Intervista a Mouda Zeyada: un orgoglio dello sport equestre egiziano
Mouda Zeyada in sella allo stallone KWPN If Looks Could Kill O.h. – Longines Championship Global Tour di Miami Beach 2024 | pH Stefano Secchi
Il cavaliere 29enne è un affermato esponente di alto rilievo per il mondo del Salto Ostacoli
Il talento di Mouda Zeyada è riconosciuto a livello internazionale non solo per il suo talento naturale per il salto ostacoli, ma la sua figura rappresenta un grande traguardo che coinvolge la storia sportiva del mondo equestre egiziano.
La sua storia di successo è un esempio di come la determinazione, unita ad una grande passione e alla giusta preparazione mentale, possano permettere il raggiungimento di grandi traguardi.
Nato ad Alessandria d’Egitto nel ‘95, il suo percorso nel mondo dell’equitazione inizia a soli 6 anni. Oltre ad essere un cavaliere di fama internazionale, ha dedicato molta devozione allo studio, completando una Laurea in Farmacia. Spronato da una grande amore per i cavalli e guidato da una spiccata attitudine per il salto ostacoli, terminato il suo percorso di studi, decide che la sua vita sarebbe stata interamente dedicata ai cavalli.
Grazie alla sua forte determinazione, porta alto il nome del suo Paese nel panorama equestre, arrivando a gareggiare a soli 23 anni per FEI World Equestrian Games (nel 2018, con Cappuccino 8) e a partecipare ai Giochi Olimpici di Tokio 2021 in sella a Galanthos Shk. La partecipazione alle Olimpiadi non hanno rappresentato un traguardo personale, ma un enorme successo come pietra miliare storica del suo Paese, poiché è stata la prima volta che l’Egitto ha qualificato una squadra per le Olimpiadi nel salto ostacoli, dopo 60 anni. La partecipazione di Mouda Zeyada ha dato una grande dimostrazione del crescente livello di talento e competizione nel salto ostacoli egiziano.
“Ricordo quando, anni fa, stavo guardando le Olimpiadi con mia madre e mi disse: questo deve essere il vostro obiettivo finale. Tutto il lavoro che fai nella tua vita è focalizzato su questo obiettivo e devi portarlo a termine. In quel momento ho capito che dovevo realizzare il mio sogno e che dovevo mettermelo come obiettivo, davanti a tutto”
Mantenere il focus sugli obiettivi e saper cogliere le sfide: le virtù per diventare veri campioni
Per ottenere grandi risultati è sicuramente necessario avere un’ottima preparazione fisica, ma come ci dimostra Mouda, altrettanto impegno deve essere investito nell’allenare anche la mente: “Avere il giusto mindset e fondamentale” ci spiega, “ho imparato come pulire la mente da tutto ciò che potrebbe portarmi lontano dai miei obiettivi, per concentrarmi su quello che conta davvero, quando monto in sella. Non riesci mai a dare il meglio di te se, non hai un approccio mentale ben focalizzato sul tuo traguardo”
“Mind over matter, If you don’t mind, it doesn’t matter” è difatti il suo motto, che rappresenta perfettamente l’approccio con il quale affronta la competizione di alto livello e che guida i principi del suo percorso sportivo.
“La pressione non arriva tanto dalle altezze o dalla difficoltà tecnica del percorso” racconta, riferendosi alla sua esperienza da cavaliere professionista, “ma sta più che altro nel mantenere il focus dall’inizio alla fine, assicurandoti soprattutto che anche il cavallo sia con te, in questo”; l’approccio di Mouda Zeyada è quindi basato su un allenamento completo, che riguarda non solo l’abilità fisica di cavallo e cavaliere, ma che contempla una preparazione anche mentale per lo stesso binomio.
Dimostra così di essere un professionista che non si abbatte, pronto a dare sempre il meglio di sé. La sua motivazione sta proprio nel voler cogliere le sfide: “più le cose diventano difficili, più riesco a raggiungere il mio massimo. Monto per un un obiettivo, e più questo è grande, più posso tirare fuori la migliore parte di me”
Una grande tenacia e un approccio orientato agli obiettivi sono sue caratteristiche che contraddistinguono questo cavaliere di talento, e che ne fanno il professionista di alto livello che è oggi.
La forza del binomio non nasce in campo gara
Sebbene cavallo e cavaliere passino molto tempo in campo, sia per gli allenamenti che in gara, le basi per la creazione di un binomio vincente non si costruiscono durante la prestazione sportiva, ma il vero rapporto di fiducia parte da terra, in scuderia.
“Credo che il giusto feeling tra cavallo e cavaliere nasca fuori dal campo. Il cavallo è un animale che non può parla, ma ci comunica tantissimo con le sue le emozioni e il suo istinto. Deve sentirsi curato, importante, e capire che ti stai prendendo cura di lui. I principi dell’horsemanship hanno un ruolo chiave per creare il binomio perfetto. Ci vuole tempo, pazienza, e saper aspettare che il cavallo sia nelle giuste condizioni per dare una risposta positiva a ciò che gli stiamo insegnando”
La capacità di rispettare le tempistiche di crescita e apprendimento è cruciale per raggiungere certi risultati, ma ogni sacrificio fatto con passione porta a grandi soddisfazioni, a dimostrazione la sua esperienza con Galanthos Shk, il cavallo che lo ha accompagnato alle Olimpiadi: “abbiamo lavorato molto con Galanthos, ho preso questo cavallo quando aveva 9 anni, ed è stato molto sfidante inizialmente il mio rapporto con lui. Ma quando siamo arrivati a Tokio insieme, è stata un’immensa soddisfazione. Arrivare alle Olimpiadi con lui a rappresentare il mio Paese è stato è un’emozione indescrivibile”.
La figure significative per il suo percorso
Una grande fonte di ispirazione arriva dalla sfera familiare: sua madre ha avuto un ruolo fondamentale e ancora oggi è una figura essenziale del suo percorso, come ci ha raccontato: “Mia madre, sebbene non abbia un passato da amazzone o comunque nel mondo equestre, mi ha sempre dato un grandissimo supporto. È una donna molto forte e intelligente, che ha saputo esattamente come potermi aiutare nel costruire la mia carriera ”
Tra i diversi professionisti dai quali ha avuto il maggior supporto, cita Hesham Hatab, presidente della Federazione Equestre Egiziana e del Comitato Olimpico Equestre Egiziano: “è una figura incisiva per la mia crescita come cavaliere, capace di trasmettermi molto dalla sua grande esperienza nel mondo dell’equitazione”.
Esprime anche un grande riconoscimento a Franke Sloothak, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul 1988 e ai Giochi Olimpici di Atlanta 1996, con un bronzo alle Olimpiadi del di Los Angeles 1984: “Mi sento di dedicare i miei recenti successi a Franke Sloothak, mi ha allenato prima dei Giochi e ha avuto una grande impatto sul mio percorso”.
Come ogni cavaliere di alto livello che si rispetti, pone particolare attenzione anche al supporto del suo team: “ho un team al mio fianco davvero fantastico, che mettono il cuore in quello che fanno e lavorano con passione. Curano ogni dettaglio, sono cavalieri e groom professionisti di alto livello, senza i quali non sarebbe possibile tutto questo”.
Il ritorno con i Mexican Amigos
“E’ fantastico tornare a far parte di questa squadra. L’anno scorso il mio cavallo era ancora un po’ inesperto per certi circuiti, ma anche se è stato abbiamo dovuto lavorare molto, siamo riusciti a collaborare e posso dire che, ad oggi il mio cavallo è forse classificato tra i migliori cavalli del GCT e sta saltando straordinariamente”
Il cavallo di cui parla orgogliosamente è il prodigioso If Looks Could Kill O.h., lo stallone grigio KWPN che lo sta accompagnando in questo ambizioso circuito del Longines Global Championship, dimostrando incredibili performance e una grande intesa con il suo cavaliere.
Mouda Zeyada continua a essere una figura di spicco nell’equitazione, e la sua carriera è un esempio di dedizione, talento e passione per lo sport. È uno dei cavalieri porta alto l’onore del suo Paese nelle tappe di tutto il mondo delle competizioni equestri internazionali. Questo promettente cavaliere di alto livello ha un impatto significativo nel mondo degli sport equestri, non solo per i suoi successi personali, ma anche per il suo contributo nello sviluppo della cultura e dello standard equestre dell’Egitto.
R. Guatteo
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