Horseball, come non amarlo
C’è una cosa che accomuna noi europei (e non solo) di tutte le latitudini, ed è la “febbre a 90”, la passione per il pallone. Poi c’è una parte di noi che, di solito da bambino, si è innamorato perdutamente e per sempre dei cavalli. E poi c’è l’horseball, trait d’union di questi due amori ancestrali. Come possiamo, quindi, non appassionarci a uno sport così?
Origini lontane
Questo sport nasce in Sud America, precisamente dal pato argentino, un’attività simile a quella che conosciamo oggi e che, a sua volta, deriva dal polo. Sono stati i francesi a dare vita all’horseball, in particolare dobbiamo ringraziare il Capitavo Clavè che sentiva la necessità di migliorare l’armonia tra i suoi allievi in sella facendoli giocare e accrescendo equilibrio e spirito di squadra.
Siamo negli anni Trenta del Novecento, ma è solo quarant’anni dopo che nasce lo sport che ancora oggi conosciamo, grazie all’istituzione, nel 1979, del primo Campionato Francese. Da allora la disciplina si è espansa in tutta Europa e Oltreoceano, regalando alla nostra Nazionale, soprattutto nell’ultimo decennio, risultati spettacolari, anche se i nostri vicini d’Oltralpe detengono tutt’ora il maggior numero di vittorie internazionali.
Partite tra adrenalina e correttezza
Il gioco si svolge tra due squadre, ciascuna composta da quattro cavalieri più due riserve, che si confrontano in un campo rettangolare con dimensioni variabili tra i 60 ai 75 mt. di lunghezza e tra i 20 e i 30 mt. di larghezza.
La partita si svolge in due tempi da 10 minuti (con tre minuti di intervallo) durante i quali i giocatori cercheranno di impossessarsi della palla restando in sella, e di andare a canestro dopo aver effettuato un minimo di tre passaggi fra tre giocatori diversi. Vince chi segna di più. Durante la partita ci possono essere infiniti cambi decisi tatticamente dal coach in base alle qualità specifiche di ognuno dei binomi.
L’horseball è uno sport fisico e di contatto, ma che, a differenza di altri sport altrettanto fisici e di contatto, vede la presenza di cavalli che galoppano a tutto spiano affiancati e vicinissimi. Va da sé che la correttezza e il gioco pulito siano alla base di questa specialità adrenalinica, perché vincere è importante, ma ciò che veramente conta è farlo in modo corretto.
Dai più piccoli al tetto del mondo
Nell’horseball, esistono tutte le categorie, dai pony ai senior ed è uno dei pochissimi giochi di squadra in cui non vi è differenza di sesso. L’unica eccezione è per la squadra senior femminile, che non preclude, tuttavia, la possibilità di prendere parte anche alle categorie miste. Alla quota rosa della squadra senior, ormai da un decennio a questa parte, va tutta la nostra ammirazione.
Le “pink horseball”, infatti, dal 2016 ad oggi hanno collezionato ben quattro medaglie di bronzo! Due conquistate ai Campionati d’Europa e altrettante ai Mondiali. Riflettori accesi, dunque su queste talentuose e grintose amazzoni che, nel 2025, voleranno in Argentina per la Horseball World Cup, in programma dal 25 al 30 marzo.
Per la prima volta gli atleti arriveranno tutti “appiedati” e dovranno noleggiare i cavalli in loco. Chissà se questa formula potrà dare del filo da torcere alle campionissime francesi? Quello che è certo è che avranno sul collo il fiato delle azzurre a cui va il nostro più sincero in bocca al lupo!
Elena Pecora
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