggio e nella ferratura:
- L’appiombo dell’arto che può modificare le pressioni sui segmenti ossei, e può accentuare o ridurre l’attività dei segmenti elastici.
- L’appiombo dell’asse digitale che determina lo sviluppo del fettone, la cui meccanica condiziona la forma del piede.
Non è possibile fornire una “ricetta” per ogni di-spiombo o anomalia del piede, poiché ogni cavallo necessita di un intervento che deve comunque essere confermato dagli effetti sul movimento e sul dolore.
Si spera che le informazioni suggerite possano permettere al lettore di capire, e che possano sollecitare le misure idonee a ripristinare il più possibile le condizioni di una regolare attività.
Alcune anomalie degli appiombi del piede possono essere la conseguenza di anomalie di altre parti dell’arto; di conseguenza ogni intervento sul piede può avere ripercussioni anche a livelli più alti.
Per non entrare in una esposizione troppo dettagliata, ci si può attenere a utili indicazioni:
- Il ferro è una barra proveniente da diversi metalli, è costituito dalla binda modellata sulla forma del piede.
- La binda ha due branche, una esterna ed una interna ed ha uno spessore ed una larghezza.
È il ferro che si deve adattare al piede e non viceversa. Il ferro è applicato sul contorno plantare e fissato con chiodi.
Aumentando o diminuendo lo spessore e l’ampiezza della binda, o restringendola, si può, come nella bilanciatura dei pneumatici, apportare correzioni benefiche a tutto l’arto.
La binda larga e svasata senza appoggio sulla suola fa diminuire le pressioni sul piede.
La binda larga non svasata con appoggio sulla suola fa aumentare le pressioni sul piede; lo stesso risultato si ottiene con la binda stretta.
AZIONI DELLA BINDA
- La binda più pesante in punta aumenta l’estensione dell’arto.
- La binda più pesante sui talloni ne diminuisce l’estensione.
- La binda esterna più pesante favorisce i movimenti di abdu-zione.
- La binda interna più pesante favorisce l’adduzione.
- La binda bassa di tallone e sbarchettata in punta favorisce l’inclinazione dell’asse digitale in estensione e ne riduce la ver-ticalità.
- La binda più alta, più larga e svasata protegge la suola e i tal-loni.
- La binda più lunga sui talloni o chiusa o a forma ovale corregge l’estensione in lunghezza e il dispiombo lungo giuntato
- e falciato.
- La binda a piani inclinati all’esterno facilita l’allargamento del piede.
- La binda a piano inclinato all’interno facilita il restringimento
- La barbetta in punta stabilizza il piede.
Due barbette laterali favoriscono la tenuta dei chiodi in piedi fragili e agevolano il contenimento del piede.
Dal libro “La zoppia del cavallo: conoscere per capire” del Dott. Meschia – Horse srl
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