Il gentleman rider: tra passione e competizione

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Raffigurazione di fantina durante una corsa di galoppo per Ippodromo Capannelle

La figura del gentleman rider è sempre stata accostata ad eleganza, gentilezza e signorilità. Nel mondo equestre, in particolare nel mondo ippico, esiste una vera e propria categoria di appassionati che compete nelle corse, senza farne una professione vera e propria.

Il club dei Gentlemen-riders vede la luce già nel 1931, sotto la presidenza dell’onorevole Achille Starace. La figura del cavaliere ed amazzone dilettante, nasce all’interno dei prosperosi ippodromi che popolavano l’Italia degli anni ’30, in un periodo storico in cui l’Italia inziava a padroneggiare nel mondo ippico. Nomi altisonanti come Tesio, De Montel, il conte Scheibler, non potendo montare in corsa per via del peso proibitivo di quegli anni [negli anni ’30 i fantini potevano montare anche con un peso di 40kg n.d.r], si dilettavano, appunto, in corse non professionistiche per il puro piacere della competizione.

Oggi, a distanza di quasi 100 anni è cambiato poco e niente. Lo statuto dell’AGRI, Associazione Gentlemen Riders d’Italia, afferma che: L’associazione è costantemente ispirata ai principi di lealtà, correttezza, integrità ed onestà, da qui ci si ricollega al nome ed alla figura del Gentlemen. I cavalieri e le amazzoni dilettanti, possono parteciapare alle corse, sia al trotto, che al galoppo, riservate esclusivamente a loro e solamente in alcuni casi, dettati dal regolamento, possono sfidare i professionisti durante una giornata di corse.

Il fenomeno dei Gentlemen è un fenomeno presente in tutto il mondo, moltissimi appassionati di cavalli da corsa, non avendo le caratteristiche fisiche, o semplicemento non volendo intraprendere una carriera professionistica nel mondo delle corse, si sfidano in tutti gli ippodromi del mondo senza ricevere nessun compenso monetario. Proprio questa particolarità rende i cavalieri e le amazzoni “dilettanti”, perchè la prestazione in corsa, non viene retribuita da regolamento, al cavaliere o l’amazzone vengono rimoborsate solamente le spese della trasferta, ma niente più.

Ogni paese ha regolamenti più o meno stringenti, in Italia e Spagna, ad esempio, il gentlemen non deve lavorare come artiere ippico, ma deve essere uno studente o avere un lavoro parallelo, questo per mantenere intatta la figura del dilettante. La stragrande maggioranza dei Gentlemen, sono appunto, anche i proprietari dei cavalli che montano o guidano in corsa, proprio per mantenere intatti i capisaldi della categoria, quindi, farlo per pura passione. Ovviamente, le corse sono corse regolari, con montepremi e con la possibiltà di scommettere su tutti i parteciapnti, senza alcuna differenza con le corse professionistiche.

Essendo le corse ippiche uno sport adrenalico ed essenzialmente pericoloso, chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo e diventare cavaliere o amazzone dilettante, deve prendere una licenza per montare/guidare nelle corse. L’esame comprende una prova scritta, basata sul regolamento ed una prova pratica che simula una vera e propria corsa di purosangue.

Nell’atto pratico, una corsa tra fantini professionisti ed una tra dilettanti, non ha differenze, infatti un occhio inesperto che va per la prima volta all’ippodromo potrebbe non notare la differenza tra un fantino ed un gentlemen, differenza ancor meno visibile per quanto riguarda i guidatori del trotto. Essendo una figura ormai comune e molto numerosa nel mondo ippico, tutte le associazioni dei gentlemen, come appunto AGRI, fanno riferimento ad una federazione internazionale, la FEGENTRI (Federazione internazionale dei Gentlemen e Lady Riders).

La Fegentri ogni anno organizza una sorta di mondiale tra le nazioni che fanno parte della federazione, in cui, un rappresentate scelto dalla propria nazione, attraverso un numero prestabilito di tappe in tutto il mondo, sfida gli altri rappresentati per una classfica che decreterà il “Campione del mondo”.

Il bello della figura del Gentlemen sta proprio nella genuina passione che si ha per il cavallo e le corse, dove c’è competizione, ma senza dover essere “schiavi” del risultato. Questo movimento, sta prendendo sempre più piede in tutta Italia, ottimo per far appassionare anche chi, magari, non è un esperto ippico, ma che comunque è un amante dei cavalli, grazie alla possibilità di poter provare, almeno una volta, l’adrenalina della corsa.

Damiano Poggi

© Riproduzione riservata.

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