Cavallo nell’arte: lo spirito gregario dei cavalli secondo il pittore seicentesco Paulus Potter

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cavallo pezzato

Il cavallo pezzato è un’opera dell’artista olandese Paulus Potter (Enkhuizen 1625 – Amsterdam 1654), realizzata negli ultimi anni della sua vita, precocemente interrotta a causa di una malattia, alla giovane età di 29 anni. Nel corso della sua carriera il pittore ha sempre prediletto animali e paesaggi come soggetti delle proprie tele, ma i cavalli in particolare occupavano un posto speciale nel cuore dell’artista, che offrì un fecondo contributo alla pittura Barocca e alle epoche successive, nonostante la morte prematura.
L’opera in questione mostra un meraviglioso stallone pezzato, vigile come se stesse ascoltando qualche rumore lontano e rappresentato con tale realismo da sembrare a tratti una fotografia. Importante spunto per questo artista furono, probabilmente, le produzioni del critico d’arte Karel van Mander, che a sua volta seguì le orme di Apelle, uno dei più grandi pittori dell’antichità, le cui opere rappresentavano cavalli con un realismo tale da essere scambiati quasi per animali veri.
Nell’opera qui riportata il magnifico esemplare in primo piano è immerso nelle campagne pianeggianti dell’Olanda; la loro semplicità, i colori spenti e la prevalenza di toni scuri si contrappongono alla maestosità e allo splendore dell’animale, di cui viene esaltata la bellezza oltre che evidenziati una forte indole ed il temperamento, grazie alle capacità dell’artista.
In lontananza si vede una figura secondaria, un uomo a cavallo, scortato da alcuni cani ed, ancora più in fondo, si vedono altri esemplari liberi.
Sembrerebbe che Potter fosse estremamente affascinato da questi animali e che desiderasse raffigurarli nel mondo più verosimile possibile, per questo era solito passeggiare a lungo in campagna con il suo taccuino, speranzoso di incontrare qualcuno a cavallo, ma soprattutto branchi di cavalli liberi per studiarne in modo preciso ed accurato i movimenti ed i tratti anatomici.
L’artista amava descrivere i cavalli come animali caratterizzati da una strabiliante sensibilità e da un forte senso di aggregazione con i propri simili. Esso non sembra escludere l’uomo dai suoi processi mentali, ma quando entra in contatto con altri esemplari della sua stessa specie, stabilisce un legame ed un tipo di comunicazione non verbale talmente profonda da farsi quasi “riempire la vita ed inebriare la mente“.
Un cavallo libero in natura può mostrare con esterma naturalezza quest’istinto gregario, esattamente come l’esemplare nel dipinto di Potter: lo stallone è splendido, statuario e l’espressione riportata dal pittore è quella di “chi sa di esserlo“, è immobile e pronto però a scattare da un momento all’altro per raggiungere gli altri cavalli in lontananza. Nel complesso, quelli lanciati dal soggetto sono segnali positivi ed indirizzati ai suoi simili, che sembrerebbe voler impressionare con il suo atteggiamento e la sua postura.HSJfonte: “I cavalli nell’arte“ Simon & Rachel Barnes

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