Endurance: Yuosef Ah Al Bloushi si impone ad Abu Dhabi
Settantasei binomi rappresentanti 17 nazioni di tutto il mondo hanno preso il via dal prestigioso ’Endurance Village Al Wathba”, per la H.H. The President of United Arab Emirates Endurance Cup ’09 FEI*** di 160 Km.
Erano della partita, oltre ai numerosissimi padroni di casa che gareggiavano per l’UAE, cavalieri malesi, russi, argentini, indiani, uruguaiani, giordani. spagnoli, olandesi, britannici, canadesi, francesi, tedeschi, polacchi, americani, quelli del Bangladesh e i nostri. Una gara importante per questo inizio di stagione che seguiva da vicinissimo l’altra 160 km. FEI***, intitolata allo “Sh. Mohammed bin Rashid al Maktoum di Dubai, appena disputata lo scorso mese ma che aveva già messo in vetrina i soggetti che si misureranno nei prossimi grossi incontri del calendario mondiale del 2009. Oggi l’endurance non ha più confini.
Incontri, scontri che finiranno solo a fine settembre con l’EUROPEAN ENDURANCE CHAMPIONSHIP – OPEN organizzato riccamente, come ci ha oramai abituati, dalla Assisi Endurance LIFESTYLE che è stato presentato alle stampe internazionali da un gruppo di imprenditori, con a capo Gianluca La liscia, approfittando anche del BIT (Borsa Internazionale del Turismo) che si è tenuto alla FIERA di Milano in questi giorni. Sotto gli eleganti cancelli veterinari di Al Wathba, dopo 160 km., hanno tagliato il traguardo trenta cavalieri e quarantasei sono rimasti tra le “dune”, si fa per dire, ed il vincitore Yousef Ah Al Bloushi sull’arabo baio Charlandre El Sharif, ha fatto segnare una media di gara tra le più alte registrate sin ora nelle gare disputate da qualche anno negli Emirati. Il vincitore ha camminato ad una media di 24,56 km/ ora, lasciando alla seconda ed alla terza piazza i connazionali Omair Husain Abdulla Al Bloushi, su Silversprings Kabir e Naser Al Marzuoli su Kaysand Farrazah.
I primi due giunti, appaiati alle ultime battute, si sono disputati la importante vittoria dopo un’applauditissima volata che ha coinvolto tutti i presenti del seguito, collaboratori ed appassionati, appena scesi dalle loro macchinone per le assistenze.
Invece le nostre brave amazzoni invitate per la grande occasione, che in altri tempi hanno fatto valere la loro classe, questa volta non hanno avuto fortuna e Patrizia Giacchero era già ferma al primo cancello per zoppia del suo Sunny Boy mentre la campionessa italiana Simona Garatti su Drago Sauro è stata costretta a fermarsi al quarto, sempre per zoppia del cavallo, mentre Cinzia Iacchelli con Missouri si è ritirata quando era già in vista del quinto cancello.
Patrizia Giacchero non ha avuto fortuna, la zoppia è sempre dietro all’angolo nelle gare d’endurance ed è imprescindibile dalla preparazione e dalla forma del momento del cavallo, succede.
Ecco le sue impressioni al rientro: “Una gara finita molto presto – ci racconta Patrizia – a causa di un’eliminazione per zoppia al primo giro. Sicuramente i cavalli non avevano fatto una preparazione al top per la gara, l’inverno purtroppo non ci ha dato molte alternative.
L’impatto poi con il terreno “del deserto“, cioè la sabbia e il drastico cambiamento da quello a cui erano abituati da noi, “il ghiaccio e la neve“,ha fatto ilresto.
Ottima invece la trasferta nel suo insieme, con grande collaborazione e sintonia tra i tre team italiani presenti.
Ottimi anche i rapporti internazionali, che hanno visto più volte italiani, francesi, belgi, tedeschi, portoghesi, spagnoli, polacchi, australiani e americani allo stesso tavolo, a volte per discussioni tecniche, a volte per puro divertimento!”
Anche Cinzia Iacchelli è entusiasta della partecipazione, meno per lo sfortunato problema che ha colpito il suo Missouri quando il traguardo era sempre più vicino: “Sono tornata negli Emirati Arabi – ci racconta – Cinzia 10 anni dopo l’indimenticabile Mondiale del Dicembre 1998, quando vi partecipai come assistente con il Team Italia.
Il Dubai International Endurance City ora è strutturato in maniera diversa ma guardando la vecchia dirittura d’arrivo ho rivissuto la grande emozione della volata di Fausto Fiorucci e il suo Faris!
Ma le mie esperienze in negli Emirati non finiscino qui. Lo scorso Febbraio a Dubai ho corso una CEI*119 km montando un giovane cavallo della Scuderia Al Asail di Abu Dhabi diretta dal N/S Dr. Stefano Daneri e con molta soddisfazione ho portato a termine la gara. Il circuito sebbene in prevalenza piatto è comunque difficile, reso impegnativo dai numerosi tratti di sabbia fonda e dal clima molto caldo e Surprendido, il cavallo che montavo, al suo debutto su una 120 km, non mi ha reso le cose facili,ma comunque abbiamo terminato la gara in perfette condizioni e con molto divertimento da parte mia.
Altre emozioni lo scorso febbrario alla President Cup di Abu Dhabi, con me avevo il mio Missouri, reduce della deludente e sofferta trasferta in Malesia.
Il mio cavallo ama il caldo e si è adattato subito al clima del deserto, un po meno alla presenza dei cammelli lungo il circuito! Ho mantenuto un’andatura costante intorno ai 18 Km/h in quanto le condizioni climatiche in Italia durante l’allenamento non mi hanno permesso di effettuare una preparazione adeguata. Ma Missouri ha risposto in maniera eccellente superando senza esitazione tutti i primi cancelli compreso il famigerato Tora Bora, 8 km di dune, un carosello di sali scendi con una pendenza simile alle montagne russe! Giungo quasi alla fine del penultimo anello, a 8 km dal cancello, quando avverto un’incertezza nell’andatura del mio cavallo. Rallento, è mi accorgo che il problema e la stessa gamba infortunata in Malesia, poco più avanti incontro il Van di servizio e decido di non rischiare, mi ritiro. Ora posso dire che forse sono stata frettolosa nella decisione, il cavallo appena scaricato dal Van e fatto trottare risultava dritto, forse senza la mia troppa prudenza sarei sicuramente potuta arrivare al cancello e poi valutare in visita la situazione. Ma voglio bene a questo cavallo così generoso che mi ha permesso di vivere bellissime esperienze e spero, in tutta serenità, che così facendo me ne faccia vivere altre in futuro“.
La campionessa italiana Simona Garatti, naturalmente era della partita, ma il suo Z’tadore non ha avuto molta fortuna e alla ripartenza del terzo anello ha dovuto abbandonare per zoppia.
Abbiamo sentito anche il suo pensiero sulla trasferta:
Ti piace partecipare alle gare nel deserto o preferisci le colline del nostro Appennino?
“Sicuramente le gare nel deserto sono emozionanti ricche di particolari nuovi e orizzonti a cui non sono abituata, le gare nel deserto e le nostre gare sono due cose diverse che non si possono mettere sullo stesso piano, le gare nelle nostre montagne sono quelle che preferisco, ricche di punti di riferimento e andature che si cambiano in continuazione“.
Ci sono tattiche particolari per affrontare i due diversissimi terreni?
“Sono gare completamente diverse tra di loro e quindi studiate ed affrontate in modo diverso nel deserto l’andatura è sempre costante e il cavallo deve dare il massimo fin dallo start, ricordo che ad abu dhabi hanno vinto ai 25 orari in una gara di 160 km, da noi medie del genere non si possono nemmeno pensare“.
Quali sono i tuoi programmi futuri dove dovrai difendere il tuo titolo italiano?
“Z’tadore ha ricominciato da pochi giorni a lavorare dopo la pausa presa dalla trasferta in Malesia, stiamo a vedere come risponderà alle nostre richieste, inoltre ho ricevuto solo ieri la bozza del calendario italiano quindi staremo a vedere“.
Serbi un pensierino al Lifestyle Europeo di Assisi?
“Dato il risultato dell’anno scorso sullo stesso percorso(vincitrice del Campionato italiano – n.dr.) il pensierino è positivo“.
Mauro Beta