Come migliorare la comunicazione con i figli, i consigli della Parent Coach Monia Carnevali

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Comunicare con i figli in modo efficace è una sfida per ogni genitore, specialmente in un mondo sempre più complesso e competitivo.

Tra scuderie e campi gara emergono storie di passione, sport e crescita sportiva e personale. In questo contesto Monia Carnevali ha saputo trasformare la sua passione per gli sport equestri in una professione, diventando un punto di riferimento per chi desidera imparare ad affrontare le proprie sfide emotive, sia nello sport che nella vita di ogni giorno.

Monia, già presentata nell’articolo “Affrontare le sfide emotive: i consigli dell’health coach Monia Carnevali”, ha intrapreso un percorso che l’ha portata da appassionata a professionista del settore, abbracciando un approccio che unisce competizione, consapevolezza e sviluppo personale.

La sua esperienza, tuttavia, non si limita al campo gara. Monia ha saputo trasferire il rigore e la disciplina dell’equitazione in un racconto di vita che oggi condivide come health coach, aiutando genitori e giovani atleti a navigare nelle complesse dinamiche emotive che spesso accompagnano la crescita e la competizione. In un’intervista, Monia ha condiviso con noi il suo percorso di consapevolezza, il ruolo cruciale che l’equitazione ha giocato nella sua formazione e come queste esperienze abbiano plasmato il suo approccio come coach. 

Questo articolo si propone di esplorare le sfide che i giovani affrontano oggi, con uno sguardo particolare al ruolo dei genitori, analizzando le dinamiche che Monia Carnevali ha osservato e affrontato nel suo lavoro.

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L’adolescenza e il ruolo dei genitori: come sostenere i propri figli senza sovraccaricarli

L’adolescenza è un periodo caratterizzato da profonde trasformazioni fisiche, psicologiche ed emotive, che spesso mettono a dura prova sia i ragazzi che i loro genitori. 

In un contesto in cui le aspettative sociali e scolastiche si fanno sempre più pressanti, i giovani devono affrontare una serie di sfide che richiedono un equilibrio delicato tra impegno e benessere psicologico. I genitori, a loro volta, si trovano a dover gestire queste dinamiche complesse, cercando di sostenere i propri figli senza sovraccaricarli di ulteriori pressioni.

Uno degli aspetti più critici riguarda la gestione dello stato emotivo dei ragazzi, specialmente nei momenti di conflitto e stress. I giovani, infatti, si confrontano quotidianamente con situazioni che richiedono di dimostrare il proprio valore, sia a scuola che in ambito sportivo, in un ambiente che spesso valuta il successo unicamente sulla base dei risultati ottenuti. 

Questo tipo di pressione può avere effetti devastanti sull’autostima degli adolescenti, che si trovano a dover fare i conti con sentimenti di inadeguatezza e frustrazione.

In questo scenario, il ruolo dei genitori diventa cruciale. Essi devono essere in grado di riconoscere i segnali di disagio nei propri figli e di intervenire in modo tempestivo e appropriato. 

Tuttavia, non sempre è facile per i genitori trovare il giusto equilibrio tra supporto e autonomia, soprattutto quando le aspettative sociali sembrano imporre un costante monitoraggio e controllo delle performance dei ragazzi. Per affrontare queste sfide, è essenziale che i genitori sviluppino una maggiore consapevolezza delle dinamiche emotive in gioco, imparando a gestire le proprie aspettative e a comunicare in modo efficace con i propri figli. 

Questo processo richiede tempo, pazienza e, in molti casi, il supporto di figure professionali specializzate, come i Parent Coach, che possono offrire strumenti pratici per migliorare la qualità delle relazioni familiari e il benessere emotivo dei giovani.

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L’autostima dei giovani d’oggi: il successo non dipende solo dai risultati

La società contemporanea tende a misurare il valore degli individui in base ai risultati che ottengono, un fenomeno che ha un impatto particolarmente negativo sugli adolescenti. 

In un’epoca in cui i giovani sono costantemente chiamati a dimostrare le proprie capacità, il peso del giudizio sociale può diventare insostenibile, generando un senso di inadeguatezza che mina profondamente la loro autostima e il loro senso di autoefficacia.

La cultura del risultato, così radicata nella nostra quotidianità, ha effetti particolarmente devastanti durante l’adolescenza, un periodo già di per sé caratterizzato da insicurezze e fragilità emotive. 

ragazzi che non riescono a raggiungere gli obiettivi prefissati, sia a scuola che nello sport, spesso si sentono falliti e incapaci, sviluppando un’immagine negativa di sé che può accompagnarli per tutta la vita. Questo circolo vizioso di autovalutazione negativa non solo compromette la loro autostima, ma può anche ostacolare il loro sviluppo personale e professionale.

Per contrastare questi effetti negativi, è fondamentale che i genitori e gli educatori promuovano un approccio più equilibrato e sano al concetto di successo. Invece di focalizzarsi esclusivamente sui risultati, è importante valorizzare il processo di apprendimento e crescita, riconoscendo l’impegno e i progressi fatti dai ragazzi. 

Questo tipo di supporto può aiutare i giovani a sviluppare una maggiore fiducia in sé stessi e a comprendere che il loro valore non dipende esclusivamente dai risultati ottenuti, ma anche dalle competenze e dalle capacità che acquisiscono lungo il percorso.

Inoltre, i genitori devono essere consapevoli dell’importanza di offrire un sostegno emotivo adeguato ai propri figli, specialmente nei momenti di difficoltà. È essenziale che i ragazzi sappiano di poter contare su un ambiente familiare sicuro e accogliente, in cui possano esprimere liberamente le proprie emozioni e paure, senza il timore di essere giudicati. 

Solo attraverso una comunicazione aperta e sincera è possibile costruire una solida autostima nei giovani, che li accompagnerà nel corso della vita e li aiuterà a superare le sfide future con maggiore sicurezza e resilienza.

Gestione delle emozioni in contesti competitivi

Le competizioni, siano esse sportive o accademiche, rappresentano un terreno fertile per l’emergere di emozioni intense e, a volte, travolgenti. Per molti giovani, il confronto con gli altri e la pressione di dover dimostrare il proprio valore possono generare stati emotivi difficili da gestire, come la rabbia, la delusione, la frustrazione e un profondo senso di disagio.

Questi sentimenti, se non adeguatamente riconosciuti e affrontati, possono avere conseguenze negative non solo sul benessere psicologico del ragazzo, ma anche sulla qualità delle relazioni familiari, in particolare quella tra genitore e figlio.

Quando i risultati attesi non vengono raggiunti, i giovani possono sentirsi falliti, mentre i genitori, pur con le migliori intenzioni, rischiano di accentuare il senso di insoddisfazione e frustrazione. In molti casi, i genitori stessi possono essere portatori di aspettative elevate, che se non gestite correttamente, si traducono in ulteriore pressione per il figlio. Questa dinamica può creare un circolo vizioso, in cui il ragazzo si sente sempre più distante dai genitori, percepiti come incapaci di comprendere il suo stato d’animo e il suo disagio.

La chiave per rompere questo circolo vizioso risiede nella gestione consapevole delle emozioni. I genitori devono essere in grado di riconoscere i segnali di disagio nei propri figli e di intervenire in modo empatico e costruttivo.

È importante che essi imparino a distinguere tra le proprie aspettative e i bisogni reali del ragazzo, offrendo un sostegno che vada oltre la semplice richiesta di risultati. In questo contesto, l’intelligenza emotiva gioca un ruolo fondamentale: saper ascoltare, comprendere e rispondere alle emozioni del figlio in modo appropriato può fare la differenza nel costruire una relazione di fiducia e rispetto reciproco.

Inoltre, è essenziale che i genitori insegnino ai propri figli tecniche efficaci di gestione dello stress e delle emozioni negative, affinché possano affrontare le competizioni con maggiore serenità e sicurezza. Questo processo richiede tempo e impegno, ma i benefici a lungo termine, in termini di benessere psicologico e relazioni familiari più solide, sono inestimabili.

Il percorso di Parent Coaching per Genitori Coach

Di fronte a queste sfide complesse, molti genitori trovano nel Parent Coaching un valido alleato per migliorare il proprio approccio educativo e diventare dei veri e propri “Genitori Coach”. Il percorso di Parent Coaching, come il programma “Oltre l’Ostacolo“, offre ai genitori strumenti pratici e concreti per affrontare la quotidianità e i momenti di conflitto con i propri figli in modo più funzionale e soddisfacente.

Questo percorso si basa sull’acquisizione di una maggiore consapevolezza del proprio stile genitoriale, che viene progressivamente personalizzato in base alle esigenze specifiche della famiglia. Attraverso il coaching, i genitori imparano a stabilire regole chiare e a definire spazi e ruoli all’interno della famiglia, promuovendo un ambiente in cui i figli possano crescere in modo autonomo e sicuro, senza sentirsi oppressi dalle aspettative.

Un aspetto cruciale del Parent Coaching è la promozione dell’intelligenza emotiva all’interno della famiglia. I genitori imparano a comunicare in modo efficace con i propri figli, utilizzando strategie che permettono di rafforzare l’autostima e l’autonomia dei ragazzi. Questo approccio non solo migliora la qualità della relazione genitore-figlio, ma contribuisce anche a sviluppare nei ragazzi un senso di autoefficacia che li accompagna sia nello sport che nella vita quotidiana.

Come sottolinea Monia Carnevali, il Parent Coaching non è solo un percorso di apprendimento per i genitori, ma un vero e proprio viaggio di crescita personale che coinvolge tutta la famiglia. 

Diventare un “Genitore Coach” significa imparare a essere un alleato efficace per i propri figli, sostenendoli nelle loro sfide e contribuendo al loro benessere emotivo e al loro successo a lungo termine. In questo modo, i genitori possono aiutare i propri figli a sviluppare le competenze e le risorse necessarie per affrontare con fiducia e serenità le sfide della vita adulta.

A. Ceserani

© Riproduzione riservata.

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