Febbre da fango: un reale pericolo in questi mesi piovosi.

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Gambe cavallo durante un allenamento

Più si entra nella stagione invernale e più aumenta la frequenza delle piogge. Il meteo sempre più imprevedibile alterna, anche in inverno, lunghi periodi asciutti, anche troppo caldi per la stagione, a settimane e mesi incredibilmente piovosi che distruggono completamente i terreni dei paddock.

La pioggia non solo deteriora i terreni, ma porta con sé altre problematiche direttamente ricollegate al nostro cavallo. Proprio in questi contesti fangosi che si potrebbe sviluppare una patologia infima, la febbre da fango. All’interno di questo articolo andremo ad analizzare questo disturbo, dalle cause ai rimedi, facendo un passaggio, ovviamente, sulla sintomatologia.

L’origine della Febbre da fango ed i sintomi

La dermatite del pastorale, conosciuta ai più come Febbre da fango o Ragade del nodello, non viene da un singolo disturbo, ma da un insieme di disturbi che causano l’infiammazione della pelle degli arti inferiori; questi problemi possono manifestarsi singolarmente, ma frequentemente si presentano in combinazione.

Un fattore che potrebbe influenzare la comparsa di questa patologia è la presenza di balzane bianche e la scarsa pulizia: la febbre da fango, infatti, si sviluppa quando il cavallo entra in contatto con terreni umidi o fangosi e non viene adeguatamente pulito da chi ne cura la gestione.

Tali ambienti contribuiscono inevitabilmente a rendere la pelle umida e più morbida e questo fa sì che batteri e muffe possano proliferare. Solitamente si sviluppa tra il tallone e il pastorale, ma non è detto che non possa espandersi fino al nodello. I batteri infiammano gli arti e creano una sorta di crosta che si forma sulla pelle, quest’ultima se non gestita correttamente si spaccherà di nuovo a seguito del movimento del cavallo, creando un circolo vizioso che potrebbe rendere la situazione molto più complessa.

I sintomi di questa patologia possono variare da cavallo a cavallo, ma spesso, le prove che si tratti proprio della Febbre da fango sono: l’inspessimento e la desquamazione della pelle nella zona interessata, l’arrossarsi di quest’ultima, il gonfiore generale intorno alle ferite, il prurito che potrebbe peggiorare ancora la situazione, perché grattandosi il cavallo riaprirebbe le ferite. Nei casi veramente estremi è possibile che si abbia la fuoriuscita di pus o che si sviluppi a grappoli lungo tutto il pastorale.

Soluzioni possibili

Quello che potrebbe risolvere quetsa situazione è una questione di gestione, nei casi meno gravi, perché nei casi più gravi vi consigliamo di rivolgervi al veterinario che potrebbe prendere un campione della sezione infiammata e di seguito agire con un antibiotico mirato.

Prima di arrivare alla chiamata del veterinario è possibile prendere alcuni accorgimenti, il primo in assoluto è quello di tenere le gambe asciutte, quindi anche se si tiene il cavallo al paddock, quando lo si fa rientrare al box è importante pulirlo ed asciugarlo, consigliamo anche la famosa “saponata” con sapone di marsiglia.

Nel caso in cui ci siano i primi segnali dei febbre, è possibile utilizzare degli unguenti lenitivi che sfiammino la parte interessata, ma comunque ricordiamo che il vostro veterinario di fiducia è il più indicato per questi consigli.

La Mud Fever (o Febbre da fango) è uno degli “acciacchi” che possono incorrere durante questa stagione, è bene conoscerla per riuscire ad arginarla e trattarla nel modo più corretto.

Damiano Poggi

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