
Kur, una danza a cavallo

ph Stefano Secchi | Isabel Werth su Wendy De Fontaine – Aachen 2024
Il dressage è un universo all’interno del mondo equestre. Elegante, tecnico e magnetico, questo sport affascina chi lo fa e chi lo segue in ogni sua forma e dimensione, soprattutto quando si mette in gioco l’artiglieria pesante: il Freestyle con musica o kur.
Questa esibizione è spettacolare, oltre che tecnica ed estremamente difficile da eseguire con la precisione richiesta. Si tratta di un grafico composto da una parte tecnica e una coreografica. A seconda del livello di difficoltà il binomio è tenuto a eseguire una serie di movimenti obbligatori alle tre andature con tutte le loro declinazioni, ma creando una vera e propria coreografia accompagnata dalla musica. Chi giudica la kur è tenuto, quindi, a valutare la ripresa in entrambe le sue componenti.
Come si costruisce il balletto
Esattamente come ogni coreografia che si rispetti, anche la kur viene montata partendo dalla parte tecnica. Si studiano i movimenti obbligatori e si “incastrano” in modo da creare una ripresa simmetrica e armoniosa, cercando di mettere il più in evidenza possibile i punti di forza del binomio così da far risaltare al massimo la prestazione. Una volta creato il grafico, la cui durata deve restare in un range definito dal livello di difficoltà della ripresa, è il momento di inserire la musica, o meglio le musiche, parte integrante della specialità.
A tempo di musica
Il regista delle musiche può essere un tecnico specializzato, un compositore ma anche un esperto di audio capace di montare le musiche scelte in armonia con i passi del cavallo. Non esiste un genere musicale più adatto alla kur, è il cavallo con il suo ritmo a dirci quale sia il mix che più gli si addice, fortemente sconsigliato dagli esperti in materia è utilizzare brani cantati, poiché potrebbero distrarre dall’esecuzione, per il resto ci si può sbizzarrire. Una buona soluzione è quella di utilizzare motivi molto conosciuti e orecchiabili così da rendere più dinamico il passo a due del binomio in rettangolo. Spesso i cavalieri scelgono un tema per la loro kur, in modo che il medley musicale risuoni coerente e armonico. Le canzoni della tradizione italiana, per esempio, oppure i temi di Walt Disney, o ancora le sigle di serie tv famose, l’hanno fatta da padrona tra i rettangoli internazionali, andando a creare effetti davvero mozzafiato.
Ordine, è dressage!
Nella realizzazione delle musiche della kur è importante non perdere il filo conduttore e adattarsi alla ripresa disegnata dal tecnico o dal cavaliere. Poiché un buon grafico è spesso simmetrico, una buona musica, per essere parte integrante dell’esibizione e non un sottofondo, deve riprendere le serie dei movimenti, una diagonale di cambi di galoppo, per esempio, spesso ha la stessa musica della diagonale seguente, così come le pirouette, a destra e sinistra, sono ballate allo stesso ritmo. Insomma è bello essere creativi, ma senza mai perdere il focus sul protagonista del balletto, ovvero il cavallo, che deve poter brillare in tutto il suo splendore.
Una volta montata la coreografia in tutte le sue parti, prima di poterla presentare in una gara, è necessario provare e riprovare poiché, per far sì che tutta la ripresa possa risultare una danza, è necessario che il binomio, non solo conosca il grafico alla perfezione, ma anche che sia in grado di montare tutta la ripresa al ritmo prestabilito per essere a tempo con la musica. Una kur ben riuscita è davvero uno spettacolo, specialmente quando si sale di livello e i movimenti si complicano, il ritmo sale e il binomio si muove all’unisono, la preparazione, però, deve essere davvero maniacale, del resto che cosa mai potrebbe andare storto a cavallo a tempo di musica?
Elena Pecora
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