Due domande a Sergio Tommasi, capo dipartimento endurance

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Appena appreso della nomina a Capo Dipartimento, il veterano dell’endurance Sergio Tommasi (in foto), si è messo subito al lavoro, unitamente all’intera commissione.
Raggiunto telefonicamente dall’incarito per Horse Show Jumping e Sportendurance, ha risposto ad un paio di domande inerenti il futuro della nostra disciplina.- La commissione è stata definita; ha avuto modo di sentire o di incontrare gli altri componenti per un primo confronto?“Certamente ho sentito telefonicamente tutti i componenti e proprio oggi (17 febbraio) ci incontriamo a Brescia per discutere tra l’altro dei calendari.
Siamo un po’ in ritardo come tutti sanno; purtroppo le elezioni di novembre, i cambi al vertice, i regolamenti nuovi ecc. hanno creato “lungaggini“, ma vedremo di recuperare presto“.- Cosa ne pensa del nuovo regolamento FEI?“Ci siamo messi in moto insieme alle altre federazioni per cercare di far apportare delle modifiche all’attuale regolamento FEI; a mio avviso vi sono alcuni passaggi che oltre ad essere poco chiari, non approvo assolutamente.
I francesi, tanto per citare il primo paese contattato, sono della stessa idea…
Chiaramente se andassimo da soli a protestare sotto i cancelli della FEI non avremmo alcun tipo di riscontro, per cui come cita un vecchio adagio, l’unione fa la forza.
Il regolamento secondo me condiziona troppo a livello di qualifiche cavalli e cavalieri; fermo restando che tanti passaggi sono da considerarsi positivi per il viaggio verso la professionalizzazione della disciplina dell’endurance, non è tutto da buttar via dunque.
Per quanto riguarda il regolamento di casa nostra, stiamo cercando quanto più possibile di uniformarlo a quello di altri paesi; lo scopo finale è quello di rendere chiaro e trasparente il regolamento a tutti, parlando la stessa lingua anche all’estero.
Se un cavaliere decidesse di andare a fare una gara fuori confine, sia essa un’internazionale o nazionale, non dovrà trovare differenze sostanziali tra i regolamenti propri e quelli del paese ospitante.
Abbiamo tanto da lavorare ma abbiamo raccolto la sfida con piacere e quindi siamo al lavoro“.

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