Corse ippiche: strategie per il rilancio del settore ostacoli
Le proposte: programmazione corse e bonus speciali
Un incontro determinante tra allenatori, allevatori e proprietari
La grande partecipazione all’incontro tra allevatori, allenatori e proprietari dell’ippica ostacolistica, riunitisi ieri a Treviso in un incontro organizzato da Upg (Unione Proprietari Galoppo), ha dimostrato di essere un settore vivo e desideroso di tornare a crescere.
Programmazione delle corse, premi speciali e bonus per cavalli nati e allevati in Italia, più attenzione dagli handicapper: sono queste le principali richieste avanzate dai molti operatori presenti.
«L’obiettivo è quello di riportare i partenti negli ostacoli a un numero adeguato», apre Antonio Viani, presidente Upg. «Per arrivare a questo obiettivo, la prima cosa è avere una continuità di corse oggi non presente. Poi ci dovrebbero essere più cavalli, principalmente italiani, idonei e allenati per questa disciplina, e magari dei circuiti limitati ai 4 anni, per una migliore gestione delle scuderie, oltre a un incentivo sul montepremi dedicato ai cavalli nati e allevati in Italia. Insomma scelte che incoraggino l’immissione di nuovi soggetti ma non limitino la presenza di scuderie europee».
Più corse e montepremi più alti
C’è chi sostiene che ci vogliano nuovi proprietari, come il giornalista Marco Vizzardelli: «È necessario un lavoro capillare per formare nuove scuderie»; chi non è d’accordo ma ribadisce l’importanza della programmazione di corse da parte del Ministero: «Avremmo bisogno di corse spalmate sui dodici mesi, non solo delle riunioni di Merano e di Pisa», afferma Thomas Tanghetti, proprietario e allevatore.
«Inoltre va garantito un minimo di montepremi, per ora troppo limitato. Il cavallo da ostacoli non può correre con la stessa frequenza di un cavallo per le corse in piano, e il rischio di infortuni è molto più alto. C’è poi il discorso degli handicapper: non ci si può trovare con pesi non meritati senza avere la possibilità di scegliere altre corse perché non ce ne sono».
Sulla mancanza di un numero di corse adeguato è d’accordo anche Paolo Favero, noto allenatore del settore ostacoli. «Mancano le corse e il montepremi è troppo basso. Ogni settimana dovremmo avere almeno tre corse, se no nessuno investirà più in questo settore, e non avrebbe senso una scuola per fantini se poi non ci sono corse da disputare. Il discorso dell’incremento dei proprietari è importante, ma viene in secondo piano».
Il titolare di una delle scuderie attuali più importanti, Josef Aichner, ha aggiunto che «le corse dovrebbero tornare con iscrizione dei cavalli a pagamento».
Premi speciali per cavalli italiani
Gli operatori hanno sollevato un po’ di malumore per la lungaggine nella pratica dei documenti necessari per correre in Italia con cavalli acquistati all’estero e, ancora, per l’incertezza della programmazione di corse: «Milano doveva esserci, poi no, poi sì… come si fa a investire se le premesse sono queste?».
Mario Montanari della scuderia Tania-Vana ha raccolto e riportato le voci di numerosi proprietari, avanzando alcune proposte: «Sottolineo l’importanza della programmazione, in base a cui ci si muove anche nell’acquisto dei cavalli. C’è poi la questione handicap: i funzionari hanno dimostrato di non conoscere il regolamento assegnando pesi maggiori a dei 4 anni rispetto ai 5 anni e oltre».
Tra le proposte, l’introduzione di corse bumper, corse per 3 anni in piano con partenza senza gabbie sui 3mila metri aperte a fantini da ostacoli; corse dedicate ai 4 anni fino al 30 agosto; inserimento di corse di preparazione con handicap limitati; vista la scarsità di amatori, un circuito dedicato a gentleman e amazzoni anche Fise».
Mentre Guido Berardelli, proprietario, annuncia una proposta articolata in arrivo dalla Sire (Società Incoraggiamento Razze Equine), il presidente Giorgio Guglielmi chiede una riunione per la programmazione a fine anno e premi aggiunti, sui cavalli italiani per incrementarne l’acquisto e una tantum per cavalli che hanno fatto la loro carriera in Italia, come era già avvenuto in passato. Corse e iniziative mirate a queste problematiche, quindi, sembrano essere la chiave per il futuro del settore ostacoli.
Valentina Schenone
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