Monica Iemi: una vita in rettangolo
(c) Selene Scarsi – NDFotografie
Ci sono delle persone che l’equitazione ce l’hanno dentro, si tratta di una passione che le muove e le fa andare avanti qualunque cosa accada. Monica Iemi è una di quelle persone. Con quel sorriso che illumina un’intera stanza che la caratterizza sin da quando, ragazzina, ha iniziato a farsi riconoscere nei rettangoli di tutta europa per il suo talento, la sua tenacia e quella sensibilità innata che la rende un tutt’uno con i cavalli.
Monica, classe 1983, di rettangoli ne ha calcati tanti, ha seguito i migliori istruttori ed è cresciuta tra cani e cavalli, una famiglia unita, una formazione classica e una laurea in giurisprudenza, questo solo per sottolineare la volontà con cui è riuscita a portare a termine ogni suo obiettivo.
Una giovane carriera sfavillante
Ancora prima di diventare “senior”, monica ha fatto parlare di sé, eccome! Laureata più volte campionessa italiana sia nel circuito tecnico che in quello freestyle, non si è fatta sfuggire nemmeno un anno una qualifica per far parte della squadra giovanile europea da juniores, prima e da young rider, poi.
Tanto che sembrava che i campionati d’europa fossero la sua “casa vacanze” anche se di vacanziero c’è ben poco quando da adolescente macini chilometri, ti sveglio presto ogni mattina, soprattutto nei weekend, e trascorri l’estate in maneggio anziché al mare. Tuttavia questo per monica era naturale, stare in scuderia con i suoi cavalli è da sempre ciò che la rende felice, è parte di lei.
Questa energia positiva è quella che ha sempre trasmesso ai suoi compagni di gara, roger, il primo amore, flipper, genio e sregolatezza, il saggio Princeton, Vancouver e ancora, nella storia più recente, le bellissime luminosa e Love Light, solo per citare alcuni dei tanti cavalli che l’amazzone brianzola è riuscita a portare ai massimi livelli. Dal 2005 sino allo scorso anno monica ha indossato la divisa dei carabinieri, portando grande orgoglio tra le fila dell’arma.
Nel 2023 ha deciso di lasciare l’arma per tornare a indossare, con la consueta eleganza, il frac. Dopo tanti anni era ora di rallentare, di smettere di fare la vita da “nomade” tra box, polvere e camion per dedicarsi a meno gare all’anno, seppur scelte e preparate con grande attenzione, e alla cura dei giovani a due e quattro zampe.
Rettangolo a tutto tondo
Crescendo, come è normale che sia, cambiano le aspettative e gli obiettivi ma la passione resta immutata. Da giovanissima monica ha iniziato a dedicarsi all’insegnamento presso la sua scuderia, il roncobello, tra le verdi colline di triuggio, non lontano da monza dove da sempre affianca il suo lavoro di cavaliere a quello di istruttore.
Con l’andare del tempo questa ultima professione ha iniziato ad appassionarla a sempre di più. Poter trasmettere l’entusiasmo e l’amore per i cavalli ai più giovani si è dimostrato incredibilmente soddisfacente. Veder crescere binomi affiatati, poter inculcare nelle giovani leve quell’idea di equitazione sana che da sempre contraddistingue il suo mondo è per monica un punto di orgoglio.
Negli anni, infatti, è riuscita a costruire un team speciale e affiatato che la affianca nella gestione della scuderia e degli allievi. Questo non significa certo aver appeso la sella al chiodo, questa scelta monica non la farà mai, del resto è stata avvistata montare anche con un piede rotto, nulla riuscirà a “tirarla giù” dai suoi amati cavalli.
Quello che cambiano sono le prospettive e l’occhio attento della iemi coglie il mutamento del dressage che, nonostante tutto, continua a cambiare pur restando sempre la stessa disciplina.
Passione e volontà
Il dressage, del resto, è una disciplina difficile, ci vuole tecnica, passione e voglia di lavorare con la testa bassa. Nell’equitazione non esistono scorciatoie, figuriamoci in un rettangolo. Bisogna allenarsi tanto, avere la possibilità di montare più cavalli possibile e seguire i consigli dei propri istruttori.
Ci vogliono precisione e attenzione, dietro a una giornata buona ce ne sono cento in cui sembra che nulla vada per il verso giusto, ma l’equitazione è così e il dressage lo è ancora di più.
Questi sono i valori che monica cerca di inculcare nei suoi allievi ma lo fa con il sorriso, con la gioia e con la passione, quella che la illuminava a sedici anni e che la muove ancora adesso, più di vent’anni dopo, spingendola a cimentarsi in nuovi progetti come il corso giudici, che la possono portare ad avere una visione veramente a trecentosessanta gradi su questa disciplina bellissima verso la quale la speranza è di appassionare e avvicinare sempre più persone.
In italia, del resto, sono tanti i giovani che sanno montare e che hanno voglia di imparare, proprio a questi monica consiglia di andare a fare un’esperienza all’estero, dove si respira un’aria diversa, dove il confronto è tra un numero considerevole di binomi, anche se, ogni volta che un “roncobellino” lascia il nido c’è un po’ di sofferenza, ma è così che si fa per far crescere gli allievi che, pur imparando a volare, non dimenticano mai le loro radici.
Equitazione positiva
Entusiasmo è, quindi, il carattere distintivo di questa amazzone che, nel 2025 rivedremo in sella alla sua meravigliosa Love Light, curata con amore e attenzione in seguito a un grave infortunio e pronta ad accompagnare monica ad emozionare il pubblico in tutti i rettangoli italiani, e poi tanti giovani cavalli che, con pazienza e tanto lavoro, saranno il futuro di questa appassionata amazzone che sprigiona talmente passione nei confronti del dressage da far tornare voglia di montare in sella anche chi gli stivali li ha appesi al chiodo da decenni.
Elena Pecora
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