Anna Cavallaro, una brillante carriera nel mondo del volteggio
Il percorso: da atleta, a istruttrice, fino alla certificazione professionale di massaggiatrice per cavalli
L’intervista esclusiva di Horseshowjumping.tv ad Anna Cavallaro, campionessa del mondo di volteggio, offre uno sguardo approfondito sulla sua straordinaria carriera e sulle sfide che ha affrontato lungo il suo cammino.
Come tutto è iniziato…
Anna Cavallaro è stata la prima italiana a vincere la World Cup di volteggio, un traguardo che ha segnato l’inizio di una serie di successi straordinari nella sua carriera. Parlando del suo percorso, Anna rivela: “Diciamo che è iniziato un po’ tutto per caso…io comunque venivo dalla ginnastica artistica e in pratica all’età di tre anni e mezzo/quattro i miei mi hanno letteralmente “lanciato” in una palestra perché continuavo a saltare sui divani” ha ricordato sorridendo. Tuttavia, il destino ha voluto che conoscesse la disciplina del volteggio, e da lì è iniziata la sua straordinaria avventura: “Un sabato stavo facendo un giro in bicicletta con mio papà e siamo passati in questo maneggio. Caso vuole che ci fosse Nelson, mi ha convinta a salire per la prima volta. Da lì non ho mai smesso. Per un anno ho praticato sia volteggio che ginnastica artistica, poi ho deciso di dedicarmi solo al volteggio”, ha spiegato Anna. Le sue settimane erano scandite da intensi allenamenti, sia a Mestre che a Verona, dimostrando un impegno straordinario sin dalla giovane età di 11 anni, quando è avvenuto il passaggio dalla ginnastica al volteggio.
Una vittoria sofferta: La Coppa del Mondo del 2017
Uno dei momenti più significativi della sua carriera è stata la vittoria sofferta nella Coppa del Mondo del 2017. “Poco prima della partenza ero stata morsa e mi ricordo che addirittura mi era venuta la febbre alta. Eravamo partiti una settimana prima per poter provare i campi e non sono neanche riuscita proprio perché non stavo bene. Nelson partiva andava a muovere il cavallo e io in camera quando avevo ripreso un po’ le forze facevo le prove di tutta la mia sequenza libera, dei gesti, dei movimenti… comunque erano movimenti nuovi. La mattina, prima di gareggiare, c’era la warm up e io ho detto a Nelson “va bene proviamo vediamo cosa cosa ne esce”. Già nella prima warm up, che definiva l’ordine di partenza delle due manche successive, ero prima. Quindi ho iniziato a crederci” ha raccontato Anna.
“Nella prima manche ero di nuovo prima, sono partita per ultima, ma ero di nuovo prima, tra l’altro con un distacco molto ampio sulla seconda. L’ultima manche sono entrata ma non avevo più forze…proprio non ce la facevo più. Ho fatto dei piccoli errori nel libero e quando siamo usciti Nelson mi ha detto “guarda non so se ce l’abbiamo fatta però ti faccio comunque i miei complimenti per come hai saputo reagire”. Quando abbiamo visto sul tabellone il numero uno e a fianco il mio punteggio, siamo esplosi tutti e due di felicità perché è stata veramente una vittoria difficile da raggiungere“, ha ricordato con emozione.
Il legame speciale con Harley
Tra tutti i cavalli con cui ha lavorato e si è esibita durante la sua carriera, c’è uno che ha lasciato un’impronta indelebile nel cuore di Anna Cavallaro: Harley.
Harley non è stato solo un compagno di gara, ma un vero e proprio compagno di vita per Anna.
“Harley è il cavallo che ha segnato la mia vita”, ha raccontato Anna. “Le sue foto sono appese sulle pareti di tutto il maneggio, il suo box è un luogo sacro per me. Con lui ho vinto due Coppe del Mondo e numerose altre gare internazionali ed europee. È stato con lui che ho girato il mondo, che ho condiviso gioie e insoddisfazioni. Con lui ho creato ricordi indelebili“.
Questo legame speciale va oltre il semplice rapporto atleta-cavallo. Harley è stato un confidente, un amico fidato e un compagno di avventure. “Prendermi cura di lui, caricarlo sul camion e partire per le gare con Nelson era un momento magico ogni volta“, racconta Anna con emozione. “Il rapporto che si crea con il cavallo è fondamentale. Deve esserci una fiducia reciproca, un legame profondo che va al di là di ogni cosa. Harley ha rappresentato tutto per me“.
Anna Cavallaro e l’esperienza con VeTeaching
Oltre alla sua carriera sportiva, Anna ha trovato ispirazione nel mondo della riabilitazione equestre, frequentando corsi di VeTeaching con la dottoressa Mila Speciani. Questa esperienza ha arricchito il suo bagaglio di conoscenze e le ha fornito una nuova prospettiva sulla relazione tra atleta e cavallo.
Anna ha condiviso con noi: “Sicuramente è stato veramente molto bello e interessante frequentare i corsi di VeTeaching. Ho capito anche che il massaggio per il cavallo deve essere quasi come una coccola ulteriore. È stato bello potersi rapportare con l’animale non più solo come atleta, ma anche dal punto di vista del massaggiatore. Il massaggio era una cosa veramente nuova che non avevo mai provato.”
Questi corsi hanno fornito ad Anna non solo una nuova prospettiva sul benessere del cavallo, ma hanno anche arricchito la sua comprensione del legame profondo che può svilupparsi tra l’atleta e il suo compagno. “Ho avuto la possibilità di provare sui nostri cavalli e devo dire che comunque dopo il trattamento, quando si ritorna all’attività che vanno a fare durante l’allenamento, sono veramente molto più rilassati“, ha aggiunto Anna. (Leggi l’articolo “Trasforma la tua passione per i cavalli in un lavoro con VeTeaching”)
Una figura fondamentale, Nelson
Un’altra figura fondamentale nella vita di Anna è stato Nelson, il suo mentore e allenatore. “Con lui sono partita, è stato un punto di riferimento importante. Tutto è iniziato conoscendo lui, conoscendo il volteggio e da lì son cresciuta come persona, come atleta, ma anche come allenatrice” ci ha raccontato Anna.
Anche nella scelta della sua professione Nelson è stato fondamentale “ma anche come figura professionale. “Come sapete, Nelson lavora con i ragazzi disabili a cavallo, in qualità di terapeuta. Guardandolo lavorare, ho capito che quella sarebbe stata anche la mia professione. E per questo ho intrapreso anch’io un percorso nella riabilitazione equestre, dopo aver interrotto la mia carriera nell’agonismo. Adesso infatti mi occupo anche di quello che oggi è definito intervento assistito con gli animali”.
Oggi, Anna dedica il suo tempo alla formazione di giovani atleti presso l’ASD La Fenice a Verona, trasmettendo la stessa passione e determinazione che l’ha portata al successo. “Il volteggio è passione“, sottolinea, offrendo preziosi consigli ai futuri atleti: “Non bisogna mai mollare e bisogna crederci fino in fondo“. (Leggi l’articolo: “Anna Cavallaro e l’ASD La Fenice, sulle ali del volteggio”)
La storia di Anna Cavallaro è un esempio di passione e duro lavoro per riuscire a perseguire i propri sogni nel mondo dello sport.
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Foto fornita da Anna Cavallato
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