La castrazione del cavallo: un intervento chirurgico di routine

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Cavallo in natura

La castrazione del cavallo è uno degli interventi chirurgici più comuni svolti sia sui cavalli che sugli asini. Nonostante la sua frequenza, rimane un’operazione che richiede grande professionalità e competenza da parte del veterinario. Questo articolo si propone di illustrare, senza la concomitanza di patologie specifiche del testicolo, le modalità, le precauzioni post-operatorie e le complicanze più frequenti associate a questo intervento, senza sostituirsi al parere del veterinario di fiducia, che rimane indispensabile per un’ottima compliance e riuscita dell’intervento.

Quando e perché castrare un cavallo

La castrazione è un’operazione di routine che viene solitamente effettuata intorno ai due anni di età, su cavalli sani che abbiano completato a discesa testicolare e regolarmente vaccinati per il tetano. L’operazione comporta l’asportazione di entrambe le gonadi maschili, con l’obiettivo di indurre infertilità nei cavalli non destinati alla riproduzione e di renderli più mansueti e gestibili, sia con il personale che li gestisce sia con altri cavalli, in particolare le femmine in calore.

È importante sottolineare che la castrazione può anche essere una terapia elettiva per alcune patologie dell’apparato riproduttore. Tuttavia, per i problemi caratteriali, soprattutto nei cavalli che hanno già montato in passato o che vengono castrati in età avanzata, la castrazione è solo il primo passo. Eventuali vizi o esagerazioni comportamentali devono essere gestiti e trattati nel tempo con l’aiuto di un professionista del settore.

Tipologie di castrazione in base all’anestesia

L’intervento può essere eseguito con il cavallo in piedi (“in stazione”) o in decubito (sdraiato), a seconda delle condizioni specifiche e della preferenza del veterinario. La castrazione in piedi comporta una sedazione profonda seguita da un’anestesia locale nei testicoli. Questo metodo permette un intervento rapido, evita i rischi legati all’anestesia generale ed è solitamente più economico. Tuttavia, non consente una completa visione del campo operatorio, rendendo più difficile la gestione di eventuali complicanze intra-operatorie.

La castrazione in decubito, che può essere eseguita in posizione laterale o dorsale, comporta un’anestesia generale. Questo metodo, grazie ai moderni protocolli anestetici, offre un rischio anestesiologico contenuto e un costo leggermente superiore, ma permette una maggiore visione del campo operatorio e delle strutture anatomiche su cui si interviene, migliorando la precisione chirurgica e riducendo il rischio di complicanze.

Entrambi gli interventi possono essere eseguiti in scuderia, ovviamente garantendo un luogo tranquillo e pulito dove poterli eseguire.

Tipologie di castrazione in base alla tecnica

n.b.: la spiegazione è estremamente semplificata e vuole solo dare un’idea indicativa delle varie procedure che nella pratica prendono in considerazione altre e numerose variabili

Dopo l’incisione tramite una lama bisturi dello scroto, dal punto di vista tecnico esistono principalmente tre metodi di rimozione dei testicoli: la tecnica chiusa, la tecnica aperta e la tecnica semichiusa.

Il nome della tecnica si riferisce al fatto di scoprire o meno il testicolo dalla sua tunica vaginale. Per meglio comprendere come questo avviene dobbiamo immaginare il testicolo, completo delle sue strutture di pertinenza cioè la rete testis, il funicolo spermatico e i vasi afferenti ed efferenti avvolti in una tunica, detta appunto tunica vaginale, di origine peritoneale, contenuta all’interno della sacca scrotale.

Testicolo
  • Tecnica Chiusa: Dopo l’incisione dello scroto, la tunica vaginale viene estroflessa senza scoprire il testicolo e il funicolo spermatico, che rimangono avvolti nella tunica stessa. Questa tecnica minimizza la contaminazione del campo operatorio e il sanguinamento, ma non permette l’ispezione della tunica vaginale.
  • Tecnica Aperta: Dopo l’incisione dello scroto e della tunica vaginale, il testicolo e gran parte del funicolo spermatico vengono esposti. Questo metodo permette un’ispezione completa della tunica vaginale e del testicolo, ma aumenta il rischio di contaminazione ed emorragie.
  • Tecnica Semichiusa: Combina i vantaggi delle tecniche chiusa e aperta. La tunica vaginale viene incisa e il testicolo viene estroflesso, lasciando però il dotto deferente e i vasi avvolti nella tunica. Questo metodo permette una parziale ispezione della tunica vaginale, riducendo al contempo la contaminazione del sito chirurgico.
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Ferri utilizzati durante l’intervento

In tutte e tre le tecniche può essere prevista la legatura del cordone spermatico e dei vasi annessi tramite un filo da sutura riassorbibile, a seconda dell’abitudine e della scelta del chirurgo, in seguito viene sempre attuata la creazione di una forte pressione di emostasi che permette il collabimento del dotto deferente e dei vasi attraverso uno strumento chiamato emasculatore.

Esso viene lasciato in situ per circa 5 minuti, per prevenire emorragie e, successivamente alla resezione del dotto e all’asportazione dei testicoli, rimosso.

N.B. Attenzione, le immagini che seguono potrebbero urtare la vostra sensibilità

Ciascuna di queste tecniche è scelta in base alla tipologia di cavallo, all’età, alla storia clinica e ad altre considerazioni che vengono prese di volta in volta dal chirurgo per meglio adattare l’intervento alle caratteristiche del paziente in questione.

Terminata l’asportazione e verificato che non ci siano emorragie, la cute viene accuratamente disinfettata ma non vengono solitamente applicati punti di sutura sulla cute dello scroto, favorendo quindi la fuoriuscita di eventuale essudazione che dovesse formarsi e aiutando la prevenzione di edemi post-operatori.

Management post operatorio

Dopo l’intervento, il cavallo viene lasciato a riposo e sottoposto a una copertura antibiotica a largo spettro. Vengono prescritti antinfiammatori non steroidei e docce fredde sulla zona operata per ridurre il dolore e l’edema. È importante condurre il cavallo alla lunghina per brevi passeggiate al passo su terreno pianeggiante, favorendo il drenaggio della ferita.

Complicazioni

Come per tutti gli interventi chirurgici, anche la castrazione può presentare complicazioni, tra queste, oltre al rischio anestesiologico, vediamo:

  • Sventramento Addominale: La fuoriuscita di visceri o parte di omento dalla ferita operatoria.
  • Sieroma Scrotale: La raccolta di siero all’interno della sacca scrotale.
  • Infezioni: Infezioni della ferita operatoria e del funicolo spermatico.

In caso di complicazioni, il veterinario valuterà la situazione per intraprendere la terapia di risoluzione più appropriata.

In collaborazione con il medico veterinario Matteo Villa

© Riproduzione riservata.

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