Osteopatia equina – lui lo sa, sei tu che non lo sai: atm e osteopatia
Nell’ultimo decennio notevole interesse ha riscosso lo studio dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) del cavallo, in quanto sede di numerose alterazioni.
Per ATM si intende l’articolazione tra cranio e mandibola ed è responsabile dei movimenti di quest’ultima, come l’articolazione di suoni, la masticazione e la deglutizione.
Esistono problematiche dell’ATM a carattere infiammatorio, degenerativo, neoplastico, traumatico dell’articolazione stessa o date dalla contrazione dei muscoli masticatori.
I segni rilevabili nei soggetti affetti da problemi all’ATM possono essere: problemi gastrici, digestivi e intestinali, mal di schiena, problemi agli occhi (lacrimazione, congiuntiviti ricorrenti) e alle orecchie (placche, cerume e otiti), rigidità e dolore nei movimenti della testa e collo, riluttanza all’esercizio con il morso, riluttanza al movimento, mancanza di spinta nei posteriori, rigidità alla mano, rifiuto dei comandi del cavaliere e dei salti.
Questi deficit funzionali sono importanti e limitano fortemente l’attività del cavallo specialmente quella agonistica.
Purtroppo in questi casi, per la superficiale interpretazione di questi comportamenti del cavallo, essi vengono spesso confusi con problemi localizzati agli arti e trattati come tali con scarsi risultati finali.
Altro dato importante è che la maggior parte dei cavalli che vengono montati, presentano imboccatura e chiudibocca.
L’utilizzo di questi due elementi ha forti ripercussioni sull’articolazione: creano sollecitazioni e tensioni.
L’imboccatura agisce sulle parti molli della bocca e indirettamente sull’ATM, il chiudibocca crea un’azione che si manifesta sotto forma di forze distorsive che si scaricano sempre su di essa.
Tutto questo si ripercuote, a sua volta, sulla performance del cavallo.
Con queste affermazioni non sto dicendo assolutamente non si debba impiegare imboccatura e chiudibocca, ma tenere a mente e riflettere su queste cose mentre le si utilizza.
Questo è il motivo del titolo scelto: esso ha lo scopo di aprire la mente del cavaliere e renderlo cosciente di certi elementi di uso quotidiano.
Si parla proprio di “lui lo sa”, ovvero il cavallo sa di avere questa problematica, “ma tu non lo sai”, perché il cavaliere non riesce a capire subito la causa del problema e magari pensa che sia da tutt’altra parte o che la soluzione sia molto più complicata.
Basandosi sul fatto che non ci sono molti studi inerenti al trattamento osteopatico dell’ATM nel cavallo e la sua ripercussione nel lavoro quotidiano, ho voluto sperimentare uno stesso trattamento su di essa, su un campione di cavalli.
Il mio intento era quello di avere un miglioramento della performance, della gestibilità e del benessere del soggetto.
Nella mia sperimentazione ha valutato il movimento della mandibola, la forza di presa, ho eseguito una palpazione osteopatica dell’area, con il fine di evidenziare eventuali asimmetrie o “disfunzioni” e successivamente ho trattato l’animale.
Il trattamento eseguito era incentrato sull’ATM e sui suoi annessi (zone adiacenti) e connessi (zone lontane, ma connesse per via nervosa, muscolare, …).
Gli effetti post-trattamento sono stati: un diverso atteggiamento durante la monta, rilassamento generale, miglioramento della performance, notevoli cambiamenti nel lavoro in piano e nel rapporto cavaliere-cavallo durante gli esercizi.
È quindi fondamentale che anche l’ATM, come tutte le articolazioni, conservi un buon “range of motion”.
Foto e testo di Francesca Motta, Esperta in Osteopatia AnimaleHSJ ©