La Sindrome di Cushing nei cavalli: sintomi e cure
Un’analisi della patologia
La Sindrome di Cushing, conosciuto anche come Iperadrenocorticismo, può colpire diverse specie animali, tra cui cani, gatti e soprattutto cavalli. Questa patologia solitamente si manifesta negli equini anziani, di solito dopo il diciannovesimo anno di età, ed è causata da un’alterazione nel funzionamento dell’asse endocrino ipotalamo-ipofisi-ghiandola corticale del surrene.
L’Equilibrio degli Ormoni
Come abbiamo spiegato in precedenza nell’articolo “Cortisolo: l’ormone dello stress nel cavallo“, la regolazione degli ormoni coinvolge complessi “assi endocrini” costituiti da ipotalamo, ipofisi e ghiandola corticale del surrene. Situazioni stressanti stimolano l’ipotalamo a rilasciare l’ormone CRH (ormone di rilascio della corticotropina), che a sua volta induce l’ipofisi a rilasciare l’ormone ACTH (ormone Adrenocorticotropo). L’ACTH raggiunge la corticale del surrene, spingendola a produrre gli ormoni glucocorticoidi. Quando questo equilibrio viene alterato, si verifica un aumento cronico di questi ormoni, portando a una serie di sintomi nei cavalli colpiti.
La Causa Principale
La Sindrome di Cushing nei cavalli è principalmente causata da un’anomalia nella ghiandola ipofisaria, che provoca un aumento nella produzione dell’ormone ACTH. Questo aumento è spesso dovuto all’ipertrofia, all’iperplasia o alla presenza di adenomi nella parte intermedia dell’ipofisi, tutte queste modificazioni risultanti da una mancata attività inibitoria dell’ipotalamo.
Sintomi Comuni
I sintomi tipici della Sindrome di Cushing nei cavalli includono:
- Perdita di peso e di massa muscolare, soprattutto nella zona del dorso e della groppa.
- Aumento dell’escrezione urinaria (poliuria) e sete eccessiva (polidipsia).
- Sudorazione eccessiva (Iperidrosi) e crescita anormale del pelo (Irsutismo).
- Qualità del mantello ridotta, pelle disidratata (Xerosi cutanea).
- Debolezza, addome pendulo e accumulo anomalo di tessuto adiposo (meno comune).
La gran parte dei cavalli affetta da questa Sindrome presenta infezioni cutanee e sistemiche recidivanti oltre che laminite cronica refrattaria.
L’incapacità del controllo delle infezioni batteriche è dovuto allo stato immunodepressivo causato dall’eccessiva presenza di cortisolo nel sangue e, in misura minore, ad un persistente livello di glicemia elevato. La regolazione della glicemia nei soggetti affetti da Cushing, infatti, è alterata e si può instaurare un’iperglicemia insulino-resistente: l’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che aumenta all’aumentare dei livelli di glucosio ematici andando ad attivare una serie di processi biochimici volti a diminuire la glicemia. Nel caso della Sindrome di Cushing, l’aumento costante di cortisolo, ormone iperglicemizzante, induce un graduale e continuo incremento degli zuccheri in circolo e questo fa sì che l’organismo sviluppi delle resistenze verso l’attività ipoglicemizzante dell’insulina.
Alterazioni dell’Attività Riproduttiva
In ultimo, l’aumento cronico del cortisolo nel sangue può anche influenzare negativamente l’attività riproduttiva degli animali.
Trattamenti Possibili
Tra i possibili trattamenti per la malattia di Cushing, troviami un farmaco noto come pergolide, una molecola che aiuta a ristabilire l’equilibrio ipotalamico di dopamina, riducendo la produzione eccessiva di ACTH da parte dell’ipofisi.. Il veterinario probabilmente raccomanderà di riesaminare i livelli di ACTH del cavallo, una volta somministrato il farmaco per via orale per qualche mese. Il monitoraggio di routine degli esami del sangue è importante per assicurarsi che la dose somministrata sia efficace e che la malattia clinica non stia peggiorando.
In uno studio condotto presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Pisa, a conferma di ciò, è stato evitato il deterioramento delle condizioni di salute di cavalle affette da questa patologia somministrando quotidianamente il Pergolide, dimostrando possa essere una soluzione al problema della Sindrome di Cushing.
Alessandra Ceserani
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