Intervista esclusiva al cavaliere britannico Samuel Hutton

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Samuel Hutton 4. 0

1. Abbiamo letto che ti sei avvicinato al mondo dei cavalli intorno ai 7 anni. Come è successo esattamente?
Avevo appena iniziato ad andare a scuola ed ero stato invitato ad una festa in una piazza nel Surrey quando ho toccato per la prima volta un cavallo, ecco è stato quello il momento in cui ho capito che ne ero ossessionato e che non potevano tenermi lontano. A quel punto ho iniziato a trascorrere in scuderia tutti i fine settimana e le vacanze scolastiche e ho cominciato a chiedere ai miei genitori di comprarmi un pony tutto mio, cosa che fortunatamente hanno fatto quando avevo circa 7 anni.
2. Da adolescente chi era il tuo mito e quale è stata la ragione per cui hai deciso di continuare a coltivare questa passione?
I miei miti da adoloscente erano John e Michael Whitaker. I miei genitori mi portavano a Olympia, ogni anno a Natale e guardavo John e Michael saltare e pensare: “un giorno gareggerò qui come loro”.
3. Quando hai realizzato che questa sarebbe stata la tua vita? Quali sono stati i tuoi trainers e chi ti ha formato tecnicamente?
Da bambino sognavo, e da adolescente ho avuto la fortuna di lavorare ed allenarmi con l’ex campione olimpico della GB Tony Newbery per circa 8 anni. Tony mi ha davvero insegnato a montare e mi ha aiutato a credere e realizzare molte delle mie prime ambizioni nel salto ostacoli.4. Qual è stato il cavallo più importante nella tua carriera? Con quale hai creato un rapporto particolarmente profondo?
Ho avuto la fortuna di possedere e montare una cavalla chiamata “For a Smile“ (Tilly) quando ho iniziato a farmi un nome nel salto ostacoli nel Regno Unito. Era una grintosa cavalla grigia con un grande cuore, andava ben oltre per me e adoravo montarla. Quando l’abbiamo ritirata dalle gare, ho avuto la fortuna di poterla mettere fattrice e ora ho alcuni giovani soggetti molto interessanti.  E’ ancora forte all’età di 21 anni. Per fare un altro esempio, quando ho gareggiato in Europa, direi, lo Stallone Happydam, che allora aveva solo 9 anni, che mi ha portato alla mia prima vittoria nella squadra GB 5* a Gjion, in Spagna nel 2016, oltre che presenze nella squadra GB ad Aquisgrana, San Gallo e Falsterbo nel 2017. Infine, la cavalla di 9 anni Heidi Du Ruisseau che mi ha portato alla mia prima gara nel GCT all’ex Parco Olimpico di Londra e alla mia prima vittoria nel GP 3* a Drachten, in Olanda.

5. Per quale motivo hai lasciato il Regno Unito per trasferirti in Olanda?
Mi è piaciuto montare nel Regno Unito, ma a 23 anni sapevo che dovevo acquisire più esperienza internazionale.
All’inizio vivevo nei Paesi Bassi, ho lavorato come cavaliere per Jan Tops a Valkenswaard per 3 anni, ora in Belgio, presso l’As Sporthorses con Abdel Said negli ultimi 6 anni.
Sono stato molto fortunato a poter disporre di cavalli fantastici e ad aver partecipato ad alcuni grandi show internazionali in Europa e negli Stati Uniti, a Dubai e in Scandinavia.
6. Hai già raggiunto grandi risultati con il castrone Belga H&M Kirlo Van Den Bosrand. Come vi siete incontrati?
Ho iniziato a montare Kirlo circa 6 mesi fa, i suoi proprietari, Tim e Olivia, lo hanno portato all’As Sporthorse.7. Quali sono i tuoi progetti futuri?
I miei piani per il futuro sono vincere quanti più Gran Premi possibili ed entrare a far parte della squadra per le Olimpiadi di Tokyo
8. Come hai allenato i tuoi cavalli e come hai vissuto, soprattutto dal punto di vista delle competizioni, quest’ultimo anno che è stato molto particolare per tutti noi a causa del COVID?
È stato un anno molto difficile, non ci sono stati molti eventi in calendario, ma abbiamo avuto la fortuna di avere una struttura straordinaria, la As Sporthorses che ci ha permesso di mantenere i cavalli in perfetta forma.
9. Ci piacerebbe concludessi dando un consiglio a tutti quei giovani cavalieri che sognano di diventare un giorno dei campioni in questo fantastico sport.
Non mollare mai. In questo sport, nella vita di un cavaliere, ci saranno molti alti e bassi, li devi accettare. Devi essere concentrato, sapere che ci vogliono moltissime ore per raggiungere miglioramenti e cogliere quante più opportunità possibile per fare esperienza in campo. Non smetti mai di apprendere in questo sport, ogni cavallo è diverso ed è una nuova esperienza di conoscenza, ed è per questo che lo facciamo.
Rita Leo Verheyden – Melinda Sanvito
Riproduzione riservata HSJ ©

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