Gli ectoparassiti del cavallo: conoscerli per prevenirli e gestirli
Nel precedente articolo sui parassiti che colpiscono gli equidi, abbiamo analizzato le due principali categorie: endoparassiti e gli ectoparassiti del cavallo.
Mentre i primi, che vivono all’interno dell’organismo, sono decisamente più comuni e necessitano di un controllo più attento, sia attraverso una gestione accurata della scuderia che mediante una pianificazione strategica degli interventi antiparassitari, in questo articolo sposteremo l’attenzione sugli ectoparassiti, ovvero quei parassiti che si localizzano prevalentemente a livello cutaneo o sottocutaneo.
Sebbene le infestazioni da ectoparassiti siano meno frequenti rispetto a quelle da parassiti interni, grazie all’importanza attribuita alla pulizia quotidiana nelle scuderie – come la cura regolare del pelo con brusche e striglie, le docce e il mantenimento di un ambiente sano e igienico – non possono essere sottovalutate.
Infatti, alcuni di questi parassiti esterni possono provocare gravi problemi di salute, sia per il cavallo sia per l’uomo.
Alcune patologie di origine ectoparassitaria, infatti, rientrano nella categoria delle zoonosi, malattie in grado di essere trasmesse all’essere umano.
Inoltre, infestazioni importanti di ectoparassiti possono compromettere in modo significativo il benessere del cavallo, provocando disagio fisico, perdita di peso, calo delle performance e, nei casi più gravi, infezioni secondarie e debilitazione generale.
Per questi motivi, conoscere le caratteristiche degli ectoparassiti più comuni, i segnali di infestazione e le strategie di prevenzione e trattamento è fondamentale per garantire il benessere degli equidi e per tutelare chi lavora a stretto contatto con loro.
Se la gestione quotidiana delle scuderie – con pulizie regolari, buona ventilazione e controlli sanitari – limita la diffusione degli ectoparassiti, il rischio di infestazioni non può mai essere completamente escluso.
I principali responsabili di tali infestazioni sono pidocchi, acari e zecche, ognuno con caratteristiche peculiari e modalità di azione specifiche.
Pidocchi: piccoli ma fastidiosi parassiti permanenti
I pidocchi sono parassiti obbligati, incapaci di sopravvivere al di fuori dell’ospite per più di un paio di giorni. Le loro ridotte dimensioni, poco più di un millimetro, li rendono difficili da individuare a prima vista, ma la loro forma piatta e il colore giallastro o bruno li rendono riconoscibili a un’osservazione più attenta.
Questi ectoparassiti si localizzano principalmente su coda e criniera, ma possono colonizzare anche altre aree del corpo, soprattutto nei cavalli con pelo folto. I mesi invernali rappresentano un periodo critico, poiché il pelo invernale e l’uso di coperte creano un ambiente caldo e umido, ideale per la loro proliferazione.
Sintomi clinici e prevenzione
I segni di un’infestazione da pidocchi includono prurito intenso, aree alopeciche, scuotimento frequente della testa e opacità del mantello. Sebbene i pidocchi siano specie-specifici e non rappresentino un rischio per l’uomo, la trasmissione tra cavalli è estremamente facile, sia attraverso il contatto diretto che tramite finimenti o strumenti per il grooming condivisi. Per questo motivo, l’igiene della scuderia e degli attrezzi è fondamentale.
Acari: i responsabili della rogna
Gli acari appartengono alla famiglia degli Aracnidi e, a differenza delle zecche, sono di dimensioni microscopiche. Si nutrono di detriti cellulari cutanei e fluidi interstiziali, portando a diverse forme di rogna, ciascuna con sintomi e caratteristiche specifiche.
Tipologie di rogna nel cavallo
- Rogna chorioptica: questa forma colpisce prevalentemente le estremità distali degli arti, manifestandosi con eritemi, alopecia e ispessimenti cutanei. È particolarmente comune nei cavalli con abbondanti peli sugli arti, come i frisoni o i cob.
- Rogna psoroptica: si localizza su criniera, base della coda e orecchio esterno, causando prurito intenso, desquamazione e ferite superficiali. Le lesioni possono facilmente infettarsi, aggravando il quadro clinico.
- Rogna sarcoptica: una delle forme più gravi, sostenuta da acari masticatori che penetrano negli strati sottocutanei. Colpisce principalmente testa e collo, provocando lesioni profonde e prurito debilitante.
- Rogna demodettica: molto rara nel cavallo, questa forma si manifesta con lesioni simili alla sarcoptica, ma non è contagiosa.
Diagnosi e trattamento
La diagnosi della rogna richiede l’esame microscopico di raschiati cutanei prelevati dalle lesioni. Il trattamento varia a seconda del tipo di acaro coinvolto, ma solitamente include antiparassitari specifici e terapie per alleviare il prurito e favorire la guarigione cutanea.
Zecche: pericolosi vettori di malattie
Le zecche sono ectoparassiti visibili ad occhio nudo, appartenenti anch’esse alla famiglia degli Aracnidi. Si nutrono esclusivamente di sangue e sono particolarmente pericolose per la loro capacità di trasmettere malattie gravi.
Localizzazioni e sintomi nei cavalli
Nel cavallo, le zecche si localizzano principalmente nella regione genitale, sulle mammelle e sulle orecchie. Il loro pasto di sangue può causare, specialmente in caso di infestazione massiva, un’importante perdita di nutrimenti all’ organismo, anemia, debilitazione e, nei casi più gravi, la cosiddetta “paralisi da zecche”, una forma morbosa che causa atonie e debolezza muscolare, tremori, fino alla paralisi flaccida di tutto l’organismo.
Malattie trasmesse dalle zecche
- L’Erlichiosi: una malattia batterica insidiosa
L’Erlichiosi è una patologia causata dal batterio Anaplasma phagocytophilum (precedentemente noto come Erlichia equi). Si manifesta con sintomi generici tipici delle malattie infettive, come febbre, depressione dello stato generale e gonfiore degli arti. La natura aspecifica di questi segnali può rendere difficile il riconoscimento immediato della malattia. Un esame del sangue completo può suggerire la presenza di Erlichiosi evidenziando anomalie come trombocitopenia, leucopenia, aumento della bilirubina e una riduzione del valore dell’ematocrito. La diagnosi definitiva viene confermata attraverso uno striscio di sangue colorato in laboratorio, che permette di identificare il batterio responsabile. La prognosi è generalmente favorevole se si interviene tempestivamente con una terapia antibiotica a largo spettro somministrata per via generale. - La Malattia di Lyme: una zoonosi complessa
La Malattia di Lyme è sostenuta dal batterio Borrelia burgdorferi, trasmesso principalmente attraverso il morso di zecche infette. Questa patologia presenta sintomi iniziali aspecifici, come febbre e dolori muscolari diffusi, ma può evolvere con manifestazioni più caratteristiche, tra cui laminite, iperestesia (aumentata sensibilità al tatto) e letargia. Diagnosticare la Malattia di Lyme nel cavallo può essere complicato, poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre patologie comuni. Tuttavia, fattori come l’epidemiologia geografica – con una maggiore incidenza nelle regioni meridionali d’Italia – e l’identificazione di zecche sul cavallo possono indirizzare il veterinario verso questa diagnosi. Gli esami sierologici rappresentano lo strumento definitivo per confermare la malattia. Nel cavallo, la prognosi è generalmente positiva con un trattamento antibiotico tempestivo. Tuttavia, nell’uomo la Malattia di Lyme rappresenta una grave zoonosi, che, se non trattata, può avere esiti anche fatali, rendendo fondamentale la prevenzione per chiunque lavori a stretto contatto con i cavalli. - La Piroplasmosi: una grave malattia protozoaria
La Piroplasmosi è una patologia causata da protozoi come Theileria equi e Babesia caballi. Si tratta di una malattia particolarmente debilitante, che si manifesta con una febbre molto alta, soprattutto nella fase acuta. Tra i segni clinici principali figurano una grave anemia, che può persistere anche dopo la fase acuta in assenza di un trattamento adeguato, ed eventi come emolisi intravascolare, ittero, mioglobinuria ed emoglobinuria, riconoscibili da urine di colore rossastro dovute alla distruzione dei globuli rossi. Oltre a questi segni, la Piroplasmosi può causare sintomi secondari più specifici, come coliche ricorrenti, zoppie intermittenti e rigidità muscolare. La diagnosi richiede una combinazione di analisi cliniche e test specifici per identificare i protozoi responsabili. Un trattamento rapido e adeguato è essenziale per evitare complicazioni permanenti o il decesso. La prevenzione rimane la strategia migliore, includendo un controllo rigoroso delle zecche e una gestione attenta dell’ambiente in cui vivono i cavalli.
Prevenzione: il miglior alleato contro gli ectoparassiti
La prevenzione è il cardine per ridurre il rischio di infestazioni da ectoparassiti. Alcune misure fondamentali includono:
- Pulizia regolare: mantenere box, van di trasporto e aree comuni pulite e igienizzate.
- Gestione degli attrezzi: utilizzare strumenti personali per il grooming e sottoporli a lavaggi e disinfezioni periodiche.
- Controllo dei pascoli: ridurre l’accesso a zone con alta densità di zecche, come aree boschive o vegetazione incolta.
- Ispezioni frequenti: controllare regolarmente il mantello e le aree sensibili del cavallo per individuare precocemente eventuali infestazioni.
Diagnosi e gestione clinica
Le lesioni cutanee provocate dagli ectoparassiti possono variare notevolmente, rendendo spesso difficile una diagnosi immediata. Campioni di pelo, detriti epiteliali o raschiati cutanei, analizzati in laboratorio, permettono di identificare con precisione il tipo di parassita coinvolto.
In presenza di lesioni profonde o essudati, i tamponi batteriologici e gli antibiogrammi aiutano a identificare eventuali infezioni secondarie, garantendo un trattamento mirato ed efficace.
L’importanza di un approccio proattivo
Gli ectoparassiti, sebbene meno comuni degli endoparassiti, possono avere un impatto significativo sulla salute del cavallo. La chiave per proteggerli risiede in una combinazione di prevenzione, diagnosi precoce e trattamenti mirati. Un approccio proattivo, supportato da una gestione attenta e dall’osservazione quotidiana, è essenziale per garantire il benessere degli equidi.
Conoscere i parassiti, le loro modalità di azione e le strategie per contrastarli consente di ridurre i rischi e migliorare la qualità della vita dei nostri cavalli. Non bisogna mai sottovalutare il potenziale impatto di questi piccoli nemici, che possono trasformarsi in grandi minacce se trascurati.
In collaborazione con il dott. Matteo Villa
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