Empatia nei cavalli: un tratto evolutivo fondamentale

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cavalli arte popolare 2023

Nel parlare comune spesso abusiamo del termine empatia, ovvero la capacità di “mettersi nei panni degli altri”, di sentire le loro emozioni. Questo tipo di sensibilità è una dote caratteriale che non riguarda solo il genere umano, ma anche quello equino. Anzi, possiamo dire che i cavalli sono esemplari estremamente empatici, vivono di sensazioni ed emozioni e hanno una spiccata capacità di comprendere in brevissimo tempo ciò che provano gli altri. Questo modo di “sentire” ha a che vedere con la sfera emotiva e il linguaggio paraverbale, ovvero tutti quei segnali che ognuno di noi, a due o quattro zampe, forniamo senza bisogno di emettere suoni o parole. In questo, è facile accorgercene, i cavalli sono campioni assoluti.

Evoluzione empatica

Entrare in empatia con qualcuno significa essere in sintonia con le sue emozioni, il che, in prospettiva evoluzionistica, è garante della riduzione del rischio di danneggiare i membri del proprio gruppo sociale, motivando invece comportamenti altruistici che portano benefici all’intera comunità. Questo altruismo egoistico è fondamentale per la sopravvivenza del branco e, di conseguenza, di ogni singolo soggetto. I cavalli, animali da branco e prede per natura, quindi, si sono evoluti basandosi molto sulle emozioni, che hanno il compito di prendere decisioni in situazioni in cui la razionalità, da sola, non funziona. È sufficiente osservare un branco di cavalli per accorgersene. Tra di loro si osservano in continuazione, e non solo con gli occhi, si sentono con le orecchie, si percepiscono tramite i feromoni rilasciati nell’aria, quindi attraverso l’olfatto. Le emozioni di un soggetto all’interno di un branco, dunque, sono condivise empaticamente.

Con lo sviluppo del sistema limbico, sede delle principali emozioni, tutti i mammiferi hanno fatto evolutivamente un salto di qualità, soprattutto per quanto riguarda l’apprendimento e la memoria. Questo sistema emozionale più primitivo sembra agire indipendentemente dalla neocorteccia cerebrale, area responsabile dei pensieri più evoluti, tipicamente umana, e scarsamente sviluppata negli altri mammiferi.

Memoria ed emozioni

L’emotività e, di conseguenza, l’empatia, viaggiano su canali non verbali e nascono dall’amigdala. Si tratta di una delle parti più primitive del cervello che, grazie alla sua connessione con la corteccia visiva, è il fondamento dello sviluppo dell’empatia. Questa aera del cervello è particolarmente sviluppata negli animali che, secondo molti studi, pensano per immagini associando ciò che vedono a particolari emozioni, di cui hanno ricordo anche a distanza di molto tempo.

Tra noi e loro

Questa capacità di lettura del linguaggio paraverbale, la semplicità con cui i cavalli percepiscono le sensazioni non vale solamente a livello intraspecifico, ovvero tra di loro, ma anche interspecifico, quindi nel rapporto con noi. Un’evoluzione parallela di uomo e cavallo che, da secoli, condividono il loro cammino su questa terra, ha portato questi a imparare a leggerci come un libro aperto. La nostra postura, i nostri movimenti, il nostro odore, indicano chiaramente al cavallo quale sia il nostro stato d’animo e li spinge ad agire di conseguenza. Teniamo ben presente tutto questo quando ci avviciniamo ai nostri fedeli compagni.

Elena Pecora

© Riproduzione riservata.

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