Attualità: la Cina innamorata dei cavalli

Una nuova frontiera dell’equitazione, sport che ha sempre meno confini e che è approdato anche in Cina. Non che la Cina non avesse la cultura del cavallo, semplicemente non ne ha mai sviluppato le potenzialità sportive, almeno fino ad ora.
Un pò perchè i cavalli autoctoni del Paese del Sol Levante sono di piccola statura e poco adatti per le attività equestri praticate al di là dell’Oceano, un pò perchè il divieto di organizzare gare e le conseguenti scommesse imposto da Mao Tse-Tung ne hanno frenato l’espansione.
Ma con lo sviluppo delle comunicazioni e dei trasporti le frontiere al giorno d’oggi vengono facilmente abbattute, e così la Cina inizia ad importare cavalli dall’estero, forte della sua non indifferente possibilità economica: i dati forniti dal China equestrian website rivelano che lo scorso anno sono stati importati più di 4000 cavalli dall’estero, per una spesa di 30 mila euro per ogni esemplare (15 mila circa per l’animale, il resto per le spese di trasporto), inoltre recentemente una delegazione cinese (più precisamente della regione mongola, dove per motivi storici esiste una deroga di Pechino) si è spinta in Francia ad acquistare cavalli ed a studiare la struttura organizzativa locale. Risultato: 400 mila euro spesi per portare 30 esemplari in Cina, con tanti ringraziamenti degli allevatori transalpini.
E non solo, è stato approvato un progetto da 1,56 miliardi di euro per la costruzione di una Città del Cavallo, dove sorgeranno ben due ippodromi, 4 mila posti per accogliere gli animali, un centro di formazione equestre e una clinica veterinaria.
Attualmente non esistono corse nè scommesse in Cina, ma un chiaro segnale di movimento viene dalla crescita numerica dei centri ippici, che al momento sono circa 500 (numero comunque destinato a livitare); a Tjanjin ad esempio, a pochi km da Pechino sorge il Nine dragons Hill, un club di polo frequentato da circa 30 soci, per la cui adesione hanno pagato più di 50 mila euro, e dove sono stati investiti soldi (molti, 150 mila euro solo per la costruzione) ed energie (per trovare gli allenatori di polo infatti ci si è spinti fino in Argentina).
Al momento quindi niente corse nè scommesse, e gli acquisti di purosangue sono ancora piuttosto rari, ma con l’avvicinarsi del 2014, considerato dal calendario cinese come l’anno del cavallo, gli addetti ai lavori sperano di cogliere l’occasione per dare il via alle prime corse ufficiali, una ghiotta opportunità di espansione per le maestranze europee del settore.
(CM Italia oggi)