I cavalli nell’arte degli Attacchi: dal 1800 all’inizio del 1900

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La maggior parte delle razze di carrozzieri, che nel 1800 e all’inizio del 1900 erano assai diffuse, oggi sono quasi del tutto scomparse. I cavalli nell’arte degli Attacchi si sono riciclati in nuove funzioni, come quelli degli sport equestri.

Nell’epoca d’oro degli attacchi, i cavalli non erano solo mezzi di trasporto, ma veri e propri partners nelle arti equestri; cavalli adatti alla disciplina, soprattutto nel periodo che va dal 1800 all’inizio del Novecento.

Le razze predilette del XIX Secolo

Nel XIX secolo, alcune razze di cavalli si distinsero per la loro eleganza, resistenza e capacità di apprendimento. Tra queste, il Thoroughbred spiccava per la sua velocità e agilità, mentre il Cavallo Arabo era apprezzato per la sua resistenza.

Le razze tedesche di cavalli da carrozza sono state storicamente rinomate per la loro forza, resistenza e eleganza, contribuendo notevolmente alla tradizione degli attacchi e dei trasporti trainati da cavalli. 

Cavallo Hannoveriano

Caratteristiche: Originario della Bassa Sassonia, l’Hannoveriano è noto per la sua eleganza, la struttura robusta e l’intelligenza.

Utilizzo: Questa razza è stata spesso impiegata per i trasporti di carrozze grazie alla sua combinazione di forza e agilità.

Cavallo di Westfalia

Caratteristiche: Originario della regione di Westphalia, questo cavallo è noto per la sua forza e resistenza.

Utilizzo: il cavallo di Westfalia è stato spesso utilizzato nei servizi di trasporto e nelle attività agricole, contribuendo anche alla tradizione delle carrozze.

Cavallo Frisone

Caratteristiche: Originario della Frisia, il Frisone è noto per la sua maestosità, con criniera folta e arti potenti.

Utilizzo: sebbene il Frisone sia spesso associato al lavoro agricolo, è stato anche utilizzato per trainare carrozze di lusso grazie alla sua eleganza.

Cavallo del Palatinato

Caratteristiche: Questa razza, originaria della regione del Palatinato, è nota per la sua versatilità e resistenza.

Utilizzo: sia nell’agricoltura che nei trasporti urbani, il cavallo del Palatinato è stato apprezzato per la sua affidabilità.

Cavallo Tedesco del Sud

 Caratteristiche: originario delle regioni meridionali della Germania, questo cavallo è noto per la sua forza e la sua struttura massiccia.

Utilizzo: ha svolto un ruolo importante nei lavori agricoli e nell’attività di traino di veicoli pesanti, inclusi quelli da carrozza.

Cavallo Holstein

Caratteristiche: Originario dello Schleswig-Holstein, questo cavallo è noto per la sua eleganza e la sua resistenza.

Utilizzo: ha contribuito ai trasporti di lusso, spesso trainando carrozze aristocratiche.

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Altre razze

Abbiamo poi i cavalli Lipizzani, razza che risale al 1580, quando l’Arciduca Carlo II d’Austria creò a Lipica l’haras, la culla della razza stessa. La taglia di questi cavalli varia tra m.1,51 e 1,62.

Passiamo ai Maremmani razza  autoctona, di lontane origini. Il suo nome deriva dalla Maremma toscana. Cavalli forti, abituati a vivere in branco, negli impervi pascoli della Maremma.

Anche il Murgese vecchia razza autoctona risalente al XV secolo, ha la sua culla d’origine nell’altipiano delle Murge in Puglia.

Fu il Conte di Conversano, attorno al 1760, con l’immissione di riproduttori arabi e orientali, che diede un notevole impulso alla valorizzazione del cavallo murgese

Un’altra razza equina che prende il nome dal luogo di provenienza si dall’epoca romana, è il Sanfratellano. Molti sono stati gli incroci per questo cavallo nel tempo che hanno fatto sì che migliorassero le sue doti.

Abbiamo poi il cavallo agricolo da TPR (tiro pesante rapido) che trae origine dal Postier breton, il Frisone proveniente dalla Frisia (Olanda) di lontane origini e menzionato da Giulio Cesare. Completamente morello con una stella in fronte, ha un’abbondante criniera e coda lunga

E poi un cavallo dell’epoca austroungarica, il Nonius che si distingue in due modelli, “Il piccolo Nonius” di derivazione Puro Sangue Arabo e il “Grande Nonius” influenzato dall’Anglonormanno, che per il suo ottimo carattere è più adatto come carrozziere.

Addestramento e Disciplina

Gli attacchi richiedevano cavalli addestrati con cura. I metodi dell’epoca includevano l’uso di istruttori esperti, che lavoravano a stretto contatto con i cavalli per svilupparne le capacità di risposta e di esecuzione delle figure richieste negli attacchi.

L’Inizio del XX Secolo: Cambiamenti e Sviluppi

L’Impatto dell’Industrializzazione: Con l’avvento dell’industrializzazione, la domanda di cavalli per gli attacchi diminuì. Tuttavia, alcuni cavalli da tiro pesante, come il Clydesdale e il Percheron, divennero essenziali per il traino di carri e veicoli pesanti nelle città in espansione.

Nel corso del XX secolo, gli attacchi mantennero la loro popolarità nei circhi e nelle esibizioni. Cavalli addestrati per spettacoli divennero protagonisti, mostrando al pubblico la grazia e la precisione richieste in questa disciplina.

Eredità e Evoluzione

Il declino dell’uso pratico. Con l’avvento delle automobili e dei mezzi di trasporto motorizzati, l’uso pratico degli attacchi da parte dei cavalli diminuì progressivamente. Tuttavia, la tradizione equestre continuò a vivere attraverso competizioni e spettacoli.

Oggi, alcune razze storiche sono ancora apprezzate per la loro eleganza e abilità negli attacchi, anche se la disciplina è diventata più di una forma d’arte e di intrattenimento che di utilità pratica.

Nel mondo equestre la disciplina degli attacchi resta comunque una competizione sportiva spettacolare e molto regolamentata. Campionati Europei e del Mondo, elevano al giusto posizionamento questa grande arte, dove il guidatore è un vero professionista.

L’impiego dei finimenti

Per quanto riguarda la disciplina degli attacchi, una parte certamente affascinante è tutto ciò che riguarda i finimenti. E’ importante conoscere la funzione di ogni pezzo dei finimenti e l’ordine in cui questi vanno impiegati per attaccare il cavallo in sicurezza.

Nel loro insieme alcune parti del finimento svolgono funzioni diverse indicate come:

– dirigere la marcia dell’attacco;

– tenere bilanciata la vettura a due ruote;

– far avanzare il veicolo;

farlo retrocedere o trattenerlo in discesa o in abbrivio, in modo che non vada a sbattere contro il posteriore del cavallo.

Il semplice filetto, imboccatura adatta per un attacco singolo, lo è meno negli  attacchi plurimi.

Esistono una varia quantità di imboccature a seconda della necessità, a volte sono sin troppe e possono generare confusione. Il filetto è la più semplice delle imboccature.

Nella categoria degli attacchi plurimi, si possono distinguere quelli con cavalli di fronte, affiancati (in pariglia) da quelli uno dietro all’altro, in linea.

Tra gli attacchi plurimi si devono considerare i tiri a quattro, a sei, a otto con due timonieri e più cavalli di volata.

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Imboccature

La storia dei cavalli negli attacchi

La storia dei cavalli negli attacchi è un viaggio affascinante attraverso un’epoca in cui la partnership tra l’uomo e il cavallo raggiungeva l’apice nell’espressione artistica e nell’abilità tecnica. Nonostante i cambiamenti nel corso del tempo, l’eredità di questi cavalli continua a vivere nei cuori degli appassionati di equitazione e negli spettacoli equestri moderni.

Fonte Cavalli e Carrozze – Calderini Agricole

RLV

Foto d’archivio

© Riproduzione riservata.

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