Endurance: il Premio Internazionale Faris Jabar 2009 ad Alex Zanardi

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Zanardi OK

Sabato 17 ottobre, alla presenza delle massime autorità cittadine, religiose, di tutte le forze dell’ordine e di varie testate giornalistiche della carta stampata e televisive, si è svolta presso la Sala Consiliare del Comune di Gubbio, la Cerimonia di consegna del Faris Jabar International Prize ad Alex Zanardi. Numeroso il pubblico presente in sala. Dopo i saluti del Sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci e Roberto Bertini, assessore allo Sport e al Turismo della Provincia di Perugia, Nino Benvenuti, campione olimpico e mondiale di pugilato, ha asserito che quest’anno la commissione, di cui egli stesso fa parte, ha avuto in Zanardi il candidato ideale per il Faris Jabar International Prize. Un riconoscimento, come si legge nella lettera inviata dal Cardinale Sergio Sebastiani, presidente emerito della Prefettura per gli Affari Economici della Santa Sede, che è frutto degli insegnamenti di San Francesco ed ogni buon cristiano dovrebbe essere un Faris Jabar, e cioè un “cavaliere coraggioso”. Dario Andretta, responsabile LUMUCI, ha evidenziato il fatto che un premio dato da un cavallo è qualcosa di importante e profondo, come profondo e importante è il legame che unisce il cavallo al suo cavaliere. Importante è il legame che unisce Faris e Fiorucci, è Faris che nonostante gli anni che passano e gli incidenti occorsi, come l’ultimo che ha tenuto Fiorucci lontano dai sentieri dell’endurance per più di un anno, sta incitando il suo cavaliere a non mollare.
Fiorucci ha quindi spiegato che il premio Faris Jabar gli è stato ispirato dal carattere e dalla conoscenza di questo fantastico compagno, che gli ha dato sensazioni ed emozioni mai provate con nessun altro cavallo. Faris ha innate la competizione e la sfida,
non tanto nei confronti degli altri, che usa come un mezzo, quanto nei confronti di se stesso per scoprire ogni volta i propri limiti.
Vincere sugli altri può essere facile, si può anche barare, ma vincere su se stessi è molto difficile.
E’ un premio che non è nato per essere un premio come tanti ma è un premio nato soprattutto per dimostrare come un animale può in certi casi, se osservato bene e capito, provare emozioni, lealtà e amicizia che possono addirittura giustificare il fatto di premiare un uomo purché questo gli assomigli in queste espressioni.
Secondo Fiorucci Alex Zanardi è l’espressione piena di questo Premio perché il vero Alex Zanardi non lo conoscevamo prima del suo incidente, quando era un uomo come tanti, è la vita che lo ha invitato a tirar fuori il meglio di sé ed è così che ha potuto dimostrare che dentro di lui c’era un qualcosa di straordinario. Come Faris che probabilmente, se non avesse incontrato Fausto sarebbe stato considerato un cavallo pazzo, pericoloso e messo da parte. L’incoscienza del suo cavaliere, la sua voglia di incontrare sempre cose diverse o forse un altro motivo che nemmeno lui conosce, gli hanno fatto piacere queste sue particolarità fintanto che, arrivati ad una conoscenza reciproca così profonda, come solo forse due “pazzi” possono avere, hanno potuto godere di momenti veramente fantastici in una simbiosi così perfetta che alcune volte potevano giustificare tutta una vita.
Ha dunque passato la parola a Zanardi senza alcuna presentazione asserendo che un uomo comune ha bisogno di essere presentato, un uomo eccezionale ha bisogno di essere conosciuto. E Zanardi si è fatto conoscere per quell’uomo fantastico che è. Ha cominciato a raccontarsi da lontano, esprimendo tutto l’orgoglio di essere uno sportivo e di aver fatto cose importanti partendo da un piccolo paese dell’Emilia Romagna. Ha ricordato il suo essere stato un ragazzo determinato, testardo, cocciuto che non si arrendeva di fronte agli ostacoli che vedeva solo come sconfitte parziali e che lo spingevano ad andare sempre avanti. Un uomo che un giorno ha preso una “buca” un po’ più grossa delle altre e dalla quale è uscito con la consapevolezza che gli ostacoli sono inevitabili. Ha parlato quindi del suo grandissimo ottimismo che gli consente di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno e mai mezzo vuoto. La riabilitazione è stata secondo Alex una sfida sportiva ed è proprio lo sport ad insegnargli ogni volta a capire qual è l’ostacolo più difficile da superare ed ad andare avanti. Il gusto della vita non è il trofeo ma è il percorso stesso e la determinazione per risolvere i problemi, è il sapere apprezzare le cose belle della vita, è non piangersi addosso, sentimento comunque umano, ma cercare subito una via d’uscita ed essere pronti a nuove sfide. Ha anche detto che non si sente un eroe perché i veri eroi sono le tante persone comuni che tutte le mattine si alzano alle cinque per dare un piatto di pasta alla famiglia.
Sceso dal Palazzo Pretorio, Alex ha trovato ad accoglierlo Faris Jabar ed è stato un incontro emozionante, un incontro tra un cavallo e un “pilota”, un incontro tra due campioni.

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