Edoardo Zara, l’azzurro del dressage
Possiamo dire che Edoardo Zara in un rettangolo ci sia nato, sua mamma, Paola Lerma, è istruttore e cavaliere in questa disciplina e la scuderia di famiglia, a Rocca Grimalda, in provincia di Alessandria, si dedica esclusivamente a tale specialità. Le possibilità per Edoardo Zara, quindi erano solo due: non sopportare i cavalli e diventare un calciatore, oppure amarli alla follia e diventare un cavaliere. Per la fortuna del dressage italiano si è verificata la seconda ipotesi e, con i suoi 18 anni ancora da compiere, il giovane cavaliere azzurro, sta entrando alla grande tra le fila degli Young Rider. La qualifica per partecipare agli internazionali è già nel taschino del frac, e l’obiettivo 2025 sono i Campionati Europei in programma dal 10 al 13 luglio prossimi a Kronberg, in Germania.
Te la ricordi la prima volta in sella?
Ero veramente piccolo, avevo quattro anni appena, e la mamma mi ha portato in scuderia dove ho trovato una sorpresa bellissima, un pony Shetland, il mio primo compagno a quattro zampe. Da allora non ho mai smesso di montare. Dopo di lui, che è rimasto a farci compagnia sino alla fine dei suoi giorni, ci sono stati tanti pony con i quali ho iniziato a montare in modo sempre più consapevole, sino a vincere i Campionati Regionali in tutte le categorie, fare medaglia agli Italiani sia tecnici e freestyle e partecipare ai Campionati Europei insieme al “Pony Giallo”, al secolo FS Coco Jambo.
Che rapporto hai con i tuoi cavalli?
Sono parte della famiglia, abbiamo la fortuna di avere una scuderia e lo spazio non manca, così loro restano con noi, i miei pony ora sono compagni delle nuove leve della scuderia, così il nostro rapporto non cambia e prosegue negli anni. Ora il mio cavallo di punta è Donatelli, un cavallo molto sensibile con cui, inizialmente ho fatto un po’ di fatica. Ma gli sforzi pagano sempre e, quando c’è qualità, alla fine si vede. Ora io e Donni siamo un binomio e lo “sento” alla grande tempo dopo tempo, figura dopo figura quando siamo in rettangolo. Quella sensibilità che inizialmente mi metteva un po’ in difficoltà è ora uno dei nostri punti di forza. Da qualche settimana è arrivato in scuderia Uncle Sam, un puledro di soli cinque mesi che, un domani, affiancherà Donatelli nelle trasferte sportive. È una bella sfida che mi stimola parecchio.
Sei appassionato di musica, vai a scuola e hai una carriera sportiva internazionale, come concili tutto questo?
Ormai sono in quinta superiore e da sempre concilio scuola, sport e passioni varie, tra cui la musica. Bisogna organizzarsi ma si riesce a fare tutto. Per fortuna vado in una scuola in cui hanno la mentalità piuttosto aperta, non sono il primo atleta tra i banchi di scuola per cui, grazie al patto sportivo, riesco a gestire tutto. Sono un atleta di interesse nazionale, per tanto ho la possibilità di giustificare le assenze, programmare le interrogazioni e, se non posso essere presente, ho la chance di seguire le lezioni in DAD (didattica a distanza), proprio per rendere tutto più semplice abbiamo fornito un tablet alla scuola, e ogni tanto è il mio sostituto in classe. Il prossimo anno vorrei iscrivermi all’università e seguire le orme di papà per diventare dentista, ma i cavalli sono e saranno sempre il mio focus.
Sei un ragazzo con la testa sulle spalle, ma sei un adolescente, com’è, alla tua età, essere contemporaneamente figlio e allievo?
Mamma è il mio tecnico da sempre, tutto quello che so e che ho fatto lo devo a lei, ma, ovviamente, il rapporto negli anni è cambiato. È difficile scindere il rapporto quando si è in campo, so che è il mio istruttore, ma è anche la mia mamma e può capitare di risponderle, cosa che non mi sognerei mai di fare con un tecnico esterno. Detto questo, però, con mamma ho un rapporto bellissimo, condividiamo la stessa passione e da sempre facciamo tutto insieme. Sono così tanti i chilometri che abbiamo condiviso e che continueremo a percorrere fianco a fianco. Settimane intere insieme, magari sul van, al caldo o al freddo, sempre con la stessa voglia che ci spinge ad andare avanti con il sorriso e la complicità.
Con il passare degli anni sono cambiate le dinamiche tra voi?
Ora sto crescendo e il rapporto è sempre più “alla pari”, mamma si fida di me e delle mie sensazioni e ne parliamo molto, inoltre da qualche tempo a questa parte la affianco con le ragazze che montano in maneggio, ho iniziato a fare lezione e questo è un altro punto di confronto tra di noi. Diciamo che abbiamo due caratteri forti ma il bilancio è nettamente positivo.
È quindi solo Paola Lerma ad occuparsi della tua formazione equestre?
Lei è la mia costante e ci sarà sempre, tuttavia da qualche mese a questa parte seguo con grosso piacere gli stage organizzati dalla Federazione e guidati dai tecnici Ghislain Fourage e Laura Conz e sto imparando molto.
A proposito di donne forti, come ti trovi con Laura Conz?
Benissimo! È un tecnico davvero preparato, ha una capacità incredibile di passarti le nozioni, riesci a fare sempre quello che dice. Mi trovo molto bene con lei, così come con Fourage e sono davvero grato di questa collaborazione in grado di arricchirmi come cavaliere.
Abbiamo detto che l’obiettivo, per il 2025, sono i Campionati Europei, per la prima volta, nella categoria Young Rider, come programmi l’anno in funzione di questo evento?
Il nostro obiettivo è quello di puntare sulla qualità, non sulla quantità. Il primo appuntamento dell’anno è in Repubblica Ceca a marzo e lo scopo è quello di prendere la prima delle qualifiche necessarie per partecipare agli Europei. Bisogna farla andare, lavoriamo sodo per questo ed è importante puntare al risultato. Poi qualcosa può andare storto, è ovvio. Ma in tal caso non ci sono scuse, bisogna analizzare cosa non è andato per il verso giusto perché non ricapiti. Il dressage è concetto, concentrazione e disciplina, è importante essere freddi, pronti e montare una figura alla volta per non perdere punti e puntare all’obiettivo.
Ormai sei un giovane uomo, o come dice la tua categoria, un giovane cavaliere, ma, come ti vedi da grande?
Probabilmente nella vita farò altro oltre ai cavalli, ma, per quanto riguarda l’equitazione, mi piacerebbe essere uno di quelli che tutti si ricordano. È un progetto ambizioso ma vorrei che il mio nome venisse ricordato per quello che faccio in sella.
Per concludere, una curiosità, chi è il tuo “poster in cameretta”?
Sono tanti i cavalieri che ammiro sia in Italia che all’estero, ma quella che, più di ogni altra, mi fa sognare e mi ispira è Isabell Werth, la regina del dressage, l’unica in grado di essere sulla cresta dell’onda da così tanti anni e con così tanti cavalli. Tra l’altro, se parliamo di sogni, non mi dispiacerebbe affatto un giro sulla sua Wendy.
Non ci resta che sbirciare tra i rettangoli d’Europa per seguire le gesta di Edoardo Zara, giovane cavaliere a 360 gradi, dai modi educati e mai sopra le righe e il carattere aperto e solare capace di farlo essere la “quota azzurra” del dressage italiano amato da tutti e atteso in ogni competizione sia dentro che fuori dai campi gara.
Elena Pecora
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