Intervista al giudice di dressage Eugenio Rovida

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Il giudice di dressage Eugenio Rovida alle Scuderie San Giorigo di Verolanuova

In un’intervista rilasciata da Eugenio Rovida presso le Scuderie San Giorgio di Verolanuova, in occasione della prima edizione del CDI3*, il giudice internazionale FEI di Dressage 4* ha parlato di molti aspetti interessanti relativi a questa affascinante disciplina, sia dal punto di vista di chi ricopre il ruolo del giudice, sia del cavaliere.

Carriera e formazione come giudice di Dressage

Rovida si trovava a Verolanuova per il CDI3*, appena concluso il Gran Prix Freestyle, in cui era giudice alla campana; ha evidenziato la presenza di binomi di talento e ha sottolineato la buona armonia tra l’amazzone russa Evgenija Davydova e il suo San Francisco T, vincitori della categoria. (Leggi l’articolo “CDI3* Verolanuova: Davydova, Carnevali e Paoli sul podio del Grand Prix Freestyle“)

Durante l’evento, Rovida ha spiegato che diventare giudice di dressage è un percorso complesso e graduale, che richiede molta passione per i cavalli e dedizione per il proprio lavoro. Ha aggiunto che questa carriera si sviluppa attraverso esperienze accumulate nel tempo, formazione continua e una grande attenzione al benessere del cavallo. La sua carriera gli ha permesso di giudicare in oltre 40 paesi, acquisendo una vasta esperienza internazionale.

Diventare giudice di dressage non è semplice né immediato; è una carriera che si sviluppa gradualmente nel tempo e richiede, innanzitutto, una grande passione per il cavallo e dedizione per quello che si fa. Personalmente, vivo questa professione molto bene. Mi ha dato l’opportunità di giudicare non solo in Italia, ma anche in più di 40 paesi nel mondo. La prossima settimana sarò a Istanbul, poi andrò in Inghilterra e così via.

L’mportanza di un “happy athlete

Il giudice ha enfatizzato che il benessere del cavallo è e deve essere al centro di tutte le discipline. Ha parlato del cavallo come un “happy athlete” (atleta felice) che deve apparire sereno e collaborativo in gara. Questo principio è essenziale per garantire che l’animale sia trattato con rispetto e che la competizione rispecchi i valori fondamentali del dressage.

Il fatto di viaggiare in tutto il mondo rappresenta un’ottima opportunità di crescita e di arricchimento della mia esperienza professionale, permettendomi di valutare cavalli di diversi livelli di qualità. Ciò che deve sempre prevalere, però, è il benessere dell’animale, che è il nostro partner di gara. È fondamentale che ci sia armonia tra il cavaliere e il cavallo, seguendo i principi di base della scala di addestramento, il welfare del cavallo deve essere al primo posto. Alla fine, dobbiamo vedere un “happy athlete“, un cavallo sereno e felice nella sua collaborazione con il cavaliere” ha spiegato Rovida.

Percorso Personale di Rovida

Rovida ha parlato del suo percorso personale e professionale, iniziato come cavaliere di salto ostacoli e completo. La sua transizione al dressage risale al 1994: “Ho iniziato la mia carriera come cavaliere, devo dire che inizialmente ha prevalso la mia attitudine alle gare di completo e di salto, ero un primo grado. In famiglia c’era mia sorella che montava in dressage, quindi ho iniziato a fare stage e da lì è iniziata la mia esperienza. La chiave di svolta è avvenuta nel 1994, avevo seguito Ferdinando Acerbi che era stato selezionato per i Campionati del Mondo e questo mi ha dato l’opportunità di vedere anche l’altissimo livello del dressaggio nel mondo.”

Da quel momento è sorta una domanda nella mente del futuro giudice: ‘Perché no? Perché anche in Italia non possiamo raggiungere questi livelli?’.

Ha poi continuato, “Da lì, ho iniziato a frequentare corsi di formazione, diventando nel tempo giudice di Grand Prix a livello italiano e poi internazionale. Ora sono un giudice internazionale di terzo livello (4 stelle) e giudice internazionale di paradressage di secondo livello (3 stelle). Giudico praticamente ogni weekend, alternando tra l’Italia e l’estero”.

Valutazione delle performance: scala del training e armonia tra cavallo e cavaliere

Un aspetto chiave nell’equitazione è la scala del training, che include ritmo, decontrazione, impulso, contatto, cavallo dritto e riunione. Rovida ha spiegato come questi principi siano fondamentali per valutare la performance del cavallo e del cavaliere durante una performance.

Parlando del legame tra cavaliere e cavallo durante una ripresa di dressage, ci ha detto: “È proprio l’armonia d’insieme,” riferendosi ai parametri fondamentali della scala del training. “Il primo parametro è il ritmo: il cavallo deve stare bene, e nelle categorie di base, che includono il galoppo, il ritmo deve essere chiaro tra passo, trotto e galoppo, con una buona decontrazione e costanza del contatto“.

Rovida ha sottolineato che già nelle categorie di base può essere evidente una buona collaborazione tra cavallo e cavaliere. Questa armonia diventa cruciale ai livelli più alti, come il Grand Prix. Senza questa sintonia, non è possibile eseguire una buona coreografia o interpretare la musica in modo efficace per ottenere un buon risultato.

L’intervista con Eugenio Rovida ha fornito una panoramica dettagliata del ruolo e delle responsabilità di un giudice di dressage, mettendo in luce l’importanza della formazione, dell’esperienza internazionale e del rispetto per il benessere del cavallo, elementi essenziali per garantire competizioni giuste e di alto livello.

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