Il simbolo del cavallo bianco: dalla mitologia celtica al Natale

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Cavallo bianco su sfondo nero

Il cavallo bianco occupa un posto di rilievo nelle tradizioni europee, intrecciando miti, leggende e simbolismi che attraversano secoli e culture; la sua figura, spesso associata a divinità, eroi e santi, è rinomato simbolo di purezza e connessione tra mondi terreni e ultraterreni.

Radici mitologiche

Il cavallo bianco incarna simboli che spaziano dalla purezza alla connessione con il divino; nella mitologia greca, esso è intimamente legato al dio del sole, Helios, il cui carro fiammeggiante, che solcava il cielo da oriente a occidente, era trainato da quattro cavalli bianchi. Questa rappresentazione testimonia come il cavallo bianco sia da sempre legato a concetti di luce, illuminazione e rinascita quotidiana, poiché il suo viaggio celeste simboleggiava la vittoria della luce sulle tenebre.

Un’altra figura emblematica della mitologia greca è Pegaso, il cavallo alato nato dal sangue della Gorgone Medusa, che rappresenta l’ispirazione poetica e la libertà. La sua immagine ha profondamente influenzato l’arte e la letteratura occidentale, divenendo simbolo dell’aspirazione umana verso il trascendente e l’ignoto.

Nelle tradizioni celtiche, il cavallo bianco è spesso associato a divinità femminili e al mondo spirituale. La venerazione di Epona, ad esempio, dea gallica legata ai cavalli, alla fertilità e alla protezione dei viaggiatori, si estese persino all’Impero Romano, evidenziando l’importanza del cavallo bianco come fil rouge tra il mondo terreno e quello divino.

Un esempio tangibile dell’importanza del cavallo bianco nella cultura celtica è il geoglifo del Cavallo Bianco di Uffington, situato nel sud dell’Inghilterra. Questa figura stilizzata, risalente all’età del bronzo, rappresenta un cavallo bianco ed è stata oggetto di numerose leggende e interpretazioni, spesso collegandola a divinità o eroi locali.

Nella mitologia norrena, il cavallo bianco è rappresentato da Sleipnir, il destriero a otto zampe del dio Odino, considerato il più veloce e potente dei cavalli, capace di viaggiare tra i diversi mondi dell’universo norreno. Il suo colore bianco e le sue abilità sovrannaturali lo hanno reso un simbolo di forza, velocità e unione tra il mondo dei vivi e quello degli dei.

Nelle tradizioni celtiche, il cavallo bianco era spesso associato all’Altromondo, fungendo da guida tra i due mondi, inoltre il suo colore luminoso lo collegava al cielo, facendone un emblema di favore e protezione divina.

Transizione al cristianesimo

Con l’avvento del Cristianesimo, il simbolismo del cavallo bianco venne reinterpretato: nel Libro dell’Apocalisse, un cavallo bianco è cavalcato da una figura che rappresenta la conquista e la giustizia, collegando ulteriormente l’animale ai temi della salvezza e della speranza.

Nel Libro dell’Apocalisse, il cavallo bianco assume un’importanza simbolica cruciale, rappresentando la vittoria finale della giustizia divina e il trionfo del bene sul male. L’Apocalisse, scritto dall’apostolo Giovanni, è il libro finale del Nuovo Testamento e contiene visioni profetiche che riguardano la fine dei tempi, la sconfitta di Satana e l’instaurazione del regno di Dio.

In questo contesto, il cavallo bianco appare nei primi versetti del capitolo 6, durante la descrizione dei quattro cavalieri dell’Apocalisse, che sono inviati a portare giudizio sul mondo.

“Poi vidi che l’Agnello aprì il primo dei sette sigilli, e udii uno dei quattro esseri viventi che diceva, come voce di tuono: ‘Vieni!’ Ed ecco, apparve un cavallo bianco, e colui che lo cavalcava aveva un arco; gli fu data una corona, e uscì vincitore per vincere.”

Apocalisse 6:1-2

Giovanni racconta di aver visto un cavaliere su un cavallo bianco mentre apriva il primo dei sette sigilli che sigillano il libro della profezia. Il cavallo bianco è il primo dei quattro cavalieri e spicca per il suo colore luminoso e puro.

San Nicola e Sinterklaas

Una delle rappresentazioni più durature del cavallo bianco nelle tradizioni natalizie deriva dalla figura di San Nicola. Nel folklore olandese, Sinterklaas è raffigurato mentre cavalca un cavallo bianco sui tetti, distribuendo doni ai bambini. Questo cavallo, spesso chiamato Amerigo o Ozosnel nelle narrazioni moderne, è una figura centrale nelle celebrazioni del 5 e 6 dicembre nei Paesi Bassi.

In questa tradizione, il cavallo bianco non è solo un mezzo di trasporto pratico per San Nicola; simboleggia la rapidità e la purezza della sua missione. Lo collega anche alle antiche tradizioni pagane, dove si credeva che i cavalli bianchi trasportassero dèi e spiriti attraverso il cielo. Col tempo, questa immagine si è evoluta nella figura cristiana di San Nicola, fondendo credenze antiche con temi religiosi più recenti.

Solstizio d’inverno e luce

Nella mitologia nordica e slava, il cavallo bianco ha un ruolo centrale nelle celebrazioni del solstizio d’inverno. Queste culture vedevano l’animale come un portatore di luce, simbolo del ritorno del sole dopo la notte più lunga dell’anno. Il cavallo bianco era spesso raffigurato mentre trainava il carro del dio del sole o accompagnava figure che rappresentavano il rinnovamento e la speranza.

Ad esempio, nella mitologia norrena, Sleipnir, il cavallo bianco a otto zampe di Odino, era una cavalcatura soprannaturale capace di attraversare i mondi. Alcune teorie suggeriscono che Sleipnir abbia influenzato le successive tradizioni legate al cavallo bianco di San Nicola, intrecciando immagini pagane e cristiane.

Rappresentazioni moderne

Oggi, il cavallo bianco continua a esercitare un’influenza potente nelle celebrazioni natalizie e nelle tradizioni popolari in tutta Europa. Non solo è un’immagine ricorrente nelle parate festive, ma rappresenta anche un simbolo di purezza, speranza e magia, incarnando l’immagine del cavaliere eroico che combatte le forze oscure e trionfa sulla negatività. In molte città, cavalieri su cavalli bianchi sono spesso protagonisti durante il periodo natalizio, dove il cavallo diventa una metafora di un rinnovamento spirituale, sia in contesti religiosi che laici.

Inoltre, il cavallo bianco non è solo un elemento visibile nelle manifestazioni popolari, ma è anche un soggetto che ha suscitato riflessioni più profonde nel campo della psicologia. Sigmund Freud, noto psicoanalista, ha associato il cavallo a simboli archetipici della psiche umana. Secondo Freud, il cavallo rappresenta la pulsione di vita, ovvero Eros, che comprende la sessualità, la creatività e l’autoconservazione.

Il cavallo bianco, con la sua forza, potenza e purezza, diventa un emblema di vitalità, mentre il cavallo nero simboleggia la pulsione di morte (Thanatos), riflettendo l’equilibrio tra queste forze opposte all’interno della psiche. In questo senso, il cavallo bianco nella sua bellezza e velocità è visto come un simbolo di energia positiva, movimento in avanti e rinnovamento, sia nel contesto della crescita individuale che delle trasformazioni collettive.

Questa visione freudiana conferisce al cavallo bianco un significato profondo anche nell’ambito psicologico, legandolo a una forza che non solo attraversa mondi mitologici, ma che riflette anche la complessità dell’animo umano.

Nella letteratura e nell’arte, il cavallo bianco continua a evocare sentimenti di meraviglia e stupore. Rappresenta un richiamo al potere duraturo dei miti e alla loro capacità di unire le persone, specialmente durante il periodo natalizio.

Il cavallo bianco è molto più di una decorazione festiva: è un ponte tra tradizioni antiche e moderne, tra credenze pagane e valori cristiani. La sua purezza simbolica, la sua forza e la sua connessione con la luce lo rendono una figura senza tempo nel folklore natalizio europeo.

Che venga visto come il fedele compagno di San Nicola, un portatore di luce nei momenti bui o un collegamento con i regni divini, il cavallo bianco incarna lo spirito eterno di speranza e rinnovamento che definisce il Natale.

A. Ceserani

Fonti: “The white horse: a mythological and symbolic interpretation” di David B. Dodd; “Apocalisse di Giovanni” di Daniele Tripaldi; “Totem e Tabù” di Freud

© Riproduzione riservata.

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