Esperienze di Annalisa, una vita per i cavalli

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Annalisa Parisi 1

A quella piccola emozione che si rinnova quando mi avvicino ad un cavallo ed i nostri sguardi si incrociano. Lui sospira, io carezzo il velluto delle sue narici e il cuore batte. (B.Mols).Mi sono sempre chiesta come nascono le passioni, se è un fatto genetico, ereditario, se una determinata passione scoppia improvvisa come un colpo di fulmine o se è il semplice sommarsi di piccoli fattori che portano ad “innamorasi” di qualcosa che poi ci tiene compagnia e ci carezza l’anima per tutta la vita.
Fin da ragazzina mia madre mi leggeva sempre (credo sotto tortura) “La cavallina bianca” di Suzanne Reynolds… ovunque andassimo, campeggi estivi, invernali, gite della domenica il chiodo fisso era andare a cercare un posto in cui vi fossero dei cavalli. Non era importante salire per fare una passeggiata anche perché trent’anni fa nelle mie zone i maneggi non erano assolutamente di facile reperibilità, l’importante era andare, trovare un “cavalluccio” e restare lì a guardarlo per un sacco di tempo, magari cercare di avvicinarlo ove fosse possibile con qualche leccornia… il solo successo era riuscire ad accarezzarlo. Poi i maneggi hanno iniziato a svilupparsi anche dalle mie parti e quindi l’assillo di farmi portare “ai cavalli”  era un po’ meno complicato da realizzare. Anni ed anni di scuola, ostacoli, passeggiate, grooming, ore ed ore a respirare quell’odore che in totale sincerità è uno di quelli che, ancora oggi, mi fa stare meglio!!!
Il cavallo però, nonostante mi sia stato proposto un sacco di volte da miei genitori, non l’ho mai voluto. Il problema era dove metterlo e per una da sempre ansiosa come me soltanto l’idea di lasciarlo in 10 metri quadrati fino alla prossima visita mi faceva stare molto peggio che non averne affatto uno tutto mio. E così ho sempre pensato che da adulta mi sarei comprata un pezzo di terra e lì avrei coltivato la passione di sempre. E così è stato, bastava soltanto aspettare… una decina di anni fa i miei genitori hanno acquistato un casale poco lontano dalla mia città con diversi ettari di terra intorno: era la fine di maggio… ai primi di luglio c’era una bellissima “cavallina bianca” (grigia in gergo), una purosangue di alta genealogia che gironzolava libera ed interagiva come un cane. Lady: meraviglia delle meraviglie… non posso nemmeno descrivere la gioia, il cavallo dei miei sogni nel posto dei miei sogni…  bastava che sentisse il rumore della mia macchina girare la curva ed arrivava di corsa giù per il viale. Si fermava davanti e salivamo a piedi insieme. Praticamente il gusto era stare lì con lei, le passeggiate erano un optional legato più al suo benessere psico-fisico che al concetto di “lavoro da sella”. Non c’è stato un ferragosto o una scampagnata alla quale Lady non partecipasse, praticamente a tavola. E piaceva proprio a tutti… insomma la dolcezza fatta cavallo! Poi però i sogni finiscono sempre, o quasi, e una mattina di qualche anno fa abbiamo dovuto farle il funerale. Cose che capitano o scherzi del destino, comunque chiunque abbia un animale sa che purtroppo può succedere ed anche se non lo auguro nemmeno al mio peggior nemico, purtroppo è successo anche a me!
Inutile parlare del dolore che è seguito poi un bel giorno, anni dopo, ho deciso che era inutile continuare a tormentarsi, che nessun cavallo avrebbe sostituito o rimpiazzato Lady, ma che dovevo vincere questa ricerca perché non si vive di rimpianti. La scelta stavolta è caduta su dei cavallucci completamente diversi. Poiché nel frattempo avevo studiato molto e da vicino tutto il fenomeno legato all’equitazione naturale, ho pensato che volevo due cavalli e la scelta è caduta su due cavalline; mamma e figlia, che al momento dell’acquisto non ho avuto il coraggio di separare visto che la puledra aveva poco più di cinque mesi, poi ho deciso che tanto dove mangia una mangiano due e che l’avventura sarebbe stata qualitativamente migliore se non avessero subito il distacco prima e successivamente la solitudine.
E così 3 anni e mezzo fa circa le ho fatte portare a casa, praticamente “sdome” entrambe (ora lo posso affermare), e tutto è iniziato…
Ho dato loro il tempo di ambientarsi, non ho stravolto il loro stile di vita e le ho sistemate in un paddock di circa un ettaro con stalla coperta, lasciandole libere di scegliere se stare dentro o fuori, alberi a volontà, sole ed ombra a piacimento… poi dopo qualche mese è iniziato il primo approccio con la madre, Star, una baia scura, praticamente da combattimento. Non oso nemmeno immaginare cosa debba aver subito, ad ogni modo il problema era che tentava di mordermi come un pitbull qualunque manovra cercassi di fare intorno a lei: una tale e totale sfiducia nel genere umano, ovviamente giustificata, da averne davvero paura per le reazioni violente, aggressive e assolutamente pericolose. Non so se fosse peggio da terra o da sella.
Oggi è una cavalla brava: mi permette di salirle in piedi sulla groppa, si impenna a comando, fa il passo spagnolo a voce, sta imparando a sdraiarsi, e fa tanti esercizi in libertà che mi fanno pensare che lo trovi piacevole visto la porta del recinto in cui lavoriamo è sempre aperta e lei non ha catene che la obbligano a restare lì dentro con me.
Con la puledra, Moon, è stato più facile, l’ho sempre maneggiata parecchio, le ho messo la sella per gioco in diverse occasioni, poi l’anno scorso a due anni e mezzo, l’ho portata nel tondino, l’ho montata, rigorosamente senza imboccatura, passo, trotto ed il giorno dopo siamo usciti con un mio amico in passeggiata. Le piccole gioie!!! Mai una scortesia, mai un’ irriverenza… poi le ho lasciato l’inverno per continuare a crescere ed ora diciamo che è una cavallina fatta!
 
Pian piano, con pazienza e rispetto, senza accanimento e con tanto, tanto studio, i risultati non sono mancati.“Mi sono sempre chiesta come nascono le passioni, se è un fatto genetico, ereditario, se una determinata passione scoppia improvvisa come un colpo di fulmine o se è il semplice sommarsi di piccoli fattori che portano ad “innamorasi” di qualcosa che poi ci tiene compagnia e ci carezza l’anima per tutta la vita. Non sono ancora in grado di fornire la risposta giusta, ma so che qualunque cosa sia, proviene dal cuore…”

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