La grande sensibilità che rende il cavallo un compagno di vita unico e speciale
Che i cavalli fossero animali sensibili ed empatici è cosa ben risaputa da tutti coloro che quotidianamente si immergono nel mondo equestre, pieno di emozioni e forti sensazioni, a tratti quasi metafisiche.
L’elevata capacità sensoriale di questi animali ha permesso loro di sviluppare un complesso sistema di “monitoraggio” del mondo circostante, rendendoli particolarmente recettivi verso tutti gli input esterni che li raggiungono e che vengono così tradotti in stimoli di svariata natura e tipologia.
Questo fa del cavallo un essere tra i più complessi, affascinanti e misteriosi con i quali l’uomo si trovi a interagire, descrivendo un rapporto ormai millenario, che si basa non sulla collaborazione tra due predatori (come ad esempio avviene tra uomo e cane) bensì su un insolito legame tra preda e predatore (l’uomo ed il cavallo).
Le obiezioni di taluni a tale affermazioni sono molteplici, ma il punto sul quale verte il questo articolo non risiede nell’analisi del rapporto uomo-cavallo, quanto nell’analisi delle sfaccettature che rendono questo enorme compagno di vita, dotato di coda e criniera, così speciale.
Per dimostrare l’estrema sensibilità di questi esseri è interessante citare una ricerca effettuata dall’università del Queesland che riporta uno studio in cui si è cercato di individuare l’effetto dell’impiego della musicoterapia sul livello di stress associato allo svezzamento dei puledri. L’analisi è stata presentata presso l’Equine Australasian Science Symposium e ha esaminato una popolazione di dodici puledri divisi in due gruppi che, a fasi alterne, venivano sottoposti a periodiche e cicliche esposizioni a dolci melodie.
Tra le musiche scelte vi era ad esempio una appartenente alla colonna sonora di Forrest Gump, di Alan Silvestri, il brano musicale era stato scelto per il ritmo costante e cadenzato oltre che per la continuità e la prevedebilità della melodia.
L’aspetto interessante è stata la drastica diminuzione della frequenza cardiaca, associata a comportamenti più rilassati e ad un numero maggiore di ore dedicate all’alimentazione a discapito dello stato nervoso, di tensione e di stress provocato dal distacco con la madre. Naturalmente con ciò non si vuole sostenere la tesi secondo cui basti far partire una melodia di Ludovico Einaudi per abbattere il nemico di quasi tutti i cavalli sportivi di elevati livelli, lo stress da lavoro, ma si vuole invitare a riflettere sul fatto che sia corretto esplorare sempre nuove frontiere riguardanti il mondo del cavallo, ancora forse troppo poco conosciuto.
E’ incredibile come questo universo possa ancora stupire la specie umana, che purtroppo si stupisce sempre più difficilmente per via della capacità (o dell’illusione di averla) di controllare totalmente il mondo che lo circonda.
Il gap che separa uomo e cavallo, infatti, continuerà a sembrare incolmabile fino a che l’uomo non deciderà di entrare in questo mondo in religioso silenzio e prediligendo un’osservazione calma ed assertiva: chiavi in grado di aprire le porte della comunicazione con coloro che ogni giorno sanno regalarci emozioni e sensazioni impossibili da tradurre in parole.
AC
Fonte: ME Wilson et al. “Stress responses in young, stabled horses can be modified by music“
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