Ecole de légèreté: la scuola del rispetto

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Ecole de légèreté locandina

L’universo equestre è una gigantesca galassia composta da discipline, allevamenti, cavalli, cavalieri e scuole, scuole che si sviluppano autonomamente guidate da principi solidissimi. Una di queste è l’ “Ecole de légèreté” o scuola della leggerezza, fondata da Philippe Karl oltre 20 anni fa, che del rispetto per il cavallo ha fatto il suo credo ufficiale. Nel corso di questo articolo presenteremo ai nostri lettori come nasce questa scuola e, attraverso le parole di Francesco Melpignano, capiremo le dinamiche che girano intorno a questo fantastico metodo di lavoro.

Nato nel 1947 Philippe Karl è da sempre appassionato di cavalli e nel 1968, dopo aver lasciato la facoltà di medicina si concentra sul mondo equestre, studiando prima l’allevamento per poi, nel 1980, spostare tutte le sue energie sulla gestione di una scuderia propria. Nel 1985 viene eletto membro ufficiale della “Scuole equestre Francese” e continua il suo lavoro con i cavalli fino alla svolta nel 2004. Questa è una data importante per la sua carriera e per tutta l’equitazione mondiale, perché decide di fondare la “Scuola di leggerezza”. Per Philippe Karl la prima priorità è sempre stata quella di rispettare ed amare il cavallo, infatti l’uso della forza o di elementi coercitivi è severamente vietato, il rispetto dei tempi e delle necessità dell’animale è messo al centro di ogni esercizio.

L’Ecole de légèreté si muove sugli insegnamenti dei Maestri classici e sulle più moderne scoperte scientifiche dedicate al cavallo in termini di Etologia, psicologia, fisiologia e neuroscienza”, queste sono le parole che usa Francesco Melpignano, maestro italiano ed uno dei maggiori esponenti di questa scuola, per descriverla e darci un assaggio di come si sviluppa.

Con questa definizione ci introduce nel mondo dell’Ecole de légèreté, spiegandoci inoltre che tra lavoro tradizionale e scuola di leggerezza non dovrebbero esistere differenze, ma al giorno d’oggi è più difficile che accada.

“In realtà non si dovrebbero differenziare, basti aprire un qualsiasi regolamento delle discipline olimpiche equestri o un qualsiasi manuale di Equitazione risalente agli anni 70′, è scritto che il benessere del cavallo è sovrano e che l’addestramento del cavallo dovrebbe condurlo a portare il cavaliere senza sforzo e a migliorare il suo equilibrio psicofisico. Sappiamo bene che, per una serie di motivi, questo oggi non si vede quasi più e non è nelle priorità di cavalieri, istruttori o scuole di equitazione… senza fare di tutta l’erba un fascio”

Incalzato ancora su questo argomento, con gentilezza cerca di spiegarci a grandi linee quali potrebbero essere le differenze che si trovano nel lavoro. “Solo per dirne alcune… educare i cavalli alla mano attraverso il lavoro da terra prima e poi in sella, insegnare la lezione alla gamba, educare i cavalieri ad usare aiuti leggeri, per dirlo con le parole degli antichi Maestri è l’educazione alla scuola degli aiuti. Il dare priorità all’equilibrio piuttosto che cercare da subito una posizione ideale dell’incollatura.”

Il lavoro costante della scuola, sviluppa un forte rapporto tra cavallo e cavaliere, e porta benefici da ambo due i lati “I benefici sono legati alla conoscenza, del cavaliere che deve studiare, quindi conoscere la teoria prima, e cerca di addestrare il suo cavallo con procedimenti logici per la sua natura. Capire e tracciare la progressione migliore per le caratteristiche psicofisiche del singolo soggetto. Questo approccio da parte del cavaliere porta il cavallo a fidarsi delle sue richieste, per affidargli sempre più le sue forze propulsive in una situazione di rilassamento, sempre pronto alle richieste ed ai cambi di equilibrio.”

La peculiarità dell’Ecole de légèreté è che non fa distinzione alcuna tra razze o discipline, ma anzi, migliora il cavallo in qualsiasi contesto, perché il lavoro è a 360° “Una peculiarità della nostra Scuola si basa sul fatto che lavoriamo con cavalli di qualsiasi razza, qualsiasi età e che saranno destinati a qualsiasi disciplina.
È così che è possibile vedere cavalli avanzati di nostri allievi di razze come Avelignese, Quarter o Murgese, presentare esercizi di livello tecnico importante, come il piaffer o saltare correttamente. Questo perché il lavoro di base, quello che i Maestri classici chiamavano “bassa scuola” è prioritario e basato su una ginnastica che può migliorare tutti i cavalli.”

Melpignano proprio da questo ultimo punto si allaccia alle problematiche principali  che secondo lui attanagliano i cavalli delle discipline classiche “Il lavoro di specialità, salto dressage, reining o altro dovrebbe venire solo dopo un buon lavoro di ginnastica, infatti penso che qualunque sarà la disciplina sportiva, tutti i cavalieri sarebbero felici di avere un cavallo più rispondente agli aiuti, tanto pronto a cambiare l’equilibrio verso le anche per riunirsi, quanto pronto ad allungare l’incollatura per avere falcate più ampie.”

Al termine di questa piacevolissima chiacchierata il consiglio migliore che ci ha lasciato Francesco Melpignano è quello di toccare con mano la disciplina, andando ad un suo stage o quello di qualche istruttore diplomato, in modo tale da rendersi veramente conto del lavoro e del rapporto che si crea tra cavallo e cavaliere e poterne di conseguenza apprezzarne i risultati.

Damiano Poggi

© Riproduzione riservata.

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