Il colpo di calore nel cavallo: cause, sintomi e prevenzione

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doccia di un cavallo dopo un colpo di calore

Il colpo di calore nel cavallo è una grave condizione che l’animale può facilmente subire durante i mesi estivi e che, se non opportunatamente riconosciuta e trattata, può portare a conseguenze molto gravi e, in casi estremi, può rappresentare un pericolo per la vita del cavallo. 

Lo scopo di questo articolo è illustrarne le cause e i sintomi e spiegare come prevenirlo e cosa fare in caso ci trovassimo a doverne fronteggiare uno in attesa dell’arrivo del veterinario.

Come funziona la termoregolazione nel cavallo

La normale temperatura fisiologica del cavallo è compresa in un range da 37 a 38,5 gradi centigradi; il cavallo dispone di alcuni meccanismi per poter mantenere questo range anche durante l’ esercizio fisico.

  • La respirazione: tramite la quale l’aria ispirata contribuisce al raffreddamento polmonare e aumenta di frequenza e profondità.
  • La vasodilatazione: attraverso la quale l’aumento di flusso sanguigno a livello cutaneo contribuisce alla dispersione di calore.
  • La sudorazione: è il meccanismo di termoregolazione principale nel cavallo e permette al cavallo di disperdere circa il 65/70% del calore prodotto grazie all’evaporazione del sudore, che garantisce un’azione termodispersiva per convenzione con l’ambiente circostante.

Quando questo meccanismo viene alterato, la produzione di calore supera la capacità termodisperdente dell’organismo, dando quindi origine al colpo di calore.

Alcune caratteristiche proprie del cavallo influenzano questo processo: soprattutto per quelle razze particolarmente muscolose, il rapporto tra il volume del corpo e la superficie cutanea disponibile è nettamente a favore del volume del corpo, rendendo quindi l’area superficiale disponibile per l’evaporazione del sudore relativamente piccola rispetto al volume che produce effettivamente calore.

Inoltre, durante l’esercizio fisico intenso, la cute e i muscoli competono per la gittata cardiaca: il lavoro muscolare richiede la maggior parte della gittata, rendendo la cute meno perfusa e facendo quindi mancare parte dell’azione termodisperdente cutanea.

Vi sono poi delle condizioni ambientali che favoriscono l’insorgenza del colpo di calore, il più importante è sicuramente l’umidità ambientale, che impedisce la corretta evaporazione del sudore e la conseguente termodispersione. Tale condizione è riscontrabile sia a causa di fattori metereologici sia in scuderie scarsamente ventilate e/o sovraffollate.

Anche i trasporti giocano un ruolo importante, se effettuati con mezzi con una ventilazione insufficiente e nelle ore più calde della giornata.

Infine, contribuiscono il lavoro eccessivo, lo scarso adattamento a climi caldi e umidi, e l’esposizione solare o la presenza di ripari non coibentati nei paddock.

Come si riconosce un colpo di calore?

I sintomi principali nel colpo di calore solitamente cominciano con un aumento della frequenza respiratoria, lentezza dei movimenti, un’iniziale e via via sempre più marcata assenza di risposta agli stimoli esterni, fino ad arrivare al barcollamento e alla mancanza di coordinamento dei movimenti degli arti e della testa, che solitamente viene tenuta bassa.

È facile riscontare inoltre aritmie cardiache all’auscultazione del cuore e mucose oculocongiuntivali arrossate.

Il proprietario può facilmente rilevare due importanti parametri:

  • Il tempo di riempimento capillare (TRC): premendo in maniera decisa con un dito la mucosa gengivale per qualche secondo e controllando al rilascio quanto tempo occorre perché la mucosa riprenda il suo colore iniziale. In situazioni fisiologiche, il colore ricompare dopo 1,5 o al massimo 2 secondi, nel colpo di calore invece possono passare anche più di 2,5 secondi.
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  • La prova della plica cutanea: si pizzica leggermente tra due dita una plica cutanea nella parte centrale del collo e si osserva in quanto tempo torna alla normalità: in condizioni normali, sono necessari al massimo 3 secondi, già nelle prime fasi del colpo di calore questa tempistica viene superata.
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Inoltre, misurando la temperatura rettale, si può riscontrare un aumento importante, fino a superare facilmente i 41,5/42 °C.

Nei casi più gravi, è possibile riscontrare la cosiddetta inversione, che si ha nel caso in cui la frequenza respiratoria supera la frequenza cardiaca.

Infine, sopraggiungono il decubito sternale e laterale, a volte le convulsioni, fino al coma e al decesso.

Cosa fare in caso di colpo di calore nel cavallo

In caso di insorgenza anche di uno solo di questi sintomi che possa far sospettare un colpo di calore, è fondamentale interrompere immediatamente l’esercizio fisico del cavallo, se in corso di svolgimento, togliere tutti i finimenti e contattare al più presto il proprio veterinario di fiducia.

Il cavallo va portato in un luogo fresco e ventilato; se sono presenti dei ventilatori posizionarli intorno al cavallo, raffrescarlo con dell’acqua fresca inizialmente sulla nuca, sugli arti, sul collo, sul torace, e sulla groppa evitando, almeno inizialmente, la zona dei reni.

Se in scuderia sono disponibili, sono un ottimo aiuto l’applicazione di stinchiere refrigeranti, se invece non fossero disponibili si può facilmente creare una “soluzione casalinga” applicando per qualche minuto dei siberini di ghiaccio avvolti da un panno e fissati con una fasciatura o un bendaggio di vetrap.

Somministrare poi al cavallo abbondante acqua pulita ed eventualmente un integratore di elettroliti.

Come prevenire il colpo di calore nel cavallo

Dopo aver visto come agisce la termoregolazione del cavallo e come si presenta il colpo di calore, analizziamo come prevenirlo, mettendo in pratica una serie di accortezze che servono per ridurne la potenziale insorgenza.

  • Garantire sempre al cavallo un ambiente fresco e ventilato: se la scuderia è ben coibentata, durante le torride giornate estive, lasciare il cavallo a riposo all’ interno dei box, e portarlo nel paddock nelle ore più fresche oppure durante la notte.
  • Scegliere paddock dotati di zone d’ombra: se possibile, scegliere sempre paddock dotati di alberi a foglia larga, in alternativa, creare zone ombreggiate all’interno dello stesso.
  • Tenere, se possibile, sempre le finestre del box aperte: in questo modo, si favorisce il ricircolo dell’aria e si evita la formazione di umidità. Ove possibile, si consiglia di installare dei ventilatori sopra i box.
  • Lasciare sempre a disposizione del cavallo abbondante acqua fresca.
  • Arricchire l’alimentazione giornaliera con degli elettroliti. (Leggi l’articolo “La corretta idratazione del cavallo: l’uso degli elettroliti nella dieta equina“)
  • Evitare assolutamente il lavoro nelle ore più calde della giornata.
  • Effettuare docce frequenti. (Leggi l’articolo “Estate è sinonimo di “doccia al cavallo“)
  • Garantire condizioni di trasporto ottimali: i camion moderni quasi sempre dispongono di aria condizionata o di impianti di ventilazione, ma qualora si trasportassero i cavalli con mezzi privi di questi optional vanno tassativamente evitate le ore più calde della giornata e la scelta del tragitto deve essere fatta evitando tratti potenzialmente congestionati dal traffico. (Leggi l’articolo “Trasporto cavalli: sicurezza e comfort con Stephex Horsetrucks“)

Prevenire il colpo di calore nei cavalli è essenziale per garantirne la salute e il benessere, soprattutto durante i mesi estivi. Conoscere i meccanismi di termoregolazione e i sintomi iniziali permette di intervenire tempestivamente, evitando complicazioni gravi.

Adottare misure preventive, come garantire un ambiente fresco e ben ventilato, fornire abbondante acqua e limitare l’attività fisica nelle ore più calde, può fare la differenza. In caso di emergenza, agire rapidamente e coinvolgere il veterinario è fondamentale. Prendersi cura dei propri cavalli significa anche proteggerli dai rischi legati al calore eccessivo.

Articolo scritto in collaborazione con il medico veterinario Matteo Villa

© Riproduzione riservata.

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