Terapia del freddo e crioterapia: differenze, benefici e uso corretto

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Differenze terapia del freddo e crioterapia

Nel mondo dell’equitazione sportiva, la gestione del recupero fisico del cavallo è una delle sfide più importanti per cavalieri e groom

Tra le tecnologie più efficaci per favorire il defaticamento muscolare e prevenire gli infortuni, la terapia del freddo

sta conquistando sempre più spazio.

Ecco illustrate le differenze tra le terapie

Ma come funziona realmente? Qual è la differenza tra crioterapia e applicazione del freddo tradizionale? E soprattutto, quali sono i vantaggi specifici per il cavallo atleta?

Per rispondere a queste domande, abbiamo intervistato Andrea, titolare di PACA, azienda distributrice di prodotti per la cura dei cavalli.

Partiamo dalle definizioni: che cos’è la terapia del freddo?

La terapia del freddo è una tecnica utilizzata in ambito sportivo e veterinario per accelerare il recupero dopo lo sforzo fisico, ridurre l’infiammazione e migliorare la circolazione. Si tratta di applicare una temperatura controllata, ma positiva (sopra lo zero), su specifiche zone del corpo.

Negli sport equestri, ad esempio, si utilizza frequentemente nel post-lavoro, concentrandosi su aree come corona e pastorale, che sono tra le più vascolarizzate e soggette a sovraccarico.

Terapia del freddo o crioterapia? Facciamo chiarezza

I due termini non sono intercambiabili.

  • La terapia del freddo utilizza temperature sopra lo zero e viene applicata in contesti sportivi.
  • La crioterapia si basa su temperature molto più basse, anche fino a -50°C, e viene impiegata in ambiti clinici, sempre sotto controllo veterinario o medico.

La crioterapia è una procedura medica. La terapia del freddo è una tecnica di recupero e prevenzione.

Come funziona una sessione di terapia del freddo?

Il trattamento consiste nell’applicazione di una serpentina che veicola un gel raffreddato. Questo gel, mantenuto in movimento da un sistema a pompa, garantisce una temperatura costante durante tutta la seduta.

L’effetto si ottiene attraverso lo scambio termico: il gel raffredda il sangue nelle zone trattate, che viene poi ridistribuito, favorendo così un effetto drenante e un’azione antinfiammatoria naturale.

Uno strumento in più: la macchina a controllo termico

Tra i dispositivi oggi utilizzati per la terapia del freddo in ambito sportivo, esiste un sistema che consente un controllo preciso della temperatura, evitando il rischio di raffreddamento eccessivo o disomogeneo.

Il dispositivo, sviluppato da un’azienda europea, è progettato per mantenere la temperatura costante a +2°C per tutta la durata del trattamento (circa 30 minuti). Funziona grazie a un software interno che regola automaticamente il raffreddamento del gel e la circolazione del liquido all’interno del circuito. Il dispositivo può operare in due modalità differenti – sportiva e medicale – a seconda delle esigenze terapeutiche, ed è in grado di raggiungere temperature fino a -5°C.

Questo consente un trattamento più stabile e ripetibile, senza le fluttuazioni tipiche di impacchi con ghiaccio o fasce refrigeranti.

Perché sopra lo zero? Una scelta funzionale e normativa

In ambito sportivo, soprattutto nelle competizioni ufficiali, i regolamenti vietano l’uso di dispositivi sotto lo zero. Questo perché il freddo estremo potrebbe avere effetti anestetizzanti che alterano le risposte fisiologiche e quindi le prestazioni.

Una temperatura costante ma positiva, invece, permette di ottenere benefici reali senza rischi di interferenze regolamentari.

Quando è indicata?

La terapia del freddo è consigliata subito dopo l’attività fisica, sia in allenamento che in gara. È in questa fase che il corpo (del cavallo o dell’atleta) è più esposto a sovraccarichi, microtraumi e accumulo di liquidi.

Agire tempestivamente con un raffreddamento controllato aiuta a ridurre il gonfiore, prevenire le infiammazioni e supportare un recupero muscolare più veloce.

Crioterapia: uno strumento clinico, non sportivo

La crioterapia richiede temperature molto più basse ed è gestita da personale veterinario registrato. Viene impiegata per condizioni patologiche specifiche, come infiammazioni croniche, traumi articolari o problematiche tendinee più gravi.

Ricapitolando: due strumenti diversi, due scopi precisi

TrattamentoTemperaturaOperatoreContesto di utilizzoObiettivo principale
Terapia del freddo+2°C (sopra zero)Tecnici/groom/cavalieriPost-lavoro, sportivoRecupero muscolare, drenaggio, prevenzione
Crioterapia-50°C / -60°CVeterinario abilitatoClinico, terapeuticoTrattamento infiammazioni gravi o croniche

Conclusione

La terapia del freddo è un’opzione concreta, accessibile e conforme ai regolamenti sportivi. Permette di intervenire in modo tempestivo sul recupero, utilizzando il freddo come stimolo positivo.

La crioterapia è un’altra cosa: più intensa, più invasiva, ma utile in casi clinici selezionati.

Conoscere la differenza tra questi due approcci significa poter scegliere con maggiore consapevolezza, sia per il benessere del cavallo, sia per l’efficacia di ogni singolo gesto post-lavoro.

Alessia Niccolucci

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© Riproduzione riservata.

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