Infortunio: una gestione all’avanguardia
Nella vita di ogni atleta, cavallo o cavaliere, un infortunio prima o poi è da mettere in conto. Se si tratta di cavalli, poi, armiamoci di santa pazienza e prendiamone atto. Del resto chiediamo loro di seguirci nello sport, non necessariamente di alto livello, e nell’allenamento per tanti anni.
È normale poter avere degli acciacchi. Quello che conta maggiormente, quindi, è imparare a gestire l’infortunio nel migliore dei modi perché il nostro amico possa tornare in forma sopportando il minimo dolore possibile, in tempi brevi e senza perdere troppa condizione.
Un veterinario di testa e cuore
Per capire quale potrebbe essere una gestione degli infortuni moderna e ottimale per i cavalli, abbiamo consultato una veterinaria, la Dottoressa Carlotta Caminiti che nella sua clinica, Le Cicogne di Agrate Conturbia, nella verde provincia di Novara, si occupa di una riabilitazione che lei stessa definisce 2.0 e che si rispecchia perfettamente in un’ottica di equitazione all’avanguardia, etica e fatta per il cavallo.
Riabilitazione in movimento
Statisticamente, ha notato la Dottoressa in anni e anni di lavoro, i cavalli infortunati, specie se si parla di tendini o legamenti, venivano “rimessi in pista” troppo velocemente, se destinati alle corse, oppure con una lentezza esasperante se, invece, specializzati negli sport quali salto ostacoli o dressage. In entrambi i casi il fisico non aveva modo di reagire correttamente con la conseguenza di tornare a lesionarsi nel giro di poco tempo.
Certo perché quanto è rischioso tornare in piena attività se non guariti del tutto, lo è altrettanto stare fermi in box e passeggiare a mano pochi minuti al giorno per interminabili settimane. Interrogandosi su queste problematiche, e studiando a fondo non solo la fisiologia, ma anche la natura dei cavalli, pascolatori per eccellenza, Carlotta Caminiti ha messo a punto dei protocolli di recupero che prevedono uscite ed esercizi per restare in forma e rilassati durante la guarigione.
Riabilitazione positiva
Alle Cicogne, sotto l’occhio esperto della Dottoressa Caminiti e del suo team, il presupposto è questo: perché non valutare tecniche gestionali capaci di far sì che il periodo forzato lontano dalle competizioni possa diventare anche qualcosa di positivo? Un periodo di riposo in cui il cavallo guarisce nella maniera migliore, senza che debba per forza subire ulteriori stress.
Ovviamente ogni tipo di infortunio deve essere gestito diversamente a seconda che riguardi articolazioni, tendini, legamenti o addirittura ossa. I protocolli variano e, per essere efficaci, spesso prevedono che il problema venga affrontato su diversi fronti, spiega la Dottoressa. I macchinari impiegati per le terapie fisioterapiche sono moderni e la maggior parte delle volte il loro utilizzo ha come scopo quello di promuovere la vascolarizzazione e il metabolismo cellulare, così da orientare le cellule verso la formazione di tessuto sano.
In questa fase un movimento controllato quotidiano in acqua, assieme alla riabilitazione che ogni cavallo è in grado di farsi da solo, camminando in giostra ma soprattutto in un paddock sicuro ed in piano, renderanno un tessuto il più elastico possibile, favorendo una guarigione ottimale e nei tempi corretti.
Un’analisi di costi e benefici
Permettere al cavallo di trascorrere il suo periodo di riabilitazione in un centro specializzato, seguito da professionisti, è sicuramente un’idea allettante per ogni proprietario che tiene al suo amico a quattro zampe. Certo la tematica costi può frenare l’entusiasmo e spaventare, comprensibilmente. In realtà, però, mettendo sulla bilancia tutti i fattori, il costo di una riabilitazione in un centro specializzato risulta poco più alto se non uguale alla classica scuderizzazione. Specie se parliamo di un cavallo abituato a uscire spesso in gara (costo da tagliare, ovviamente, durante la ripresa).
In scuderia, salvo casi più unici che rari, per ovvie ragioni di spazi, tempi, gestione, costi e competenze, il cavallo dovrà trascorrere parecchio tempo in box con conseguente frustrazione fisica e mentale e avrà tempi di recupero più lunghi e maggiori possibilità di recidive.
In un centro specializzato, invece, oltre ad essere seguito da veterinari professionisti, si prospetta un accorciamento dei tempi di recupero, la consapevolezza di aver ridotto drasticamente il rischio di recidive, dando la possibilità al cavallo di partecipare attivamente al proprio percorso di guarigione senza rimanere chiuso nel box.
Certo, seguiti adeguatamente da un veterinario esperto, possiamo regalare una “riabilitazione attiva” anche in scuderia se tempo e spazio ce lo consentono.
Elena Pecora
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