Le emozioni dei cavalli
Un argomento molto dibattuto quello delle emozioni dei cavalli. A livello estremo esistono due scuole di pensiero. Quella che vedi i cavalli come “strumenti” e quella, al contrario, che tende a umanizzarli. Come sempre agli estremi ci sono gli eccessi ma, nel mezzo esistono tante sfumature e quelle vanno studiate e capite per imparare a comprendere sempre meglio i nostri amici a quattro zampe.
La domanda che ci poniamo è, quindi, i cavalli provano emozioni? La risposta è sì, pensiamo proprio di sì, e infatti sono molti gli studi a riguardo. Se sui primati esistono prove convincenti in merito al fatto che provino emozioni anche complesse, sui cavalli, prede erbivore prive di corteccia prefrontale, gli studi non sono ancora così approfonditi ma portano a supporre una risposta assolutamente positiva.
Anzi, possiamo dire che i cavalli siano tra gli animali più empatici che esistono, per tanto non solo sentono per sé stessi, sanno sentire anche quello che proviamo noi, lo fanno però a modo loro, come tutti del resto, come dimostrano diversi studi in merito.
Cosa sono le emozioni
Le emozioni sono degli stati osservabili che influiscono sul comportamento. Possiamo osservare le emozioni nei cavalli guardando il loro muso. Gli occhi, più o meno aperti, i movimenti delle orecchie, che ci dicono così tanto di loro e che tanto li aiutano a capire il mondo che li circonda, ma anche il movimento delle narici e delle vibrisse. E ancora i vocalizzi e le posture che assumono.
Insomma il corpo dei cavalli, se lo osserviamo con attenzione, ci dice esattamente cosa il nostro amico sta provando. Esiste poi un mondo olfattivo che tanto aiuta gli animali a decodificare il mondo ma che a noi è precluso. Le emozioni, infatti, si possono annusare tramite i feromoni che tutti noi, cavalli compresi, rilasciamo.
Le emozioni, che i nostri cavalli esprimono in modo molto chiaro, sono strettamente correlate ai comportamenti, anche se in modo più sottile rispetto all’istinto. Quest’ultimo, infatti, è una sorta di riflesso, un pattern motore che porta il cavallo a fare quello che è iscritto nel suo patrimonio genetico in quella precisa situazione.
Un’emozione, invece, lascia spazio a un’ampia gamma di comportamenti, è un sentimento più profondo e meno legato al riflesso. La paura, per esempio, nel cavallo, come in noi, può manifestarsi sotto diversi aspetti.
Un cavallo spaventato, infatti, si trova d’innanzi a diverse scelte comportamentali, può fuggire, o al contrario, può immobilizzarsi, può “flirtare” con quello che teme, cercando di “buttarla sul ridere”, diremmo noi umani, o ancora può andare all’attacco contro quello che teme.
Paura: un sentimento molto equino
In quanto prede, i cavalli sono per lo più inclini alla paura. Questo sentimento è il primo a guidare il loro cervello a causa dell’istinto di sopravvivenza. Quello che ci dobbiamo chiedere, però, è: la paura è un istinto o un’emozione?
I cavalli la esprimono esternamente tramite posture, espressioni facciali e rilascio di feromoni, inoltre determina le loro azioni e si esprime in una diversa gamma di reazioni… Possiamo proprio dire che si tratta di un’emozione a tutti gli effetti.
Ricordiamoci che la paura è una dote necessaria nel nostro patrimonio genetico, ci permette, infatti, di rimanere vigili ed evitare possibili pericoli. Se è così importante per noi, figuriamoci per degli animali la cui natura è quella di essere predati.
Che ansia!
Strettamente legata alla paura, non che un fil rouge che ci lega ai nostri cavalli, esiste un’altra emozione sempre presente e pronta a saltare fuori: l’ansia. Questa insorge quando si teme qualcosa che non è ancora accaduto.
Responsabile dell’ansia è l’amigdala e diversi studi scientifici dimostrano che sia negli umani che nei cavalli, i soggetti maggiormente inclini all’ansia, presentino amigdale di dimensioni maggiori. Nei cavalli, quindi, come negli umani, possiamo vedere differenti intensità di questa emozione, sia per cause genetiche e fisiche, sia per cause ambientali ed esperienziali.
Alcuni cavalli che hanno subito esperienze negative, legate per esempio all’addestramento o al rapporto con gli umani, saltano per aria anche davanti alla propria ombra, o a un rumore improvviso e ci mettono tanto a tornare in uno stato di quiete, altri cavalli, invece, non fanno una piega.
Anche l’ansia ha “una faccia” ben precisa ed è quella degli occhi sbarrati, delle orecchie a punta, affilate come lame, dei muscoli tesi, dei movimenti a scatto. Un cavallo che esterna questo tipo di emozione è in uno stato d’ansia, saperlo ci permette di aiutarlo.
Come ridurre ansia e paura
Esistono alcune tecniche, che possono aiutare molto non solo i cavalli ma anche noi umani, per alleviare ansia e paura, emozioni tra di loro molto collegate e dalla stessa radice.
La prima cosa da fare è rilassarci, se noi siamo calmi riusciamo a trasmettere questa emozione. Inspiriamo con il naso ed espiriamo con la bocca in modo regolare, accarezziamo il nostro cavallo e cerchiamo di farlo passeggiare, se capisce che non abbiamo paura ci permette di guidarlo e avere una guida per un cavallo è fonte di calma.
Per evitare che diventi ansioso e, peggio, che inizia ad avere paura di noi, cerchiamo di essere coerenti. I nostri cavalli hanno bisogno di riconoscerci come dei leader e la prima caratteristica di questa figura è la coerenza. Stabiliamo delle regole e rispettiamole. Quello che è sì rimase tale e viceversa per il no. Se per esempio, accettiamo che frughi nella nostra tasca alla ricerca di qualche dolcetto, dobbiamo permettergli di farlo sempre, non solo quando siamo di buon umore.
La mancanza di coerenza, infatti, genera confusione che è tra le migliori amiche dell’ansia. Un’altra buona tattica per aiutare i nostri cavalli a controllare ansia e paura, poi è quella di essere prevedibili.
Creiamo una routine che accompagni la nostra presenza, facciamo sì che il nostro cavallo si aspetti qualcosa che avviene uguale a sé stesso. Questo gli permette di mantenere il controllo che, a differenza dell’incoerenza, è grande nemico dell’ansia.
Imparare a conoscere e interpretare le emozioni dei nostri cavalli, quindi, ci permette di interpretare il loro linguaggio per entrare sempre più min sintonia con loro, permettendoci così un’equitazione etica e consapevole e, perché no, anche più performante.
La conoscenza è alla base della comprensione che, a sua volta, ci permette di innalzare il nostro livello di equitazione che, ormai lo sappiamo, non è solo meccanica, anzi! Quando ci avviciniamo a un cavallo, quindi, per capire se quella che prova è un’emozione e, quindi, per poterla interpretare e accogliere, poniamoci queste tre domande:
- È osservabile?
- Condiziona il suo comportamento?
- Il comportamento varia da cavallo a cavallo o a seconda delle situazioni?
Se le risposte sono affermative ecco che ci troviamo d’innanzi a qualcosa di più profondo di un istinto, ossia una vera e propria emozione.
Elena Pecora
© Riproduzione riservata.