Jan Tops, dai trionfi sportivi alle imprese del cuore
Due chiacchiere con il fondatore del LGCT e della GCL
Nel cuore della competizione sportiva si cela spesso una storia che va ben oltre il perimetro dell’arena. Jan Tops, figura iconica nel mondo dell’equitazione, è andato oltre i confini della sua disciplina per emergere come un vero e proprio imprenditore visionario. La sua è una narrazione straordinaria che si snoda tra i trionfi nella disciplina del salto ostacoli e i coraggiosi passi nel mondo imprenditoriale di questo settore.
Dall’inizio della sua carriera Jan Tops ha catturato l’attenzione con il suo talento e la sua determinazione. Dopo una carriera a livello nazionale e internazionale rappresentando, la sua nazione, l’Olanda, è arrivato all’apice del successo vincendo la medaglia d’oro a squadre con il suo cavallo Top Gun La Silla alle Olimpiadi di Barcellona nel 1992 (Bert Romp, Piet Raymakers, Jan Tops, Jos Lansink). È rimasto ai vertici del suo sport per oltre 10 anni con questo cavallo.
Jan Tops ha mantenuto un ruolo importante nel mondo del salto ostacoli sin dal suo ritiro dalle competizioni. Il suo percorso verso il vertice del salto ostacoli, è stato caratterizzato da sfide importanti e innovative e un impegno incrollabile verso l’eccellenza. Ha saputo trasformare la sua fama sportiva in un’opportunità per creare un impatto duraturo nella società.
Tops e il suo team, con sede a Valkenswaard, sono estremamente noti nel mondo dei cavalli per la loro capacità unica di abbinare cavallo e cavaliere per creare una partnership di successo utilizzando le loro abilità di addestramento e gestione.
Sulla base di decenni di esperienza, Stal Tops è anche un punto di riferimento rispettato in tutto il mondo dei cavalli sportivi di alto livello con fattrici da riproduzione uniche e stalloni performanti.
Nasce il Longines Global Champions Tour
Oggi, dopo anni di impegno è riuscito a creare un circuito mondiale nel settore del salto ostacoli, toccando i cinque continenti e riuscendo a far conoscere questa disciplina a un pubblico sempre più numeroso, grazie alla creazione del famoso Global Champions Tour https://www.gcglobalchampions.com/.
Si è sposato a novembre 2011 con l’amazzone e grande campionessa australiana Edwina Alexander alla chiesa anglicana di St. Paul a Monte-Carlo.
– Jan, sappiamo che nel 2006 ha dato vita a questo progetto di fama mondiale, il Global Champions Tour, che ha cambiato il mondo dell’equitazione. Come le è venuta l’idea?
“Ho trascorso un quarto di secolo facendo felicemente il cavaliere, volando ovunque per 45 fine settimana all’anno e partecipando, tra l’altro, a quattro Olimpiadi. Ma ciò che mi preoccupava sempre di più era il fatto che eravamo in ritardo rispetto a sport globali popolari come la Formula 1 e il calcio, sotto tutti i punti di vista. Nel 2005 ero in Malesia, il jet lag mi impediva di dormire e nel cuore della notte, nel bagno della mia camera d’albergo, ho messo su carta la mia visione completa nel giro di quattro ore. Un anno dopo, il Global Champions Tour vide la luce“.
– Avete iniziato, se non sbaglio, con 6 eventi che si sono svolti in 6 città importanti. È stato un lavoro difficile?
“Innanzitutto, sono anni che viaggio per il mondo e quindi ho costruito relazioni preziose. Inoltre, è importante riunire intorno a sé persone con cui si crea una buona intesa. Avere un team efficiente è molto importante per fare le cose e fare bene. Inoltre è significativo che siano complementari a noi; sono una persona che fa quello che promette, e ho appurato che nella società odierna non ci sono molte persone che sono così nella vita.”
“Se non ti piace quello che fai, non puoi davvero fare il tuo lavoro sette giorni su sette e 12 mesi all’anno”
Jan Tops
“A parte questo, mi sono sempre attenuto pazientemente alla mia strategia. Ma alla fine la parola chiave è: passione. Se non ti piace quello che fai, non puoi davvero fare il tuo lavoro sette giorni su sette e 12 mesi all’anno. Anche nella mia vita non è tutto oro quello che luccica, le preoccupazioni ci sono sempre. Ma la passione vince su tutto il resto. Penso in continuazione a come migliorare le cose. Questo ti mantiene giovane e sveglio.”
– Con l’avvio della League, avete creato qualcosa di nuovo che ha portato molta innovazione. Può dirci come ci è arrivato?
“Sono ossessionato e interessato a tutto ciò che è sport di alto livello e praticato ad alto livello. Seguo con attenzione il calcio e lo sviluppo della Formula 1, ad esempio. Questo mi fa regolarmente riflettere. Così come ho avviato il Global Tour nel 2006 per portare lo sport equestre a livello globale. Come il calcio e la Formula 1, anche il nostro sport merita lo stesso. Una delle cose principali che ho voluto cambiare è che i cavalieri, i proprietari e gli sponsor ricevessero più attenzione e guadagni migliori. Non solo per i cavalieri, ma per l’intero settore. Dall’allevamento alle aste. Sia lo sport che il commercio ne hanno tratto benefici.”
– Anche se lei è un campione olimpico e ha avuto molti successi nella sua lunga carriera di cavaliere di alto livello, vediamo un’enorme emozione quando, per esempio, entra in campo sua moglie, le capita lo stesso con i suoi “allievi”?
“Certo, è la passione di cui abbiamo già parlato.”
– Cosa cerca quando sceglie un cavallo per la sua scuderia?
“Ho “imparato” molto come imprenditore di questo sport. Visione e perseveranza sono importanti in entrambi i casi. Naturalmente, c’è anche una sorta di “feeling” per riconoscere un cavallo oltre all’esperienza.” – ci ha raccontato Jan Tops parlando della sensazione unica che può provare solo un grande conoscitore di cavalli, poi ha continuato: “Si ha a che fare con tante sfaccettature dal rapporto con le persone alla costruzione di relazioni con loro. Lo faccio da quando avevo 16 anni.”
– Cosa pensa possa essere rilevante per un raccontare questo mondo e mettere in vista sempre di più le strategie, l’impegno, la passione e l’innovazione?
“Il Longines Global Champions Tour e la Global Champions League visitano ogni anno molte delle più belle città del mondo, (16 città con montepremi altissimi, oltre al super Grand Prix di Praga ndr.) e anche Valkenswaard ne fa parte.
In Formula 1, anche un luogo relativamente sconosciuto come Zandvoort è diventato un nome familiare e un sobborgo di Londra, come Wimbledon è considerato la Mecca del tennis”. Voglio fare lo stesso con Valkenswaard. Voglio lasciare qualcosa di speciale alle generazioni future. Anche se io stesso me la godo appieno“.
Rita Leo Verheyden
Approfondimenti
Foto fornite da Jan Tops
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