L’importanza del cavallo nella società francese da Luigi XIV alla Rivoluzione

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Locandina della Mostra sui Cavalli del Re al Castello di Marly

I cavalli del Re al Castello di Marly, una mostra unica

In occasione degli eventi equestri dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024, la capitale francese propone entusiasmanti iniziative per celebrare questo straordinario evento sportivo, dove i cavalli ne sono i protagonisti indiscussi. Anche il Musée du Domaine Royal de Marly, ha voluto rendere omaggio a questi splendidi animali con una mostra originale: “Les chevaux de Marly, chefs-d’œuvre de l’art équestre”, aperta fino al 3 novembre, presenta una raccolta unica interamente dedicata al ruolo del cavallo nella società francese dal regno di Luigi XIV fino all’avvento della Rivoluzione.

Situata a circa 7 km a nord-ovest di Versailles, questa celebre dimora storica fu inizialmente commissionata dal Re Sole nella seconda metà del ‘600. Egli volle creare a Marly un vero capolavoro di architettura circondato dalla straordinaria eleganza dei giardini francesi tipici XVII secolo, con l’obiettivo di ergere un palazzo di piacere e un luogo di ritiro.

Un centinaio di opere, dipinti, sculture, accessori equestri e documenti provenienti da prestigiose collezioni pubbliche e private, rievocano i vari aspetti della presenza del cavallo nella tenuta reale attraverso i suoi usi, le sue rappresentazioni, i suoi spazi e le sue abitudini, in un percorso strutturato in 7 tappe: Le cheval et la chasse; Promenade et circulation; Les bâtiments équestres; Le cheval de guerre; L’aventure des Chevaux de Marly; Le cheval comme emblème; Le Grand abreuvoir et les Chevaux de Marly.

La cultura equestre intrinseca nella storia di Marly

Il cavallo, essenziale compagno per tutta la famiglia reale e per la corte, è da sempre stato ospite d’eccellenza: che si tratti di trasporto, intrattenimento aristocratico, attività militari o rappresentazioni artistiche, la tenuta ha sempre onorato il ruolo di questo animale, intimamente legato alla storia del Castello di Marly e alla società di quel tempo. La sua fondamentale presenza e la sua straordinaria bellezza, così come la sua rappresentazione simbolica nell’arte, l’hanno reso un potente elemento di dimostrazione del potere monarchico.

La vastità dei meravigliosi giardini caratteristici della tenuta trova ragione in uno dei principali passatempi reali di quell’epoca, la caccia. Grazie a reperti storici, si presume che il sovrano cacciava almeno due o tre volte alla settimana ed era in queste occasioni che lo si vedeva più spesso a cavallo. I visitatori sono difatti accolti da numerose rappresentazioni, con dipinti capaci di rievocare l’atmosfera unica di quel tempo.

Questa usuale attività equestre portava con sé un impatto significativo sull’architettura e sulla riqualificazione urbana della tenuta. Le strade stesse furono progettate per facilitare gli spostamenti attraverso i boschi per la caccia e per il passaggio delle carrozze, essenziali per gli spostamenti del re e dei membri della famiglia reale tra le varie residenze, per le passeggiate e per le cerimonie ufficiali all’interno della tenuta.

Questa pratica divenne man mano molto più di un semplice svago: fu sfruttata come un esercizio di potere, che rafforzava le virtù dei reali, e li preparava, insieme ai loro cavalli, moralmente e fisicamente alla guerra.  I migliori esemplari venivano impiegati nelle parate militari e nelle battaglie per mostrare la grandezza del re e del suo esercito. “I cavalli da guerra” sono soggetti di un’importante serie commissionata al pittore Van der Meulen, che raffigura la potenza della città sotto Luigi XIV e che adorna gli appartamenti del castello.

Il cavallo come emblema della struttura e della rappresentazione dei reali

In questa occasione, il museo offre l’opportunità di riscoprire la storia delle scuderie, fino ad ora poco conosciute. Il percorso artistico della mostra dedica una grande sezione ai progetti dedicati alla loro costruzione.

Situate all’ingresso della tenuta, erano inizialmente riservate ai cavalli reali e delle guardie del corpo del re. A differenza di Versailles, furono da subito ospitate in un unico edificio, dove si trovavano sia le Grandes che le Petites écuries, ovvero quelle per i cavalli da sella e da tiro. Con il tempo, vennero ingrandite, abbellite e con l’aumentare del numero di cortigiani ne vennero progettate di nuove.

Il cavallo fu quindi incisivo nelle decisioni strutturali, e ne guidò la costruzione e successivi rifacimenti. Questo è una dimostrazione dell’importanza che ricopriva nella cultura reale, diventandone l’emblema: l’equitazione non era solo una pratica in sella, ma un simbolo di attitudine al buon governo, alla disciplina e alla potenza.

Come simbolo di prestigio, svolge un ruolo significativo nel simbolismo monarchico e nel programma iconografico del Castello di Marly. Luigi XIV sfruttò abilmente l’immaginario equestre sia dal punto di vista morale che politico, raffigurandosi spesso come abile e grande cavaliere nei ritratti ufficiali. Tutti i soggetti equestri i visibili nella mostra sono rappresentazioni emblematiche dei Re, destinate a rifletterne il potere, la grandezza e la maestà reali.

Les Chevaux de Marly e il Grand Abreuvoir

La mostra procede nelle sue ultime tappe all’esterno, portando alla scoperta dei prestigiosi resti della tenuta: il grande abbeveratoio reale insieme alle celebri sculture dei cavalli di Marly sono un vero simbolo di tradizione e rappresentano le principali attrazioni del castello.

Il Grand Abreuvoir è una delle ultime realizzazioni volute da Luigi XIV, nel 1688. La sua rappresentazione non si ferma alla mera utilità, ma viene redatta in veste di vera e propria opera d’arte, ad espressione della magnificenza del sovrano. Dotato di grande maestosità, riesce a creare una sensazione di pace, ordine e regalità. Questo gigantesco spazio, usato per lavare e far rilassare i cavalli, è l’unico elemento visibile dall’esterno dei cancelli e dei confini della tenuta.

Nella parte più alta della struttura, nel 1745 vennero collocati i famosi “Chevaux de Marly”: commissionati dal giovane Luigi XV all’artista francese Guillaume Coustou, raffigurano due gruppi di cavalli tenuti da palafrenieri. Con la loro bellezza, questi capolavori di scultura coronano il grande abbeveratoio reale completando l’esposizione del grande parco. Durante la Rivoluzione furono installati all’ingresso degli Champs-Élysées, e nel 1984, vennero sostituiti da calchi: le sculture originali sono si trovano riunite nella Cour Marly del Louvre. Le loro fedeli e accurate riproduzioni continuano a presenziare nella tenuta, sopra l’abbeveratoio.

Questa iniziativa culturale ripercorre la ricca storia del cavallo di questo luogo emblematico per la cultura equestre, che rivive nelle mura e nel parco di Marly. A dare ancora più enfasi al ruolo del cavallo, il museo organizzerà una speciale visita guidata il giorno 29 agosto, “Lâchez les chevaux” per percorrere le scuderie o agli abbeveratoi: https://musee-domaine-marly.fr/?p=3721 ; per maggiori informazioni, visitare il sito: https://musee-domaine-marly.fr/

R. Guatteo

© Riproduzione riservata.

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