Adrià Velasco Parramon, da giocatore ad allenatore: una vita dedicata all’Horseball

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Adrià Velasco Parramon durante una partita di horseball

Dopo i recenti successi per le squadre italiane Under 21 e Under 16 ai Campionati Europei FIHB di Horseball, svoltisi a Ponte de Lima, horseshowjumping.tv ha avuto il piacere di parlare con l’allenatore Adrià Velasco Parramon che, insieme a Fabiano Lanzi e al Team Leader Fausto Sforza, ha portato alto l’onore del tricolore, conquistando una medaglia d’argento nella categoria Under 21 e una di bronzo nella categoria Under 16. (Leggi l’articolo “Horseball: l’Italia brilla ai Campionati Europei FIHB U21 e U16 con un Argento e un Bronzo“)

L’inizio di una passione travolgente

Adrià Velasco Parramon, conosciuto nel mondo del horseball come Dri, ha trascorso tutta la sua vita accanto ai cavalli. Fin da bambino, l’amore per questi animali e la passione per gli sport equestri sono stati i punti fermi della sua vita, cresciuto in una famiglia che possedeva cavalli, Adrià ha sviluppato una profonda connessione con loro: “Già a tre anni mio padre ci faceva salire sui cavalli che avevamo a casa e ci portava in giro per le montagne“, racconta, sottolineando come il legame con i cavalli sia stato precoce e naturale.

A otto anni, la sua vita ha preso una svolta decisiva. Sfogliando una rivista di equitazione, Adrià scoprì per la prima volta l’horseball, uno sport che combina l’equitazione con il gioco di squadra e che lo avrebbe conquistato per sempre. Con due fratelli e alcuni amici della stessa età, Adrià formò immediatamente una squadra di horseball, dando inizio a un percorso che lo avrebbe portato a diventare un punto di riferimento nel panorama internazionale di questo sport. La passione e l’impegno che fin da subito ha dedicato a questo sport sono state la chiave del suo successo, portandolo a sviluppare competenze tecniche e tattiche che lo avrebbero distinto come giocatore e, successivamente, come allenatore.

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Adrià Velasco Parramon (c) Elena D Photography

Un binomio vincente: come costruire un rapporto con il cavallo

Una delle colonne portanti dell’horseball, come sottolinea Adrià Velasco, è la relazione unica e speciale che si deve creare tra cavallo e cavaliere. Questo legame non si costruisce dall’oggi al domani, ma richiede tempo, pazienza e determinazione costante. “La costruzione di un binomio forte è fondamentale”, spiega Adrià, “non solo per raggiungere un alto livello di gioco, ma anche per ottenere quella connessione necessaria a competere per mantenersi ad un livello d’élite“.

Secondo Adrià, il rapporto con il cavallo è una combinazione di fiducia reciproca e lavoro quotidiano. Non si tratta solo di allenarsi fisicamente insieme, ma anche di creare una sintonia emotiva che permetta di anticipare i movimenti e le reazioni del proprio compagno di gioco. “Prima di ogni partita“, aggiunge, “è fondamentale fare un buon riscaldamento e stabilire quella connessione che ti permette di competere al meglio“. Il lavoro fatto a casa, negli allenamenti quotidiani, rappresenta la base su cui costruire la performance durante le competizioni.

Questo rapporto, per Adrià, è ciò che distingue un buon giocatore da uno eccellente. La capacità di entrare in sintonia con il cavallo, di comprenderne le esigenze e di adattarsi reciprocamente è un’arte che richiede anni di esperienza e un impegno che va oltre il semplice addestramento tecnico. “Il cavallo non è solo uno strumento di gioco”, conclude, “ma un vero e proprio partner con cui condividere vittorie e sconfitte“.

Adrià Velasco Parramon
Adrià Velasco Parramon

L’importanza della squadra: coesione dentro e fuori dal campo

Oltre alla fondamentale relazione con il cavallo, Adrià Velasco pone un’enfasi particolare sull’importanza della coesione della squadra, elemento chiave per il successo nell’horseball. Questo sport, infatti, richiede non solo abilità individuali, ma anche un forte feeling tra i membri della squadra. “Un gruppo unito dentro e fuori dal campo fa la differenza“, afferma Adrià, sottolineando come la qualità delle relazioni interpersonali tra i giocatori possa influenzare direttamente le prestazioni in campo.

La costruzione di un gruppo coeso non avviene solo durante gli allenamenti o le partite, ma anche attraverso momenti di condivisione e convivenza al di fuori del contesto sportivo. Adrià racconta quanto sia importante non solo lavorare sodo sul piano tecnico e tattico, ma anche favorire un ambiente positivo e sereno all’interno della squadra, dove ogni membro possa sentirsi parte integrante del gruppo. “La coesione fuori dal campo si riflette poi in campo“, osserva, “perché un gruppo che sa comunicare e supportarsi nelle difficoltà sarà più reattivo e sincronizzato nelle azioni di gioco“.

La capacità di anticipare le mosse dell’avversario e di agire con tempestività dipende anche dalla sintonia tra i giocatori. Per Adrià, una squadra che lavora bene insieme è una squadra che conosce i punti di forza e le debolezze di ogni membro, e sa come sfruttarli a proprio vantaggio. Questo approccio collaborativo è ciò che permette a una squadra di affrontare le sfide più difficili con fiducia.

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Adrià Velasco Parramon allenatore squadra italiana (c) Elena D Photography

Vittorie e ricordi: le soddisfazioni di Adrià Velasco

Nel corso della sua carriera, Adrià Velasco ha collezionato numerosi successi, ma le vittorie più speciali sono quelle condivise con i suoi fratelli. “La più grande soddisfazione è stata crescere come giocatore al fianco dei miei fratelli“, racconta Adrià, evidenziando come l’aspetto familiare abbia aggiunto un valore inestimabile alle sue esperienze sportive. Uno dei momenti più memorabili è stato il campionato europeo under-16 del 2019, quando, insieme a suo fratello minore, ha conquistato la medaglia d’oro contro la Francia, segnando il gol decisivo in un’emozionante partita risolta al golden goal.

Un altro successo particolarmente caro ad Adrià è la vittoria nel campionato spagnolo di Horseball del 2012 con la squadra di Malla. “Eravamo un gruppo giovane e molto unito“, ricorda, “composto da me, i miei due fratelli e due amici che consideravamo come parte della famiglia“. Questo spirito di fratellanza e complicità ha reso quella medaglia d’oro un ricordo indelebile nella sua carriera, dimostrando come l’unione tra giocatori possa portare a risultati straordinari.

Dal gioco all’allenamento, una nuova sfida

Dopo una carriera di successo come giocatore, Adrià Velasco ha trovato una nuova vocazione nell’allenare. “Allenare è una faccenda completamente diversa dal giocare“, afferma, “ma è qualcosa che mi appassiona moltissimo“. Allenare squadre giovanili richiede un approccio diverso rispetto a quello adottato con le squadre di élite. Nel primo caso, Adrià si concentra sull’insegnamento delle basi tecniche e sull’introduzione ai concetti tattici, elementi fondamentali per la crescita dei giovani atleti. È un lavoro di pazienza e costanza, in cui l’obiettivo principale è far evolvere i giocatori non solo dal punto di vista sportivo, ma anche da quello umano.

Quando si tratta di allenare squadre di élite, invece, l’attenzione si sposta quasi esclusivamente sui dettagli tattici. “Ogni partita va preparata in modo diverso“, spiega Adrià, “adattando le strategie alle caratteristiche dell’avversario, ma senza mai perdere di vista l’essenza e la filosofia della squadra“. Come allenatore, il suo compito è fornire agli atleti gli strumenti necessari per comprendere e applicare il sistema di gioco, lasciando che durante le partite siano i dettagli a fare la differenza.

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Adrià Velasco Parramon allenatore squadra italiana (c) Elena D Photography

Crescita e successo: le soddisfazioni di un allenatore

Adrià Velasco trova una grande soddisfazione nel vedere i progressi dei suoi allievi, specialmente quando allenano le squadre giovanili. “Il risultato è secondario“, dice, “ciò che conta è vedere la giusta evoluzione dei giocatori“. Vedere un giovane atleta crescere, migliorare e, un giorno, magari superare il livello del proprio allenatore, è per Adrià il massimo traguardo che un allenatore possa raggiungere. Questo è il suo obiettivo principale: formare giocatori che non solo raggiungano alti livelli, ma che una volta lì, siano capaci di esprimere un livello di gioco ancora superiore.

Per quanto riguarda le squadre di élite, la soddisfazione di Adrià deriva dal vedere i frutti del duro lavoro svolto in allenamento riflettersi nelle partite. “Quando i giocatori comprendono e applicano le idee di gioco che hai trasmesso loro, e questo si traduce in prestazioni eccellenti, allora sai di aver fatto un buon lavoro“, spiega.

Per Adrià, i risultati non sono altro che una naturale conseguenza di un buon allenamento e di una squadra che ha assimilato e interiorizzato i principi tattici che lui stesso ha sviluppato. Questa simbiosi tra allenatore e squadra è ciò che lo spinge a continuare a dedicarsi con passione all’horseball, sia come giocatore che come allenatore.

A. Ceserani

© Riproduzione riservata.

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