
HorseBall, quando il basket incontra l’equitazione.

Campionati Europei di Horseball | Picture by Tiffou (c)
Il mondo equestre è un universo costellato da numerosissime attività e discipline, alcune storiche, altre più recenti. Oggi, noi di HSJ andremo alla scoperta di una disciplina che ha radici lontane, ma che si sta sviluppando concretamente solamente in questi ultimi anni, l’HorseBall.
L’HorseBall vede la luce nel 1930, in Francia, grazie ad un’intuizione del capitano Clave. Nato per essere un esercizio di messa in sella, con il passare del tempo è diventato una vera e propria disciplina equestre che mescola perfettamente tempismo, equilibrio e coordinazione. Pur essendo un’attività competitiva, ha mantenuto i suoi valori pedagogici e ludici, diventando un caposaldo nei centri equestri e pony club.
In cosa consiste l’HorseBall?
È un gioco abbastanza semplice, essenzialmente bisogna fare canestro nella metà campo avversaria e chi ne fa di più vince, esattamente come succede nel basket. Le squadre sono composte da un totale di sei giocatori per parte, ma solo 4 di questi sono autorizzati a scendere in campo ed il numero delle sostituzioni è illimitato. È un’attività che può essere svolta sia indoor che outdoor, ovviamente, e le dimensioni del campo di gioco devono seguire le misure ufficiali del regolamento.
Per quanto riguarda la Lunghezza, si va da una massima di 75 metri, ad una minima di 60, invece la larghezza va da una massima di 30 metri ad una minima di 20. Secondo il regolamento stilato dalla FISE, le dimensioni ideali sarebbero 60 x 25 mt. Passiamo ad un elemento che sicuramente desta la curiosità di molti, la palla.
La palla dovrà essere di cuoio e di colore chiaro, racchiusa in una rete formata da 6 maniglie, anch’esse di cuio, per permettere appunto ai giocatori di poterle raccogliere da terra, senza troppa difficoltà, escluso il movimento rotatorio che dovranno fare i cavalieri per poterla afferrare.
Le dimensioni ed il peso sono facilmente individuabili sul regolamento ufficiale nel sito della FISE. Il giocatore di riferimento è il capitano ed un po’ come nel rugby, solo lui ha diritto di parola e solo lui può interagire con l’arbitro per ottenere le informazioni che desidera.
La direzione del gioco è affidata a due arbitri, uno in campo a cavallo ed uno esterno, detto giudice di sedia, quest’ultimo si posizionerà a metà campo, possibilmente lontano da allenatori o componenti delle due squadre. I due interagiscono tramite sistema radiofonico. Come nel calcio è possibile che vengano estratti cartellini gialli o rossi.
Nel primo caso, il giocatore sanzionato può rimanere in campo e continuare a giocare, un doppio giallo identifica l’espulsione immediata, stessa cosa per quanto riguarda il cartellino rosso, con l’impossibilità di partecipare nella partita successiva.
Oltre ai cartellini, dati singolarmente ai giocatori, l’arbitro ha la responsabilità di valutare l’entità del fallo e giudicarlo in base a tre ordini di penalità, collegati alla gravità dell’offesa. La penalità 1, categorizza i falli gravi, in quel caso, chi subisce l’offesa, tira quello che nel basket si chiama “Tiro libero”.
La penalità 2, si applica per i falli meno gravi, in quel caso le possibilità sono due, la prima è un tiro libero dai 10 metri, mentre la seconda è un’azione a tre passaggi partendo dalla linea dei 15 metri, in quel caso la decisione finale, può essere comunicata esclusivamente dal capitano.
Se la squadra che beneficia della penalità ha scelto la regola dei tre passaggi, l’arbitro fa allineare i giocatori del campo offensore sulla linea dei 10 metri nel senso del gioco, mentre i giocatori del campo offeso si piazzano dietro il portatore di palla posizionato sulla linea dei 15 metri.
Per ultima, la penalità 3, la palla va ai giocatori che hanno subito il fallo. Almeno un giocatore dell’equipe offeso (squadra che a subìto il fallo) deve trovarsi dietro il portatore della palla, gli altri giocatori possono trovarsi oltre il portatore di palla, ma obbligatoriamente ad una distanza superiore ai 5 m nello stesso senso del gioco.
In caso contrario l’arbitro assegna una penalità n. 3 alla squadra avversaria. I giocatori dell’equipe offensore (chi ha compiuto il fallo) devono stazionare davanti a loro ad almeno cinque metri nel senso del gioco fino al fischio dell’arbitro.
Ora passiamo al cavallo, Il numero massimo di cavalli per ciascuna squadra è di sei, di cui al massimo quattro possono essere contemporaneamente presenti sul terreno di gioco. Un cavallo può partecipare al massimo ad una partita al giorno, ma può essere autorizzato a partecipare a due partite nella stessa giornata, a condizione che la durata dei tempi sia inferiore a 8 minuti.
Solitamente una partita è suddivisa in due tempi da 10 minuti, con la possibilità di chiamare un time out di 30 secondi durante il loro svolgimento. L’HorseBall si pratica con cavalli di almeno 5 anni.
Per poter effettuare un canestro, una squadra ha l’obbligo di effettuare un minimo di tre passaggi tra tre giocatori diversi della stessa squadra, è vietato inoltre muoversi nel senso contrario della palla e farla portare per più di 10 secondi allo stesso giocatore.
Non si può recuperare una palla mettendo i piedi a terra, oppure tenendo il cavallo fermo, tutto deve essere fatto in movimento. Il cavaliere riesce a chinarsi fino al suolo grazie alla cinghia di ramassage [termine indicato per identificare l’azione di recupero palla n.d.r], una cinghia che unisce le due staffe in modo da rendere possibile quel movimento rotatorio tanto spettacolare alla visione.
Questi sono i caratteri generali di uno sport che sta diventando sempre più popolare e che, ancora una volta, dimostra quanto il cavallo possa essere il protagonista di un numero svariato di attività, dalle più semplici, alle più complesse e curiose.
Damiano Poggi
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